In Confindustria segnali positivi per i lavoratori della Maggi Catene
"Siamo riusciti a far mettere per iscritto l’impegno dell’azienda per modificare il concordato" ha detto Maurizio Oreggia, segretario generale della Fiom Cgil.

Terzo giorno consecutivo di sciopero alla Maggi Catene di Olginate. Questa mattina, giovedì 14 marzo, i dipendenti hanno manifestato all'esterno della sede di Confindustria a Lecco, mentre all'interno si è svolto un incontro tra Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil con i vertici della storica azienda olginatese per scongiurare il rischio di perdere parte del Tfr destinato ai fondi pensionistici.
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Incontro nella sede di Confindustria a Lecco
Incontro tra Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, nella sede di Confindustria a Lecco, con i vertici della Maggi Catene di Olginate. Per i metalmeccanici della Cgil hanno partecipato il segretario generale Maurizio Oreggia e la sindacalista Elena Rossi. Il rischio principale per i 53 lavoratori dell’azienda di Olginate è quello di perdere parte del Tfr destinato ai fondi pensionistici. Rischio che i sindacalisti vogliono scongiurare. "Siamo riusciti a far mettere per iscritto l’impegno dell’azienda per modificare il concordato ad un tavolo istituzionale, quale è Confindustria Lecco Sondrio – afferma Oreggia – Il prossimo 26 marzo è previsto un incontro specifico con la presenza dei consulenti aziendali, per un aggiornamento volto a verificare l’impegno assunto di modifica della classe dei crediti maturati dai lavoratori".
I motivi dello sciopero
“I lavoratori sono in sciopero da martedì 12 marzo perché chiedono maggior certezza rispetto al piano concordatario e ai loro crediti – spiega Elena Rossi della Fiom Cgil –Legalmente, infatti, i crediti dei lavoratori devono essere soddisfatti al 100% e posizionati nella categoria privilegiati, invece l’azienda ha posizionato questi crediti nella categoria dei chirografi che prevede un soddisfacimento soltanto parziale, di circa il 28%: è la prima volta che vediamo una cosa del genere, che ci ha lasciato spiazzati. Per questo i lavori, che hanno sempre accompagnato e supportato l’azienda in questo percorso di crisi che dura da alcuni anni, hanno deciso di dire no a questa situazione che deve essere sistemata sia per i lavori della Maggi Catene, sia perché può creare un precedente pericoloso per altre persone”.