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Civate commemora “l’Alpino del sasso” a sessant’anni dalla morte

Ricordato il sergente maggiore Antonio Valsecchi, fondatore del Gruppo Alpini di Civate

Civate commemora “l’Alpino del sasso” a sessant’anni dalla morte

Gli Alpini hanno reso omaggio al sergente maggiore Antonio Valsecchi, fondatore nel 1923 del Gruppo Alpini di Civate, a sessant’anni dalla sua morte.

Civate commemora “l’Alpino del sasso” a sessant’anni dalla morte

Conosciuto come “l’Alpino del sasso”, Valsecchi nacque nel 1888 e si distinse più volte per il suo valore umano e militare. In particolare, questo il gesto che lo consegnò alla Storia: la notte del 12 febbraio 1912, durante la guerra in Libia, gli Alpini furono assaltati da forze nemiche ingenti e, ad un certo punto, terminarono le munizioni. Valsecchi ebbe un’intuizione: rovesciò uno dei grossi massi che coronavano il ciglio della trincea sul comandante dell’esercito turco incombente, che cadde a terra, morto. Gli altri seguirono il suo esempio finché gli avversari, sconcertati, iniziarono ad arretrare e intanto arrivarono i rinforzi. Plurimedagliato, a testimonianza del suo gesto, nel 1915, la città di Milano eresse il primo monumento dedicato agli Alpini d’Italia (opera dello scultore Emilio Bisi, oggi a Milano all’incrocio di via Vincenzo Monti con la piazza Giovanni XXIII), raffigurando proprio il gesto eroico di Valsecchi. Nel 1938, una copia esatta del monumento di Milano fu inaugurata a Merano dal principe Umberto di Savoia. Nel 1948 il monumento di Milano, restaurato dopo i bombardamenti, venne dedicato a tutti i Caduti Alpini d’Italia. Nel ‘54, il Comune di Edolo eresse una terza copia del monumento.

E alla cerimonia hanno partecipato, oltre naturalmente al Gruppo Alpini di Civate e alla Sezione di Lecco, anche alcuni rappresentanti proprio delle Sezioni di Milano, Merano e Edolo. Presenti inoltre i sindaci del territorio, a partire dal primo cittadino di Civate Angelo Isella, il comandante provinciale dei Carabinieri di Lecco colonnello Nicola Melidonis, il parroco di Civate don Luca Civardi e il sottosegretario all’Autonomia di Regione Lombardia Mauro Piazza.

La commemorazione ha avuto inizio alle 15 con il ritrovo al Monumento ai Caduti, per l’ammassamento, l’alzabandiera e la resa degli onori ai Caduti. Le Penne nere e le istituzioni si sono quindi radunate in corteo, procedendo verso il vicino cimitero, dove i presenti hanno reso onore al sergente maggiore Valsecchi e hanno deposto sulla sua tomba una corona di fiori. Il corteo, accompagnato dal Corpo musicale di Civate, ha quindi proseguito fino a piazza Antichi Padri e poi alla Casa del Cieco, dove Carlo Castagna ha ricordato la storia di Valsecchi e ha lanciato, tra il serio e il faceto, la proposta di realizzare una quarta statua dell’”Alpino del sasso” proprio a Civate, in piazza Antichi Padri.

“Alpini in armi e Alpini in congedo sono due facce della stessa medaglia – ha detto il colonnello Riccardo Venturini, comandante del Reggimento V Alpini – alla base di entrambi esistono dei valori che restano immutati negli anni. In questa società basata sull’apparenza, è importante mettere il noi prima dell’ io. Il motto del V Reggimento è proprio: Non per apparire, ma per essere“.

“Di quei monumenti non resterà pietra su pietra – ha proseguito Emiliano Invernizzi, presidente della Sezione di Lecco – Noi abbiamo il sacro santo dovere di difendere chi ci sta accanto. In questo preciso momento storico, quanto siamo disposti a trasmettere ai nostri nipoti il coraggio e i principi che noi abbiamo sempre portato avanti come Alpini?”.

“La nostra voce deve andare oltre: siamo andati a parlare nelle scuole, ma per trasmettere questi valori è necessario l’aiuto in primis delle famiglie”, ha ribadito Luigi Castagna degli Alpini di Civate. E poi un’ultima riflessione: “Valsecchi e i suoi compagni si sono trovati di notte, al buio, nel deserto, a difendersi dall’assalto nemico. Anche noi nella vita abbiamo dei momenti bui; Antonio si è guardato intorno e ha trovato un masso; anche noi, guardandoci intorno, possiamo trovare quel ‘masso’ che ci aiuti a superare gli ostacoli”.

La commemorazione si è infine conclusa con la messa in suffragio, celebrata nella chiesa parrocchiale.

Il video con la lettura della Preghiera dell’Alpino: