Delitto Laura Ziliani: Mirto Milani e le sorelle Zani condannati all'ergastolo
I tre, rei confessi, sono anche stati condannati a sei mesi di isolamento
Fine pena mai: questa la sentenza di primo grado della Corte d'Assise di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, pronunciata nel pomeriggio di oggi, giovedì 7 dicembre 2023, nei confronti del cosiddetto "trio criminale" autore del delitto di Laura Ziliani. Mirto Milani e le sorelle Silvia e Paola Zani, figlie della vittima, sono infatti stati condannati all'ergastolo per il brutale assassinio dell' ex vigilessa 55enne di Temù. I tre, rei confessi, sono anche stati condannati a sei mesi di isolamento.
Delitto Laura Ziliani: Mirto Milani e le sorelle Zani condannati all'ergastolo
Di fatto la Corte ha accolto in toto le richieste della Pm Caty Bressanelli mentre ha rifiutato le richieste di attenuanti generiche che erano state avanzate dai legali del giovane calolziese.
Le indagini sul delitto di delitto Laura Ziliani
Con la sentenza di oggi si chiude, almeno in primo grado, una vicenda dolorosa iniziata con la scomparsa avvenuta il 7 maggio 2021. Il corpo straziato e in avanzato stato di decomposizione di Laura Ziliani venne ritrovato solo due mesi dopo, ad agosto in Valcamonica.
Subito gli inquirenti avevano avuto sospetti e avevano sottoposto il trio ad intercettazioni telefoniche. Sin dal 26 maggio, data di inizio dell'attività di intercettazione, "dalle conversazioni è stato possibile ricostruire l'interesse dei tre alla ricostruzione della situazione patrimoniale della 55enne e la loro volontà di intraprendere quanto prima la locazione di alcuni appartamenti contattando i locatari della Ziliani per aumentare affitti, saldare arretrati e tentando di deviare i bonifici sul conto delle sorelle Zani".
Milani e le due figlie della vittima, sospettati quindi da mesi, erano poi stati arrestati a settembre di due anni fa Per lungo tempo si erano trincerati dietro un muro di silenzio. Poi, a poche settimane dalla conclusione delle indagini le confessioni, prima di Milani e poi delle due sorelle. Confessione quella di Milani, cantante dalla voce angelica ma anima nera secondo quanto da lui stesso ammesso, arrivata a seguito delle intercettazioni (finite poi nel fascicolo) delle conversazioni di del giovane con il compagno di cella al quale aveva di aver scavato la fossa per nascondere il cadavere dell'ex vigilessa di Temù. Dopo il "cedimento" di Milani anche le due sorelle confessarono.
Il movente
Secondo l'impianto accusatorio Milani e le sorelle Zani avrebbero assassinato la donna per questioni economiche. I soldi: questo il movente che secondo i magistrati avrebbe spinto giovani a uccidere l'ex vigilessa. Una convinzione per altro condivisa dalla madre della vittima, la nonna delle due presunte assassine, che si è sempre detta persuasa che Laura Ziliani non fosse mai uscita volontariamente di casa come invece avevano raccontato le ragazze che avevano sostenuto che la donna era andata a fare una escursione.
Le figlie di Laura Ziliani hanno invece sostenuto durante gli interrogatori che a spingerle ad uccidere chi le aveva messe al mondo è stata la paura che la madre potesse, prima o poi, ucciderle.
Il processo per la morte di Laura Ziliani
Dopo il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere, avvenuto a luglio 2022 nell'ottobre dello stesso anno è iniziato il processo a carico del trio diabolico. Drammatici e orrendi i particolari emersi nelle udienze che hanno spinto il Pubblico Ministero Caty Bressanelli a chiedere per i tre l'ergastolo e sei mesi di isolamento. La scorsa settimana la replica delle difese con l 'avvocato del calolziese ha cercato di alleggerire la posizione del giovane: "Il soggetto meno convinto del piano omicidiario e che ha sempre tentato di tirarsi indietro è Mirto Milani".