EMOZIONE

Garlate celebra Santo Stefano e i 25 anni di sacerdozio di Don Pietro Raimondi

Una comunità unita per ricordare il percorso di fede, dedizione e servizio tra i poveri di un sacerdote che ha fatto della sua vita un cammino di condivisione e amore

Garlate celebra Santo Stefano e i 25 anni di sacerdozio di Don Pietro Raimondi

Oggi, venerdì 26 dicembre 2025, la comunità di Garlate si è riunita nella chiesa parrocchiale per celebrare la festa patronale di Santo Stefano, in un clima di devozione e gioia condivisa. La giornata è stata resa ancora più speciale dalla celebrazione del 25° anniversario di sacerdozio del concittadino Don Pietro Raimondi.

Milanese di nascita, Don Pietro è cresciuto a Garlate, dove ha vissuto il suo percorso scout nel Lecco 1 fino a diventare capo. Dopo una laurea in giurisprudenza, ha deciso di seguire la sua vocazione entrando in seminario. Ordinato prete nel 2000, ha servito la comunità con passione e dedizione, tra cui il periodo dal 2009 al 2013 come cappellano del carcere di San Vittore a Milano.

Garlate celebra Santo Stefano e i 25 anni di sacerdozio di Don Pietro Raimondi

La celebrazione è stata presieduta dallo stesso festeggiato, che prima dell’inizio ha acceso il faro in memoria del martirio di Santo Stefano, un gesto simbolico che ha aperto la cerimonia con un’intensa carica emotiva. Accanto a lui, il Prevosto di Olginate Don Matteo Gignoli, Don Gianni Dell’Oro e Don Eric Besson, mentre la comunità era rappresentata dal sindaco Giuseppe Conti, dalla vice PierAngela Maggi e dai rappresentanti delle associazioni civili locali. Non sono mancati i familiari più stretti di Don Pietro, a rendere omaggio a questo importante traguardo.

Durante l’omelia, Don Pietro ha condiviso con i presenti le quattro tappe fondamentali del suo ministero: Monza, il carcere di San Vittore, la scuola professionale delle Suore Salesiane e il servizio tra i poveri di Timor Est. “Quattro esperienze che mi hanno messo a contatto con ricchi e poveri, con colpevoli e bisognosi, e che mi hanno insegnato a riscoprire me stesso: povero, ricco, colpevole e bisognoso di imparare”, ha detto con voce emozionata.

Don Pietro ha voluto sottolineare il cuore del suo percorso sacerdotale: “A me non interessa avere un posto di rilievo all’interno della Chiesa, ciò che mi interessa è assomigliare sempre più a Gesù di Nazareth, il mio maestro di vita. I poveri li avremo sempre con noi, ma i poveri veri sono quelli che vivono come Gesù”.

Con un’immagine potente, ha ricordato anche il significato del ministero sacerdotale: “All’inizio della vita sacerdotale indossi il mantello, ma poi, con gli anni, devi togliere quel mantello e iniziare a lavare i piedi ai poveri, e io andrò, in futuro, dove Gesù mi manderà”.

Una celebrazione che ha unito fede, memoria e gratitudine, lasciando un segno profondo nella comunità di Garlate e in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di condividere questo momento con Don Pietro Raimondi.

Mario Stojanovic