Addio al fotografo Pietro Redaelli
Si deve a lui il recupero del Monastero della Misericordia. Fu insignito del Cavalierato da Ciampi, su suggerimento della Rita Levi Montalcini.
Il suo obiettivo ha immortalato più di mezzo secolo di storia brianzola: si è spento questa mattina a Missaglia il fotografo Pietro Redaelli
Pietro Redaelli una vita in Brianza
Classe 1941, Redaelli è stato il motore di iniziative che hanno lasciato il segno. E' alla sua azione che si deve, ad esempio, il recupero del Monastero della Misericordia di Missagliola. Dove non a caso nel 2011 aveva festeggiato il suo settantesimo compleanno con una mostra. Una personale dedicata ai volti delle migliaia di persone incontrate nella sua lunghissima carriera. «Persone e personaggi» il titolo. «Ho perso il conto» aveva confidato allora con un mezzo sorriso al Giornale di Merate.
Cavaliere grazie a Rita Levi Montalcini
Ma il curriculum di Redaelli non si limitava certo alla sua terra natia. Diverse le mostre allestite all’estero, a Mosca in Russia e in Irlanda. Qui era addirittura stato insignito del Quadrifoglio d’oro nel giorno di San Patrizio. Anche l'Italia lo aveva onorato del Cavalierato, conferito dalle mani del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nientemeno che su suggerimento della senatrice a vita e Premio Nobel Rita Levi Montalcini. Una dei tanti «vip» che Redaelli è riuscito a conoscere e conquistare con la sua arte e il suo animo appassionato.
Da fornaio a fotografo
La storia di fotografo di Pietro Redaelli parte da lontano e inizia per caso. La passione per la fotografia era nata in lui spontaneamente, quando era solo un bambino. Un hobby dapprima. Tant'è che il suo primo mestiere fu quello di panettiere, come i genitori e i suoi dieci fratelli. La famiglia dal 1945 aveva infatti un forno sotto i portici nella piazza centrale di Missaglia. cambiò il suo destino una seria forma di asma allergica. Per allontanarlo dalle farine lo spedirono al mare, a Varazze in Liguria. E lì, per puro caso, nacque l’amore del giovane Pietro per il Monastero della
Misericordia, così vicino a casa sua ma che lui ancora non conosceva.
La passione per l'ex convento
Spassoso e sorprendente il suo racconto. «Ero in strada con altri ragazzi a fare il filo a una tedeschina, quando un conoscente tutto trafelato mi grida di correre in casa. Perché in televisione stavano parlando di Missaglia. Allora andava in onda “Il musichiere”, un gioco condotto da Mario Riva nel cui intervallo veniva intervistata la famiglia di un personaggio famoso. Quel giorno c’erano i parenti dell’attore Enrico Maria Salerno, il cui fratello Gianbattista, pittore e restauratore, fece pubblico appello per salvare il monastero. Ne fui folgorato».
La sua «missione di salvataggio» iniziò qualche tempo dopo, però. Il 14 aprile 1989, con gli amici Silvano Valentini e Adriano Casiraghi, fondò ufficialmente l’«Associazione Amici del Monastero della Misericordia». Più recente il suo contributo alla commemorazione del centenario del premio Nobel per la Pace Ernesto Moneta, figura legata a Contra di Missaglia.
Consigliere comunale
Dopo la parentesi ligure, Redaelli tornò a casa e cominciò a lavorare in fabbrica. Intanto però coltivava diversi hobby, «da giovanotto ribelle e turbolento qual ero». Organizzatore d’eventi, collezionista d'arte, divenne il fotografo ufficiale del Centro Culturale Brianteo interno alla «Vismara» di Casatenovo. Decise quindi di aprire il suo negozio di fotografia in via Matteotti, tuttora gestito dai due figli. Il resto è storia.
Nel suo curriculum figura anche l'impegno da consigliere comunale, nelle fila del Partito socialista, al tempo del sindaco Gabriele Castagna. Il volontariato civico era diventato il suo nuovo impegno, con il piedibus scolastico che lo vedeva accompagnatore sulla linea da cascina Borromeo alla scuola primaria di Maresso.
Lascia la moglie e i due figli.