La mafia non esiste: la fotografia sociale in mostra a Lecco e provincia
Dal 26 ottobre a Fiore Cucina in Libertà e in alcuni Circoli Arci il lavoro dei giovani e del fotografo Giulio Di Meo
Alle 19 di venerdì 26 ottobre a FIORE cucina in libertà l’inaugurazione della mostra La mafia non esiste, dove saranno esposte le fotografie scattate durante il Laboratorio di Fotografia Sociale curato dal fotografo e reporter Giulio Di Meo durante la sesta edizione del Campo Antimafia “ATtivaTORI di Cittadinanza”.
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La mafia non esiste
Il Campo antimafia, che si è svolto dal 27 luglio al 3 agosto 2018 è stato organizzato da Arci Lecco insieme a Libera Lecco, Auser Volontariato Lecco Cgil Lecco Spi Cgil Lecco , in collaborazione con Legambiente Lecco Onlus , AlmaFabere e Comune di Lecco.
Grazie a questa attività, una quindicina di giovani provenienti da tutta Italia, ha potuto seguire alcuni incontri formativi tematiche dell’antimafia sociale e portare avanti attività di cittadinanza attiva anche all’interno di alcuni beni confiscati di Lecco e provincia – in particolare FIORE cucina in libertà , Il Giglio - Lecco e le QuercediMamre – rispetto ai quali molte sono state le idee e gli spunti emersi per un riutilizzo di questi luoghi quali punti di cultura, socialità, inclusione sociale, intercultura, intergenerazionalità e memoria.
E proprio di impegno e creatività giovanile narrano gli scatti oggetto della mostra, frutto del lavoro di Giulio Di Meo, professionista specializzato in reportage di fotografia sociale che in collaborazione con Arci nazioanle ha coinvolto alcuni giovani in un workshop fotografico grazie al quale è stato possibile testimoniare mediante il linguaggio delle immagini l’entusiasmo che i ragazzi hanno messo sia nello svolgere le attività pratiche tipiche del campo di lavoro che quelle più formative o creative. Scatti che mostrano una realtà sociale troppo spesso scarsamente messa in luce, fatta dei luoghi, delle istituzioni, dei testimoni della lotta alla criminalità organizzata che i partecipanti hanno potuto conoscere durante il campo.
Fotografi e dalle quali traspaiono le riflessioni e gli interrogativi dei giovani sull’importanza e sul significato sociale che sta alla base dell’atto dell’atto della confisca, da cui si percepisce la dimensione comunitaria e creativa della ‘rioccupazione’ di questi spazi, l’entusiasmo nella collaborazione alla costruzione di comunità alternative alle mafie.
Giulio Di Meo
"Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene." Così diceva Paolo Borsellino. Giulio Di Meo è un fotografo italiano impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica, da anni utilizza fotografia come strumento per informare e denunciare, come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico. “È questa la mia fotografia, quella che amo e che mi piace definire sociale: una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza”. È convinto che il reporter non può limitarsi solo a informare ma deve agire concretamente, impegnandosi nelle realtà che documenta.
Organizza incontri e workshop di reportage e di street photography, in Italia e all’estero, e laboratori per bambini, adolescenti, immigrati e disabili per promuovere la fotografia come strumento di espressione e integrazione.
Fotografo freelance, porta avanti i propri progetti in modo indipendente. Presidente dell’associazione Witness Journal e photo editor dell’omonima rivista di fotogiornalismo WJ. Collabora con diverse associazioni e ONG, in particolar modo con l’Arci, con la quale dal 2007 organizza workshop di fotografia sociale in diverse realtà del Sud del mondo (Brasile, Camerun, Cuba, Saharawi).
Lecco e non solo
Dal 26 ottobre il prodotto del workshop lecchese di Giulio sarà dunque visibile in alcuni luoghi della nostra provincia: dopo il primo appuntamento a Fiore Cucina in Libertà, che vedrà anche la collaborazione dei ragazzi del Liceo Artistico Medardo Rosso, la mostra passerà alla fine di novembre ad Osnago, presso il circolo Arci La.Lo.Co, dove sarà accompagnata dalla presentazione di un libro su arte e cimpegno sociale nonché dal video realizzato durante il campo antimafia. Verso la metà di dicembre, invece, tappa al Circolo Arci Family di Mandello, per poi concludere il proprio tour itinerante a Calolziocorte, al Circolo Arci Spazio Condiviso, dove alla mostra e alla proiezione del video verrà anche qui affiancata la presentazione di un libro sulle arte, cittadinanza attiva e antimafia sociale.
“La macchina fotografica è il mio strumento di lotta, il mio arnese d’amore.
È lo strumento che sostiene le mie idee, il mezzo per rincorrere i miei ideali, per sognare un mondo più giusto.” Giulio Di Meo