Folla commossa ai funerali dello storico imprenditore Adriano Calegari FOTO

Il ricordo dei nipoti: "Portiamo nel cuore ciò che di buono c'è stato lasciato dalle tue azioni"

Folla commossa ai funerali dello storico imprenditore Adriano Calegari FOTO
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Sono stati celebrati nella mattinata di oggi, sabato 10 novembre, i funerali di Adriano Calegari. Lo storico imprenditore è scomparso all'età di 86 anni nella sua casa di Somasca, dopo aver costruito da zero l'omonima azienda di pavimenti ad Olginate. In tantissimi si sono presenti alla Basilica di San Gerolamo Emiliani per tributare l'ultimo saluto ad Adriano.

Uno storico imprenditore

Calegari, originario di Lenna in Val Brembana, si è trasferito poi ad Olginate negli anni Cinquanta quando ha fondato, con i fratelli, la storica ditta specializzata nella vendita e nella fornitura di pavimenti per abitazioni. In quegli anni la sua attività prese il volo, grazie al suo dinamismo, al senso di responsabilità e all'amore per il lavoro, diventando un punto di riferimento per tutto il lecchese. Amore per il lavoro, ma anche per la sua famiglia che pian piano si stava creando con la moglie Domenica (scomparsa nel 2010) ed i figli Marina (vice sindaco a Olginate), Stefano, Liliana e Giovanna. Inoltre Adriano, dopo essere stato un calciatore di livello durante la gioventù, ha sempre coltivato la sua passione per lo sport e in particolare per la sua amata Inter. Fino agli ultimi anni ha sempre trovato il tempo per una partita a tennis o un giro sugli scii; inoltre negli anni del boom economico, da 1980 al 1990, fu presidente dell'Ac Calolziocorte.

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Adriano Calegari
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Calegari a sinistra con la moglie Domenica, scomparsa nel 2010

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In ginocchio con la coppa Adriano Calegari, in un torneo giovanile a Lenna

I funerali a Somasca

La celebrazione è stata presieduta da padre Walter e dal parroco e superiore di Somasca, padre Livio Valenti che ha ricordato così Adriano Calegari. "E' difficile anche per un Sacerdote nella morte terrena di un amico. Oggi però dobbiamo mettere al centro il valore della vita, prendendo esempio dalla parola di Dio: ora, infatti, Adriano è nelle mani e nel cuore di Dio. So che è difficile crederlo, ma questo è l unico modo per trovare la serenità del proprio cuore - ha detto padre Livio nell'omelia - Molte volte ci chiediamo perché Dio ci fa soffrire. Pur nella malattia e nel dolore però ognuno di noi è un capolavoro di Dio. Solo percorrendo le strade della solidarietà e dell'amore di Dio, infatti, ci rendiamo conto di quanto sia preziosa la vita"

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Il ricordo dei nipoti

La nipote Cecilia Zambelli, a nome degli altri, ha salutato così nonno Adriano.

La nipote Cecilia Zambelli, mentre legge il messaggio dei nipoti per il nonno Adriano

"Ti voglio bene. Una frase difficile, delle parole che spesso dovrebbero nascere spontanee, ma che vengono bloccate dalla situazione, dalla fretta, dall'istante che se ne va. Alle volte è complicato dirlo, persino a chi amiamo di più, a chi ci sta a fianco ogni giorno. Io, personalmente, ho sentito davvero poche volte questa frase dal nonno, perché si, lui non era certo un tipo di molte parole. Riesco però a ricordare tutti gli attimi in cui ho visto il suo viso aprirsi in un sorriso, la sua mano tendersi teneramente verso qualcuno. E sono convinta che anche voi avrete vissuto moltissimi momenti come questi in cui il papà, il nonno o più semplicemente "l'Adriano" vi ha fatto capire che lui sì, lui ci teneva veramente a noi."

"E' stato sicuramente un padre un po' all'antica, di quelli che lavorano sodo, rientrano la sera e forse non hanno tempo per un abbraccio; come sono certa che è stato un nonno premuroso, ma spesso impegnato con le sue passioni ed i suoi viaggi. Le espressioni amorevoli che lasciava alla Domenica, la mamma, la nonna, che sapeva sempre quando era il momento di una carezza, di un bacio, di parole confortevoli. E mentre lui, con il suo temperamento ostinato, portava avanti il lavoro e si destreggiava con la racchetta da tennis o un pallone da calcio, lei badava al resto; con esuberanza ed altrettanta tenacia nel perpetuare quei valori che condividevano in pieno. Dobbiamo davvero ringraziare entrambi per quello che siamo oggi, per ciò che ci hanno insegnato, per i valori che ci hanno trasmesso ma, soprattutto, per averci fatto capire quanto si può voler bene e in quanti modi diversi."

"Da oggi, quindi, se pensiamo al nonno, al papà, all'Adriano, facciamolo senza alcun rimpianto e senza alcun dubbio: lui forse, non è riuscito a dirci quel ti voglio bene, ma ci ha dimostrato grazie a moltissimi gesti, anche quotidiani e apparentemente banali, che di bene e amore per noi, per la sua famiglia e per i suoi amici ne aveva eccome."

"Non è questo il giorno per dispiacersi, tormentarsi, incolparsi. Oggi più che mai c'è qualcosa da non dimenticare: continuiamo a volerci bene e portiamo nel cuore ciò che di buono c'è stato lasciato dalle sue azioni, perché sono questi i valori che contano per seguire il suo sentiero restando uniti ed autentici".

Adriano Calegari con i nipoti

servizio a cura di Mario Stojanovic

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