Vitalizi degli ex consiglieri regionali: confermato il taglio del 10%
Il risparmio previsto da Regione Lombardia è di circa 700mila euro. Non tutti però esultano: ci sono ben 58 ricorsi pendenti.
Confermato anche per i prossimi cinque anni il taglio del 10% introdotto nella scorsa legislatura sui vecchi vitalizi maturati dagli ex Consiglieri regionali, con un risparmio annuo quantificabile in circa 700mila euro. Unanime via libera infatti questo pomeriggio in Commissione “Affari istituzionali” presieduta da Alessandra Cappellari (Lega) al progetto di legge che estende al 31 dicembre 2023 la durata delle riduzioni degli assegni vitalizi vigenti.
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In Lombardia vitalizi degli ex consiglieri aboliti per legge già dal 2011
A quattro anni dall’entrata in vigore della legge regionale n.25 del 2014 che introduceva “interventi per la riduzione dei costi della politica, il contenimento della spesa pubblica e la tutela delle finanze regionali” e modificava la normativa sull’assegno vitalizio, con questo provvedimento vengono prorogate di altri cinque anni le disposizioni attualmente previste fino al 31 dicembre 2018. Tali disposizioni avevano introdotto la riduzione degli importi lordi mensili degli assegni vitalizi in godimento, applicata con criteri di progressività e in base alle diverse soglie di reddito. Va ricordato che gli istituti dell’assegno vitalizio e dell’indennità di fine mandato sono stati abrogati dalla legge regionale n.21 del 2011 e pertanto già dalla legislatura precedente i Consiglieri regionali eletti non ricevono più alcun vitalizio.
Un segnale di attenzione verso i cittadini
“La proroga sulle riduzioni dei vitalizi è indispensabile per il perseguimento dei tagli ai costi della politica. Tale percorso, peraltro, è coerente con quello parallelo iniziato dal nuovo Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati –sottolinea il Consigliere Segretario Dario Violi, relatore del provvedimento- e soprattutto risponde anche alla necessità di dare un segnale di attenzione nei confronti dei cittadini in questo difficile momento di crisi economica. I risparmi derivanti dai tagli ai costi della politica hanno permesso, in questi anni, di poter dare attuazione effettiva e concreta a interventi rilevanti, tra cui quello relativo all’istituzione di borse di studio e tirocini formativi che ogni anno viene finanziato proprio con i risparmi del Consiglio regionale”.
Non tutti esultano: ci sono ben 58 ricorsi pendenti
La temporaneità del provvedimento è legata alla necessità che, come sancito dalla Corte costituzionale, tale taglio risponda e sia compatibile “con le caratteristiche di contingenza e eccezionalità dell’interesse economico generale che legittima la riduzione”. L’intervento deve pertanto essere ragionevolmente giustificabile (in termini di gradualità, proporzionalità, temporaneità e non ripetitività) e dettato da esigenze connesse alla salvaguardia dell’equilibrio economico finanziario e del contenimento della spesa pubblica. Nei confronti di questa legge vi sono tuttora 58 ricorsi pendenti.
Il voto definitivo
Il voto finale in Aula del provvedimento è previsto per la doppia seduta di Consiglio regionale calendarizzata per martedì 27 e mercoledì 28 novembre.
Per quanto riguarda il trattamento economico dei Consiglieri regionali, si ricorda che la Lombardia ha applicato nel 2013 le norme previste dal governo Monti, riducendo ulteriormente le varie voci. Con la legge n.3 del 24 giugno 2013, lo stipendio dei Consiglieri regionali è stato ridotto del 25%, passando dai precedenti 8500 euro lordi (4760 netti) di indennità di funzione ai 6300 euro lordi (3550 netti). Sono state inoltre abolite le spese di diaria, missione e trasporti che ammontavano a 8.300 euro, sostituite ora da un forfait omnicomprensivo di 4200 euro.