Celebrati a Valmadrera i funerali dell'ex sindaco Mauro Panzeri
L'omelia di monsignor Stucchi: "Mauro era per me un amico sincero da più di cinquant'anni". I dipendenti dell'azienda: "Per noi è stato un secondo papà con quale era bello parlare anche di fede e spirito"
Celebrati questa mattina, nella chiesa di santo Spirito in frazione Caserta, i funerali di Mauro Panzeri ex sindaco di Valmadrera.
Addio a Mauro Panzeri
Panzeri, 78 anni, ha guidato il Comune per ben 15 anni, dal 1975 al 1990. Precedentemente dal 1970 al '75, aveva ricoperto il ruolo di assessore. La celebrazione funebre, presieduta da monsignor Luigi Stucchi, è stata concelebrata dal parroco di Valmadrera don Isidoro Crepaldi, con don Tommaso Nava, monsignor Silvano Motta, padre Luigi Sordelli, don Pier Paolo Fellicolo, don Luciano De Natali, don Stefano Dolci e il diacono Alessandro Canali. L'Amministrazione comunale ha presenziato in forma ufficiale, con il sindaco Donatella Crippa, gli assessore Antonio Rusconi e Raffaella Brioni. Gremita la chiesa. Grande l'affetto dimostrato alla famiglia di Panzeri, alla moglie Maria e alle figlie Letizia e Paola.
L'omelia di monsignor Stucchi
Ha pronunciato l'omelia monsignor Stucchi che ha definito Panzeri "un amico sincero da più di cinquant'anni".
Carissimi, sono due le grandi indicazioni che la parola di Dio consegna alla libertà di ogni persona umana in cammino su questa terra: praticare la sapienza e coltivare lo spirito delle beatitudini. Sono queste le responsabilità fondamentali nella cui luce e nel cui spirito ogni persona è chiamata a vivere tutto il resto.
Ebbene, carissimi, mi sembra proprio di trovare tracce significative e decisive di questa consegna nella vita del nostro fratello Mauro: marito, papà, nonno, educatore, collaboratore, amministratore, imprenditore, sindaco, responsabile generale del Piccolo Gruppo di Cristo.
Per me dire Mauro e dire un amico sincero da più di 50 anni.
È dire una storia costruita giorno dopo giorno in cui Mauro maturava cambiamenti profondi e in cui, al tempo stesso, si approfondiva in modo unitario la complessità delle varie dimensioni e dei diversi ambiti della sua responsabilità.
Non è solo uno che ha fatto tante cose, che si è impegnato in vari ambiti, quasi per un presenzialismo e un attivismo fatto più di apparenze che di sostanza, ma è uno il cui cammino di vita e di fede ha reso disponibili energie sempre più numerose e coraggiose, allargando l'orizzonte della propria dedizione e approfondendo i significati della esperienza umana.
Un amico comune, pochi giorni fa, all'Eremo San Salvatore si è espresso così: "Ma quanto bene ha fatto quest'uomo, quanto bene! Come ha potuto fare tutto questo bene!?".
Posso dire, ringraziando il Signore e ringraziando lui, che Mauro ha tenuto sempre un contatto vivo e amichevole con me. Gliene sono molto grato, soprattutto perché sempre più i contatti e i dialoghi accadevano per comprendere meglio la volontà del Signore: un cammino umano e spirituale, fino a diventare responsabile egli stesso del cammino spirituale di altre persone nella formazione dei laici e nella testimonianza evangelica.
Man mano anche il suo temperamento si è modificato e sempre più è stato chiaro il perché ultimo di tutte le vicende.
La concretezza e l'entusiasmo non si sono mai spenti, ma hanno favorito lo sviluppo di motivazioni profondamente spirituali, capaci di dare solidità e serenità anche in circostanze avverse che causano sofferenze anche acute, profonde e durature.
Il frutto di questo processo lo ritroviamo in modo maturo nella prova della malattia di cui era consapevole e in cui restava sereno a motivo del Signore, nella sua sapienza e nella sua beatitudine, ricevendolo con la comunione eucaristica sacramentale ogni giorno.
Così dall'entusiasmo giovanile alla esperienza sponsale e familiare, dalle responsabilità politico-amministrative a quelle imprenditoriali, civili e sociali, dalla attenzione impegnata nella comunità cristiana a livello parrocchiale, al più ampio respiro formativo nella Chiesa, la figura di Mauro ha raggiunto la sua maturità.
Non era un amico facilone, accomodante, ma piuttosto stimolante e significativo nella concretezza di voler plasmare l'esperienza umana in un disegno più grande, fatto per servire anche attraverso la fatica del confronto alla prova dei fatti.
L'ultimo e definitivo confronto con tutta la vita faccia a faccia col Signore: è questa la vita per sempre
E' per questo il nostro grazie.
Monsignor Stucchi
Il grazie della comunità
Il grazie della comunità valmadrerese è arrivato anche nel momento della preghiera dei fedeli, pronunciata nonostante non sia liturgicamente prevista nell'ambito delle messe funebri. Il diacono Alessandro Canali ha un "inno di lode e di ringraziamento a Dio, per tutto ciò che Mauro ha umanamente operato per la sua città e per la sua famiglia". Presenti due confaloni, quello dell'asilo e del Comune. Al termine anche il parroco don Isidoro ha testimoniato la fede cristiana dell'ex sindaco: "Era innamorato di Gesù, ed era un cristiano concreto, di forte testimonianza, nel sociale per il bene comune".
Il saluto dei dipendenti della Cabagaglio
Sul sagrato parrocchiale, al termine della messa, sono stati letti diversi messaggi di commiato. L'ex senatore antonio Rusconi ha pronunciato un lungo discorso di gratitudine.
Toccante il saluto letto dalla signora Maria a nome dei dipendenti della Cabagaglio, l'azienda fondata da Mauro Panzeri:
Tutti noi abbiamo stimato Mauro e lo piangiamo. Un uomo forte, deciso, una persona di quelle che dovrebbero sempre esserci in un'azienda. C'è chi ricordava una sua frase in dialetto: "se te ghet de vardam isce? Quando lo si guardava in un modo che a lui non quadrava. Non si può nascondere che mettesse anche un po' di soggezione, ma saremmo stati felici di rivederlo entrare in produzione e tuonare per qualcosa che non andava come diceva lui, oppure ricevere una delle sue energiche pacche sulle spalle in segno di affetto.
Molti di noi lo ricordano come se fosse stato un secondo papà.
I suoi collaboratori più stretti in tante occasioni hanno avuto riprova di come fosse bello potersi confrontare con lui anche sulla fede. Si riusciva a dare un senso più ampio alle tante ore passate insieme a lavorare e parlare di spirito faceva crescere anche la voglia di lavorare in un'azienda che Mauro ha sempre definito una grande famiglia. Il lavoro non era solo lavoro ma era vita e valori da condividere insieme.
Grazie Mauro per tutto quello che sei stato per noi
Dopo l'ultima benedizione sul sagrato, il feretro è partito per la cremazione, secondo le volontà testamentarie espresse da Mauro Panzeri.
Mario Stojanovic
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