Scrive un libro e lo invia alla regina Elisabetta, da Londra i ringraziamenti

La scrittrice olgiatese Patrizia Figini racconta la sua passione per la storia e la stima per sua maestà.

Scrive un libro e lo invia alla regina Elisabetta, da Londra i ringraziamenti
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La regina d'Inghilterra è sempre stato un suo mito e, quando ha pubblicato il suo ultimo libro, ha deciso di inviargliene una copia. E' stata grande però la sorpresa quando l'olgiatese Patrizia Figini ha trovato nella cassetta delle lettere un ringraziamento speciale.

Patrizia Figini, olgiatese appassionata di libri e storia

«Ho incentrato la mia vita sull’unica cosa che con il tempo può solo aumentare: la cultura». E Patrizia Figini si è dedicata a questo proposito con così tanta dedizione e così tanta passione che la sua cultura, variegata e in continua evoluzione, l’ha portata fino a Buckingham Palace. O meglio, nella residenza della regina è arrivato «Traditori», la sua ultima pubblicazione.
Patrizia Figini, 43 anni, originaria di Saronno ma olgiatese d’adozione dopo il matrimonio con Daniele, è arrivata alla scrittura un po’ per caso, dopo anni da accanita lettrice. «Sono sempre stata molto curiosa, fin da piccola. Abitavo nella via centrale di Saronno, la più trafficata, e credevo che le casette sugli alberi esistessero solo in “Tom Sawyer”, ma mio marito mi ha spiegato che in Brianza c’erano davvero. Io, che ero una bambina molto tranquilla, passavo le mie giornate disegnando e leggendo, ma non ho mai pensato di scrivere - racconta Patrizia Figini, laureata in lingua e cultura giapponese - Una quindicina di anni fa scesi come sempre dal treno alla stazione Cadorna di Milano per recarmi al lavoro e mi accorsi di una cosa molto triste: notai che l’unica persona con il sorriso sul volto era un senzatetto, tutti gli altri avevano espressioni serie o arrabbiate. Quel giorno, durante la pausa pranzo, scrissi il mio primo racconto. Si era aperto il rubinetto: io che per anni avevo letto le storie di altri iniziai a scrivere».

"Traditori" racconta la storia dei Caduti della prima guerra mondiale

E da lì Patrizia non si è più fermata, pubblicando prima un libro di racconti, poi un testo fantasy e infine «Traditori», frutto della sua più grande passione: la storia. «Questo libro, che ho pubblicato lo scorso anno con Amazon, si basa su fatti realmente accaduti durante la Prima guerra mondiale, anche se i personaggi sono frutto della mia immaginazione. Sui fatti però mi sono documentata con precisione: la storia è una mia grande passione e la condivido con mio marito. Le nostre ferie sono spesso dedicate ad approfondire alcuni periodi e alcune vicende storiche - prosegue l’olgiatese - E ogni volta che guardo un film o una serie tv di ambientazione storica, soprattutto durante il periodo della rivoluzione francese, noto errori e incongruenze».
E proprio la storia è al centro di «Traditori». «L’ho scritto in qualche mese, di notte. Lavoro come impiegata tutto il giorno, tornata a casa mi dedicavo alle faccende domestiche e poi la notte scrivevo, cercando di essere concentrata al massimo perché quando si tratta di storia i dettagli sono molto importanti. A me poi non piace parlare dei grandi, ma della gente normale e voglio che le mie ricostruzioni siano fedeli» sottolinea la scrittrice.

Una copia per la regina Elisabetta

Figini ha deciso di inviare una copia della sua ultima fatica letteraria alla regina Elisabetta d’Inghilterra. «Quando ho detto a mio marito che avevo chiamato a Buckingham Palace per informarmi sulla spedizione di un pacco e sulle misure di sicurezza del caso pensava che fossi matta. Io però penso che nella vita si debba comunque tentare e quando mi hanno detto che non c’era nessun problema per la spedizione, ho inviato alla regina una copia in inglese di “Traditori” e una lettera, in cui spiegavo che a mio avviso è doveroso rendere omaggio ai caduti anche a cent’anni di distanza. Era il 14 luglio, la data della presa della Bastiglia - ricorda Figini - Stimo molto la regina d’Inghilterra, che nel caos odierno rispetta ruoli e doveri, esattamente come suo marito Filippo, e ho pensato che, avendo vissuto la Seconda guerra mondiale, magari le sarebbe piaciuto il mio libro sul primo conflitto».

Il ringraziamento della regina Elisabetta

«A fine agosto siamo tornati dalle ferie, trascorse a fare ricerche in alcuni luoghi significativi della Seconda guerra mondiale, e dopo qualche giorno mio marito ha trovato nella cassetta delle lettere una busta con la sigla “Er2” e lo stemma della corona. Presi dall’emozione abbiamo impiegato diversi minuti per aprirla. La lettera, su carta intestata, era scritta dalla segretaria della regina e riportava il ringraziamento di sua maestà per “essermi presa il disturbo” di mandarle il libro. Questo è un merito che va alla regina, che tiene in considerazione anche chi non ha le sue origini e non è nemmeno suddito del suo regno. E’ stata un’emozione grandissima, tutti i parenti mi hanno telefonato per congratularsi. Ringrazio di cuore mio marito e i miei familiari, ma anche i miei amici Carla Velli, Luca Brigatti, Cristian Tripicchio e Daniele Rota per il sostegno che mi hanno sempre dimostrato, sia con le parole sia aiutandomi a reperire il materiale indispensabile ai miei studi».

Nuovi progetti per l'autrice olgiatese

Patrizia Figini sta ora lavorando a un nuovo libro, incentrato sulla storia di alcuni bambini tedeschi durante il Secondo conflitto mondiale. Chissà se la regina avrà l’onore di ricevere anche questo volume o se toccherà al suo successore, il principe William, continuare questo insolito viaggio nel passato, reso possibile dall’amore per la storia di un’appassionata olgiatese.

Commenti
Patrizia

Buonasera. Sono molto contenta del fatto che abbiate voluto parlare di questo mio libro. Non per me, ma affinché le storie di questi soldati possano essere conosciute da più gente possibile. Al momento, sto lavorando ad un libro ambientato durante la seconda guerra mondiale. A questo scopo sto raccogliendo una grande quantità di materiale , cercando di entrare in contatto con tutti coloro che , ora avanti con gli anni, conservano la memoria del periodo bellico.

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