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Inaugurato il Monumento ai Caduti restaurato: «Un gesto di rispetto, civiltà e memoria collettiva»

L’intervento di recupero conservativo ha ridato decoro al manufatto di piazza Manzoni a Oggiono realizzato alla fine della Grande Guerra

Inaugurato il Monumento ai Caduti restaurato: «Un gesto di rispetto, civiltà e memoria collettiva»

Il Monumento ai Caduti di piazza Manzoni a Oggiono è tornato al suo splendore dopo un importante intervento di restauro.

Inaugurato il Monumento ai Caduti restaurato: «Un gesto di rispetto, civiltà e memoria collettiva»

Nella mattinata di sabato 6 dicembre 2025, il sindaco Chiara Narciso, l’assessore Giovanni Corti e il prefetto di Lecco Paolo Ponta, di fronte alle autorità militari e civili, ai sindaci dei Comuni limitrofi, ai rappresentanti delle associazioni e ai cittadini, hanno tolto il telo protettivo e svelato il nuovo volto del manufatto. Il primo cittadino ha voluto ringraziare tutti i presenti, tra cui anche Alessandro Negri, consigliere della Provincia di Lecco, l’assessore regionale Gian Mario Fragomeli, il parroco don Maurizio Mottadelli, e una rappresentanza del Liceo Bachelet e dell’Istituto comprensivo Marco d’Oggiono, presente con Mattia Montanelli come sindaco del Consiglio dei Ragazzi. E’ stato lui a tenere il discorso davanti al Monumento, raccontando «con gli occhi di un ragazzo» come vedeva questo manufatto della piazza e come il restauro lo abbia aiutato a comprendere il valore civile dietro al gesto di prendersene cura. Proprio i valori del rispetto e della memoria sono stati evocati più volte anche durante l’intervento del prefetto di Lecco Ponta, avvenuto a inizio cerimonia nella sala consiliare: «Questi monumenti non sono celebrativi della guerra, anzi. Non commettiamo questo errore. Sono invece dei simboli di memoria collettiva di storie di uomini, soprattutto giovani, come noi che hanno perso la vita in modo tragico per colpa della guerra. La guerra che non porta mai nulla di buono e che è tragica sempre, in ogni tempo e luogo. Ringrazio dunque il Comune di Oggiono per questo importante intervento conservativo della memoria collettiva».

L’intervento era stato sollecitato dagli stessi cittadini

Un progetto interamente sostenuto economicamente dall’Amministrazione, come spiegato dal sindaco Narciso: «Ci è sembrato doveroso anche perché ci tengo a sottolineare che noi amministratori siamo stati sollecitati in primis dai cittadini che volevano tornare a vedere bene i nomi e le scritte incise sul monumento, coperte da un alone nero dovuto alle intemperie e al tempo che scorreva. La loro attenzione e sensibilità ci hanno dato ulteriore spinta per prenderci carico di questo progetto molto importante». I cittadini, o meglio, gli «umarell» di Oggiono sono stati anche «dei veri e propri direttori dei lavori», hanno raccontato con un sorriso le due restauratrici, Annalisa Bonfanti ed Elisa Figus, oggionese quest’ultima, che hanno lavorato senza sosta dalla fine dell’estate fino a pochi giorni fa: «E’ stato bello essere inondate anche dalle loro domande perché fa parte del nostro lavoro spiegare le tecniche scelte per salvaguardare l’opera. A nostra volta ringraziamo anche la Soprintendenza per il costante supporto nelle operazioni».

Serata di approfondimento sul lavoro di restauro mercoledì 17 dicembre

Proprio per spiegare meglio quanto fatto, mercoledì 17 dicembre ci sarà una serata in auditorium per spiegare il restauro del monumento che, come spiegato dall’assessore Corti nella sua interessantissima introduzione storica, era stato inaugurato il 25 luglio 1920, su disposizione del Consiglio comunale, dove sedevano le persone più influenti e ricche di Oggiono. Tra loro anche il signor Bellani, della cava omonima (oggi cava Canali), che utilizzò l’arenaria locale (la cosiddetta molera) per costruire l’obelisco, e poi impiegò i propri scalpellini per le incisioni che portano i 66 nomi dei caduti della Grande Guerra. Sui quattro lati del basamento, poi, furono aggiunti anche i nomi dei caduti chiamati al fronte in altri conflitti. E, come riportano le carte dell’epoca, furono i cittadini oggionesi a raccogliere fondi e a finanziare loro stessi la costruzione del monumento. Un gesto di cura che dunque si è ripetuto oggi, oltre cento anni dopo dalla sua costruzione, a memoria perenne del sacrificio di chi perse la vita in battaglia.