Conoscere il passato, anche nei suoi aspetti più terribili e nefandi, proprio per evitare di ripetere gli stessi traci errori anche se il termine è fin troppo riduttivo. Questa convinzione è alla base della campagna lanciata in questi giorni dall'associazione Qui Lecco Libera.
Qui Lecco Libera
"È vietato agli ebrei* stranieri di fissare stabile dimora nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo”. Così recita un passaggio di un provvedimento per "la difesa della razza italiana" approvato durante il fascismo. Era il 18 settembre 1938, durante la sua visita a Trieste, quando Benito Mussolini annunciava la decisione di adottare le leggi razziali e anti ebraiche. Ottant'anni fa il nemico da "respingere" e contrastare era ebreo. Oggi? Noi non vogliamo restare indifferenti. - spiegano dal sodalizio - Ecco perché come Qui Lecco Libera abbiamo deciso di affiggere in alcuni comuni della provincia, compreso il capoluogo, proprio quell'estratto e distribuire migliaia di cartoline che ricordano il passaggio buio del nostro Paese".
La vergogna delle leggi razziali
"Il “Manifesto degli scienziati razzisti”, sottoscritto da numerosi scienziati e docenti universitari, fissò i punti fondamentali della posizione del fascismo nei confronti della razza. Quei concetti furono alla base di un complesso di regi decreti, leggi e circolari che in un brevissimo lasso di tempo tentarono di cancellare la comunità ebraica in Italia. “Gli ebrei non appartengono alla razza italiana” - si legge ancora nella nota di Qll - Derivarono in rapida successione una serie di divieti per i cittadini italiani ebrei che andavano dall’impedimento a insegnare o a frequentare scuole e università, con conseguente allontanamento degli studenti e dei docenti da tutti gli istituti, al divieto di contrarre matrimonio con cittadini non ebrei, di possedere aziende importanti per la difesa nazionale o di possedere aziende, terreni fabbricati che superassero certe dimensioni, di prestare servizio alle dipendenze di amministrazioni pubbliche, civili e militari, di iscrizione ai vari albi delle libere professioni. L’applicazione delle leggi fu capillare.
Ieri e oggi
"A 80 anni da quella pagina infame della nostra storia, pensiamo sia necessario rifiutare ogni forma di razzismo istituzionale e di governo contro qualunque “nemico” costruito dalla politica. Restiamo umani".