Cannabis terapeutica, la Regione vuole produrla nelle serre lombarde
Ridurre le importazioni e i costi per il paziente: la Lombardia studia come produrre da sè la cannabis medica.
Cannabis terapeutica, la Regione apre alla produzione all’ombra della Madonnina.
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Cannabis terapeutica, verso la produzione lombarda
Perchè importare se si può produrre? La Regione studia la possibilità di rendere la Lombardia autosufficiente per quanto riguarda i rifornimenti di cannabis terapeutica. Così infatti ha chiesto un emendamento presentato ieri (e approvato) dal presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti. “La validità dell’uso della cannabis a scopo terapeutico è ormai riconosciuta e ne abbiamo prove scientifiche. La Lombardia non può quindi continuare ad importare il prodotto, ma deve studiare i modi giusti per produrre la quantità di cui hanno bisogno le nostre strutture sanitarie”, ha spiegato.
Sinergia tra pubblico e privato
Una via tracciata dunque, come si può capire dal testo dell’emendamento presentato dal leghista varesino. Questo chiede di “istituire un tavolo di approfondimento tecnico scientifico nominato e definito dalla Direzione Generale Welfare e con il coinvolgimento del Ministero competente, al fine di stabilire le regole per la produzione della cannabis terapeutica all’interno della Regione Lombardia e di produrre delle linee guida e di indirizzo per favorire sinergie tra pubblico e privato e che veda il Policlinico di Milano – la Fondazione Ca’ Granda come soggetto principale di questo progetto”.
“Protagonisti nell’innovazione medica”
Lontano dai discorsi sull’uso ricreativo della cannabis cadono le opposizioni ideologiche. Come dimostrano i dati (e le numerose ricerche scientifiche), la cannabis terapeutica ha grandi potenzialità dal punto di vista sanitario. Ma, oggi, anche un grosso costo, che ricade sui pazienti. “Ci siamo confrontati a lungo sull’utilizzo della cannabis in campo medico – spiega Monti – si tratta di un tema di importanza nazionale ed internazionale. Molti Paesi hanno già risultanze epidemiologiche positive, e oggi come Lombardia ci troviamo nell’imbarazzo di dover importare la cannabis, dalle altre regioni (come la Toscana) e dall’estero, per avere il volume necessario per rispondere alle richieste”. “Oltre a questo – continua Monti – è necessario interessarsi del tema della formazione del personale in questo campo. È quindi fondamentale porre la Lombardia al centro di questo discorso – conclude il consigliere leghista – dando alla nostra Regione la possibilità di essere protagonista di questa importante innovazione nel campo delle cure mediche”.