Carimiro Ferrari, un maestro da ricordare
Renato Frigerio: «Ispirandoci a lui ci sentiamo più uniti negli ideali che ci hanno portato a praticare l’alpinismo».
La fine dell’estate per l’Alpinismo lecchese è tempo di anniversari e rinnovato cordoglio. Il 4 settembre 2001 Lecco perdeva prematuramente un altro dei suoi uomini più apprezzati, sia a livello italiano che internazionale: Casimiro Ferrari.
Il ricordo di Renato Frigerio
«Avendolo conosciuto sono convinto che dimenticarlo è come perdere un rapporto prezioso ed importante per chi è definitivamente attratto dalla montagna e dall'alpinismo. Infatti è proprio ispirandosi a Casimiro Ferrari, la cui coinvolgente dimensione per Lecco si impone come modello, un punto di riferimento e una certezza, che tutti noi ci sentiamo uniti negli ideali che ci hanno indirizzato a praticare e a far conoscere l'alpinismo e la montagna». Il ricordo è di Renato Frigerio, componente del Gruppo Gamma e memoria storica dell’alpinismo.
Chi era Casimiro Ferrari
Ferrari, nato a Lecco il 18 giugno 1940, è considerato tra i più rappresentativi del Gruppo dei Ragni della Grignetta. Prestigioso il suo curriculum nelle Alpi e in Dolomiti, al quale si sono poi aggiunte, dal 1966, le imprese di altissimo livello nelle Ande peruviane, sul Nevado Jirishanca, Huantsan Ovest, Alpamayo e Sarapo, nonché i molti anni dedicati all’esplorazione alpinistica della Patagonia australe, conclusi con l’avventura vittoriosa sulla vetta del monte Buckland nella Terra del Fuoco. Si annoverano poi le spedizioni sull’Himalaya, dove raggiunse la cima dell’Ama Dablam ed effettuò due tentativi sugli oltre 8.000, alla Nord del Shisha Pangma ed alla Ovest del Makalu.
Le grandi imprese
Di ritorno dalla Patagonia, partecipò con Carlo Mauri alla spedizione del decennale di fondazione del Cai Belledo, nel 1970, che tentò il Cerro Torre da Ovest. Nel 1974 diresse la spedizione risolutiva dei Ragni sulla stessa vetta, celebrativa del centenario del Cai Lecco, in cordata con Mario Conti, Pino Negri e Daniele Chiappa. Un’autentica pagina di storia alpinistica. Poi, nel 1976, ecco la conquista del pilastro Est del Fitz Roy, quindi tra gli anni 80 e 90 le scalate altrettanto vittoriose al Cerro Murallòn, Cerro Norte, San Lorenzo, Cerro Riso Patròn, Cerro Grande, San Valentin, Aguja Bifida e Aguja Mermoz.Nel carnet di Ferrari non mancano le alte onorificenze civiche: ricordiamo il cavalierato conferito dal presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1977.
"Non c'è Lecco senza Cassin, Mauri, Ferrari, Mazzoleni, Anghileri"
«A Casimiro Ferrari continuiamo a rivolgere lo sguardo semplicemente come al personaggio cui ci si può ispirare nei momenti felici e in quelli difficili. Vediamo con quale carattere, entusiasmo e determinazione lui ha saputo far crescere la passione e con quale carisma l’ha tramandata ai più giovani alpinisti del territorio - sottolinea Frigerio - Non si tratta soltanto di tener vivo un ricordo, ma di far vivere le sue idee, gli obiettivi che lui con orgoglio, tenacia e passione senza limiti ha saputo realizzare. Tutto questo principalmente a garanzia e beneficio di quella affermata e consolidata tradizione cui dobbiamo andare orgogliosi, che è parte della radicata cultura della nostra città. Non c'è Lecco senza Cassin, Mauri, Ferrari, Mazzoleni, Anghileri. L'alpinismo e la montagna sono un capitolo ancora aperto».