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Pesce in tavola durante le feste: come verificarne freschezza e qualità

I consigli di Ats Brianza

Pesce in tavola durante le feste: come verificarne freschezza e qualità

Durante le festività, il consumo di pesce aumenta notevolmente, confermando una tendenza in crescita anche nelle vendite al dettaglio. Accanto ai piatti tradizionali della cucina lombarda, le preparazioni a base di prodotti ittici trovano sempre più spazio sulle tavole natalizie, proposte in numerose varianti.

Per garantire alimenti sicuri e di qualità, ATS Brianza (Monza Lecco), attraverso il Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale, vigila lungo tutta la filiera di produzione, trasformazione e distribuzione del pesce fresco. Nel corso dell’anno, l’ente ha effettuato circa 50 ispezioni negli impianti del territorio, affiancate da oltre 200 controlli di laboratorio su pesce e molluschi.

Come riconoscere un pesce fresco

La freschezza è il criterio principale per scegliere un buon prodotto ittico. Secondo ATS Brianza:

  • Odore: un profumo di mare o di sale indica freschezza; sentori dolciastri o ammoniacali segnalano alterazione.

  • Aspetto e colore: il pesce deve apparire brillante e vivo. Gli occhi devono essere limpidi e vitrei, le branchie rosso intenso tendente al porpora.

  • Consistenza: la carne deve risultare soda ed elastica.

Per i molluschi bivalvi (cozze, vongole, ostriche, capesante): i gusci devono essere integri, puliti e chiusi, o richiudersi rapidamente al contatto. Le ostriche, in particolare, devono essere imballate con la parte concava del guscio rivolta verso il basso e conservate a una temperatura leggermente superiore allo zero.

Conservazione del pesce

Il pesce è altamente deperibile. Dopo l’acquisto:

  • Riporlo in frigorifero entro 48 ore, in contenitore chiuso o avvolto in pellicola.

  • Rimuovere le viscere il prima possibile.

  • Mantenere temperature prossime allo zero per il pesce e leggermente più alte per i molluschi vivi.

Sicurezza nel consumo di pesce crudo

Il consumo di pesce crudo comporta rischi legati a parassiti come l’Anisakis. Gli operatori devono eseguire il congelamento preventivo, obbligatorio per legge, oppure cuocere il pesce a 60 °C per almeno tre minuti per eliminare eventuali larve.

ATS Brianza controlla anche i livelli di istamina, sostanza che può accumularsi in specie come tonno, sgombro, sardina, aringa e acciuga, causando disturbi gastrointestinali, arrossamenti cutanei e tachicardia in caso di concentrazioni elevate.

Attenzione alle frodi

Le frodi nel settore ittico sono frequenti, soprattutto quando il pesce viene venduto in filetti o tranci. Tra i casi più comuni:

  • Pangasio al posto di merluzzo nordico

  • Persico africano al posto del persico

  • Tonno pinne gialle o tonno obeso al posto del tonno rosso

  • Totano per calamaro, pagro per dentice, platessa per sogliola

  • Aragostella o aragosta dai mari caldi al posto dell’aragosta mediterranea

Un trucco utile per riconoscere il prodotto congelato venduto come fresco: l’occhio del pesce appare spesso opaco o biancastro.