Deragliamento Pioltello un anno dopo: la commemorazione FOTO E VIDEO

Parenti e amici della vittime, pendolari e istituzioni uniti nel ricordo del disastro ferroviario del 25 gennaio 2018.

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Un anno fa, alle prime luci dell’alba del 25 gennaio 2018, il treno Regionale 10452 partito da Cremona e diretto a Milano deragliava, uscì dai binari poco dopo aver lasciato la stazione di Pioltello.

Il deragliamento causò la morte di tre donne e il ferimento di decine di persone.

Un disastro ferroviario rimasto negli occhi di tutti e che a un anno di distanza riaccende i riflettori su una vicenda che non ha ancora un responsabile.

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Deragliamento di Pioltello, un anno dopo

Questa mattina, alle 6.15 a Caravaggio si è tenuta la prima tappa della commemorazione a cui hanno preso parte i comitati dei pendolari con la collaborazione e il sostegno di Regione Lombardia, Forze dell’ordine e istituzioni locali. Quegli stessi sindaci che per un anno hanno battuto il pugno per ottenere da Trenord e Rfi condizioni di maggiore sicurezza e un servizio di trasporto pubblico dignitoso.

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Accanto al sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini, questa mattina in stazione, si sono stretti amici e parenti delle vittime Ida Milanesi e Pierangela Tadini  e Giuseppina Alessandra Pirri. Un breve momento di ricordo e la benedizione delle pietre d’inciampo posate lo scorso 1 maggio. Poi di nuovo sul treno per raggiungere Pioltello dove si sta tenendo il vero momento commemorativo.

Ma non tutti se la sono sentita. Valentina Tagliaferri, la figlia 23enne di Ida Milanesi, da quel giorno il treno non lo prende più. Così a portarla a Pioltello, insieme anche alla madre di Pierangela Tadini è stato proprio il sindaco Bolandrini.

Presenti anche tanti sindaci della Bassa: Juri Imeri per Treviglio, Giuseppina Finardi per Castel Rozzone, Fiorenzo Bergamaschi per Bariano, Dimitri Bugini per Lurano, Gabriele Riva per Arzago e Giorgio Gori per Bergamo.

La rabbia e la sete di giustizia

Tra i primi cittadini anche Beatrice Bolandrini, sindaco di Brignano Gera d’Adda che il 25 gennaio di un anno fa si trovava proprio su quel treno.

“La rabbia c’è e rimane – ha commentato – Nel 2018 non sono cose che dovrebbero succedere. Ci auguriamo e pretendiamo che venga fatta chiarezza”.

Una speranza che accomuna tutte le vittime sopravvissute e no. Lo ha ribadito anche il marito di Ida Milanesi, Marco Tagliaferri medico all’ospedale di Treviglio.

“Non sappiamo molto – ha confermato – Speriamo davvero venga fatta luce”. Poche parole pronunciate a fatica stringendo a sé la figlia.

La commemorazione a Pioltello

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A Pioltello hanno, invece, atteso l’arrivo del treno anche il Governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana insieme al sindaco di Pioltello Ivonne Cosciotti e al consigliere regionale cremasco Matteo Piloni. Con loro anche i sindaci dell’Adda, della Martesana e del Cremasco, tra cui il sindaco di Crema Stefania Bonaldi e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Prima dei discorsi le note del Silenzio ad accompagnare il ricordo delle vittime.

Poi la benedizione affidata a don Marco Taglioretti e la deposizione delle corone: “Quel giorno ha segnato la vita di tutti i pendolari”.

E’ il sindaco di Pioltello, Ivonne Cosciotti, a prendere per prima la parola.

“Desidero rivolgere il mio primo pensiero ai parenti delle vittime – ha esordito – un anno fa esattamente a quest’ora su questi binari è avvenuto un disastro ferroviario tra i più gravi, di cui ancora oggi non sappiamo le esatte cause. Ma ci interroga sulle risposte che noi, uomini e donne delle istituzioni, ogni giorno siamo chiamati a dare”.

A ricordare le vittime, invece, è stato il sindaco di uno dei Comuni più colpiti, Caravaggio.

“Oggi ricordiamo Ida, Pierangela e Giuseppina, il disastro ferroviario dello scorso anno ha reciso le loro vite ma non ha strappato l’amore e la stima che li legavano alle loro comunità – ha detto il sindaco di Caravaggio, Bolandrini – ma non dimentichiamo chi è rimasto ferito nel corpo e nell’anima. Siamo qui, però, anche per chiedere alle istituzioni, alla Magistratura di sapere il motivo del disastro ferroviario. Sono qui con i colleghi sindaci, che ringrazio nel’affermare la fiducia nelle istituzioni. A volte non è facile, anche per il ruolo di servitori dello Stato che ricopriamo”.

Anche i pendolari hanno preso la parola per ricordare il momento in cui, per loro, che il treno lo prendono ogni giorno, tutto è cambiato.

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Toninelli “Chiedo scusa a nome dello Stato”

Presente, come aveva annunciato ieri, anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Chiedo scusa a nome dello Stato – ha detto il ministro cremonese – Sono stanco di sentir parlare solo di grandi opere, serve un’accurata manutenzione di ciò che abbiamo. I dati dicono che l’Italia e la Lombardia registrano il minor numero di incidenti, ma vorrei che non se ne registrassero più. Il Governo stanzierà risorse per mettere in sicurezza il trasporto”.

Al termine della cerimonia non è mancata, nei suoi confronti, una breve contestazione, come vi abbiamo mostrato in apertura di articolo.

De Rosa (M5S): “Lavoriamo affinché non capiti mai più”

“Questa mattina, insieme ai colleghi portavoce del M5S, ho partecipato alla commemorazione alla stazione di Pioltello per ricordare il terribile incidente di un anno fa. Non abbiamo dimenticato e lavoriamo affinché non succeda mai più – ha dichiarato Massimo De Rosa consigliere regionale e segretario della Commissione Trasporti e Infrastrutture.
“Siamo, insieme al consigliere comunale di Pioltello Dio, qui in rappresentanza di tutti i gruppi del Movimento Cinque Stelle della Martesana, per esprimere tutta la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime di una tragedia che ha toccato tutti. Ciascuno di noi avrebbe potuto essere un passeggero del treno 10452 Treviglio-Milano” dichiara il consigliere regionale, che prosegue: “Noi ci saremo per chiedere che le responsabilità dell’immane tragedia vengano accertate rapidamente e per ribadire la necessità che la Regione Lombardia investa sulla sicurezza e sull’efficienza delle infrastrutture sulle quali i cittadini viaggiano tutti i giorni, piuttosto che discutere di opere che non rispondono in nessun modo ai bisogni dei cittadini”.

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