Minacciò i carabinieri per farsi portare in carcere assolto dal giudice
Il giudice monocratico ha assolto Michele Dardano perché il fatto non sussiste
Aveva minacciato gli uomini dell'Arma ma è stato assolto
Voleva farsi portare in carcere e quindi proferì parole pesanti verso i carabinieri, ma alla fine il giudice lo ha assolto. Alla sbarra per minaccia aggravata - martedì scorso in tribunale a Lecco davanti al giudice monocratico Nora Lisa Passoni - c’era Michele Dardano, 30 anni di Airuno, difeso dell’avvocato Nadia Invernizzi. L’uomo il 5 settembre del 2014 era stato visto aggirarsi nei pressi della sede dell’associazione "La rivalsa" con una sbarra di ferro in mano.
I volontari avevano chiamato i carabinieri
I volontari, preoccupati, avevano chiamato le forze dell’ordine e sul posto era giunta una pattuglia dei carabinieri con a bordo il maresciallo Davide Arrigoni e il collega Tommaso Longo. Alla vista delle divise però Dardano aveva iniziato a proferire parole pesanti: "Portatemi in carcere! Devo fare a pezzi qualcuno per farmi arrestare?". I due militari avevano impiegato un bel po’ di tempo a calmarlo, e subito dopo era partita la denuncia.
Il processo
Al processo però gli uomini dell’Arma hanno spiegato al giudice che Dardano quel giorno era in stato confusionale. Ha detto in Tribunale l’avvocato Invernizzi: "Il mio assistito non aveva intenzione di fare del male a nessuno. Solo che quel giorno non era lucido per problemi personali. E questo ha provocato la violentissima crisi". Martedì scorso il pm Pietro Bassi ha chiesto per primo l’assoluzione dell’imputato, richiesta alla quale si è associato anche l’avvocato Invernizzi. Al termine dell’udienza il giudice Passoni ha optato per l’assoluzione di Dardano perché il fatto non sussiste.