Potere al Popolo invoca l'intervento del Ministro Luigi di Maio sul caso Aerosol
"Chiediamo l’apertura di un tavolo di crisi per evitare che un'altra fabbrica se ne vada nel silenzio e nell’indifferenza generale"
Non c'è pace per i dipendenti dell'Aerosol di Valmadrera, ormai in presidio permanente. Le sorti dell'azienda sembrano sempre più precarie (clicca qui per leggere tutti gli articoli sulla crisi dell'azienda valmadrerese). A fianco dei lavoratori e delle lavoratici si è schierato anche il Gruppo Potere al Popolo che ora invoca anche l'intervento del Ministro del Lavoro Luigi di Maio.
La vicenda ricostruita da Pap
Pubblichiamo integralmente la nota di Pap Lecco che ricostruisce le ultime tappe dell'odissea Aerosol.
Martedì 12 Giugno 2018 ore 17.00 arriva la doccia gelata ai lavoratori ed alle lavoratrici della Aerosol di Valmadrera. L'Amministratore Unico della Società Aerosol Service, dott.Giovanni Bartoli, comunica che i due soci della Società non intendono versare almeno uno stipendio delle sette mensilità arretrate, diversamente da quanto promesso nell’ultimo incontro con i lavoratori.
Il prolungarsi dell'incertezza sulla sorte della Società si sta rivelando un vero è proprio calvario per i sessanta lavoratori e lavoratrici tuttora in forza sui centoquattordici assunti prima dell'inizio della ormai tristemente nota vicenda “Aereosol”.
La vendita
Tutto è iniziato con la “scoperta” che i 14 soci della famiglia Fiocchi di Aerosol Service Italiana avevano venduto, in data 11 novembre 2016, le proprie azioni per “un euro” a SECONDA INVESTIMENTI S.R.L con sede in Milano, Società a “socio unico”, dott. Giovanni Bartoli.
Dall’11 Luglio 2017 i lavoratori hanno smesso di ricevere la retribuzione pur continuando a lavorare. Da quel momento inizia “la ricerca” del vero titolare dell’azienda. Ci chiediamo: qual è il vero motivo della vendita delle azioni per “un euro”? A tutt’oggi la vera identità della proprietà continua a rimanere “sconosciuta” e i lavoratori sono senza stipendio da mesi. Sta di fatto che i consulenti del “fantasma che possiede l’azienda”, hanno dichiarato che l’aumento di capitale ci sarà solo se si troverà un accordo con un altro partner per un piano industriale.
Questa vicenda mette ormai in evidenza la disinvoltura con la quale a Lecco “Lor Signori” gestiscono le proprie aziende senza nessuna considerazione per la vita e la dignità di 114 lavoratori che vengono lasciati alla mercè di studi legali senza vera rappresentanza e di finanziarie che sono “scatole vuote” con sedi a Milano e in Lussemburgo.
I soci ignoti
Dopo mesi di lotta, il 15 giugno 2018 si arriva alla convocazione delle Parti Sociali da parte del Prefetto di Lecco. Al Tavolo il dott.Giovanni Bartoli non si presenta e manda solo due dirigenti esecutivi della ditta. Non è chiaro a questo punto cosa abbia in mente la Società. La trattativa con la società SOLCHIM, interessata a rilevare la parte produttiva della Aerosol, “misteriosamente” scompare dal tavolo delle trattative. Invece per ciò che riguarda l’erogazione di almeno uno stipendio (sui sette dovuti) il dott. Bartoli dice che questo doveva essere concordato con “due soci” di cui non è dato di sapere il nome e che pare si oppongano a retribuire almeno una mensilità arretrata.
Scatole cinesi
Siamo ormai alla farsa con i lavoratori, in lotta che assistono ad un gioco sporco di creazione di “scatole cinesi” per nascondere operazioni finanziarie che pensavamo non attuabili nella “Lecco industriosa”. Operazioni finanziarie che spesso sono terreno fertile in Italia ed in Europa per infiltrazioni di denaro “legale ed illegale”.
Sottolineiamo la totale indifferenza della politica territoriale e l’inconsistenza delle istituzioni locali nel perseguire i responsabili di queste vendite fasulle che denotano semplicemente una fuga della borghesia lecchese dalle proprie “responsabilità sociali” nei confronti di 114 famiglie del nostro territorio.
Le richieste di Potere al Popolo:
- Chiediamo che venga resa pubblica l’identità dei soci proprietari oggi responsabili dell’Aerosol.
- Riteniamo che, in assenza di precise garanzie da parte dei “consulenti” della società sulla vera proprietà, ci siano ormai tutti gli elementi per chiedere l’intervento della Procura della Repubblica e della guardia di finanza per fare chiarezza su questi “passaggi di proprietà” che alzano una serie di sospetti sulla reale situazione economica nella quale l’azienda Aerosol è stata “svuotata” in questi ultimi anni.
- Chiediamo che le istituzioni locali finalmente si muovano e intervengano sulla proprietà e su Confindustria per sbloccare l’erogazione degli stipendi arretrati ai lavoratori che oggi sono arrivati allo stremo.
- Chiediamo che non si lascino soli i lavoratori e le loro famiglie: che i comuni e il sistema di welfare esentino da tasse e tariffe le famiglie dei lavoratori, si attivino per contrattare la sospensione dei mutui con le banche e soprattutto si costituisca un fondo per il sostegno alle famiglie dei lavoratori che si trovino in difficoltà per licenziamenti o chiusure di aziende, utilizzando ad esempio, le cospicue risorse che le aziende di servizi pubblici e la fondazione di comunità del lecchese destinano ogni anno a comuni e terzo settore. Ci parrebbe quello che proponiamo un utilizzo molto più giusto. Alcuni politici locali da qualche tempo parlano tanto di “comunità”: è ora che si muovano per far seguire i fatti alle chiacchiere.
L'appello al Ministro Lugi di Maio
- Chiediamo inoltre l’intervento del Ministero del Lavoro con l’apertura di un tavolo di crisi per evitare che un'altra fabbrica se ne vada nel silenzio e nell’indifferenza generale.
Come Potere al Popolo siamo solidali con i lavoratori e le lavoratrici di Aerosol che stanno facendo di tutto per salvare una azienda importante e che tanto hanno dato con il loro lavoro per creare benessere nel nostro territorio.