Muore di legionella a 51 anni: torna l’incubo in Lombardia?
Nel Bresciano è morta una donna. Si attendono i risultati dell'autopsia.
Muore di legionella a 51 anni: torna l’incubo in Lombardia? Elena Lecchi, 51enne di Provaglio d’Iseo è morta il 6 novembre e ora ci si chiede se il contagio sia un caso isolato.
Ancora legionella
Del decesso per legionella, avvenuto martedì 6 novembre, nel Bresciano si sa ancora poco. Per prima cosa, al momento, non si ha ancora chiara la modalità con cui la 51enne sarebbe stata contagiata. Come racconta BresciaSettegiorni.it, la donna era debilitata a causa di una malattia, per questo si era recata nel weekend in un centro termale. I sintomi sono peggiorati e nella giornata di domenica 4 novembre ha deciso di rientrare a casa, perché ha cominciato ad accusare malessere. Importante sarà il quadro che fornirà l’autopsia, effettuata proprio stamane.
LEGIONELLA: COME AVVIENE IL CONTAGIO?
Torna la paura in Lombardia?
La situazione in Lombardia pareva essersi stabilizzata dopo un’estate da allarme rosso in cui si sono verificati molti contagi e alcuni decessi. Teatro principale dell’epidemia è stata proprio la Bassa: Bresciano, Alto Mantovano e Cremonese hanno fronteggiato, nel mese di settembre, anche un’esplosione di polmoniti da legionella.
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I casi lecchesi
Anche Lecco, nel corso degli scorsi mesi ha vissuto un periodo di allarme. A settembre due anziani, entrambi residenti nel lecchese, erano stati ricoverati al Manzoni per legionella. Entrambi fortunatamente non erano in pericolo di vita. La notizia dei ricoveri era arrivata a pochi giorni dalla scomparsa di Antonio Mandelli di Cernusco, morto sabato 8 settembre all’ospedale di Desio (Monza-Brianza), proprio per Legionella. In tutti i casi però la patologia non era in relazione con l'allarme avvenuto in Lombardia.
L’intervento di Gallera
L’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, nel mese di settembre, nel pieno della crisi, ha puntualizzato che la curva del contagio che in breve tempo ha colpito il basso Bresciano, l’alto Mantovano e alcuni comuni del Cremonese era finalmente in calo ma non per questo si sarebbe allentato il monitoraggio sullo stato clinico dei pazienti colpiti, nonché la continua ricerca sulle possibili origini della contaminazione.
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Apparente calma
Dopo la grande paura nei mesi estivi l’emergenza legionella e polmonite da legionella pareva rientrata in Lombardia, si è registrato un ottobre tranquillo. Il focolaio nella Bassa aveva smesso di fare paura. Questo decesso risveglia i timori, ma prima di riaccendere i riflettori su di un possibile rischio di nuovi contagi è importante attendere il risultato dell’autopsia e capire se effettivamente si è trattato esclusivamente di uno sfortunato caso isolato.
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Una “piaga lombarda”
Proprio in tema di vigilanza e salubrità si era espresso Gallera a fine settembre:
“Puntiamo a un provvedimento regionale che imponga la sanificazione costante delle torri di raffreddamento e degli impianti di condizionamento che sono i luoghi che per definizione rischiano di essere i luoghi dove si annida la legionella. La Regione è in campo per evitare che casi come quello di Bresso o Brescia possano ripetersi, attraverso controlli e provvedimenti che impongano sanificazioni continue sul territorio. Ricordo comunque che purtroppo la legionella è presente nella nostra regione. Ogni anno si registra un determinato numero di casi di legionella che colpiscono principalmente persone con quadri clinici complessi o esposte a fattori di rischio. I casi di legionella sono stati 625 nel 2018, 633 nel 2017, 474 nel 2016, 491 nel 2015. Mentre i decessi sono stati 52 nel 2018, 60 nel 2017, 44 nel 2016, 50 nel 2015”.
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