“L’amore di Dio è l’ispirazione e il motivo del vostro canto”: all’insegna delle parole pronunciate da Papa Leone si è tenuto a Roma il Giubileo dei cori e delle corali, a cui hanno partecipato anche i coristi della Corale Miani di Somasca – una ventina i presenti, accompagnati dal maestro Cesare Benaglia – che si sono recati a Roma nelle giornate di ieri, sabato 22, e di oggi, domenica 23 novembre 2025.

La Corale Miani di Somasca a Roma per il Giubileo dei cori
Ieri in mattinata i coristi si sono recati in piazza San Pietro per l’udienza con il pontefice; oggi, invece, alle 10.30, è stata celebrata dal Papa la messa nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo davanti a tutti i cori partecipanti al Giubileo, provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.
“Nel salmo responsoriale abbiamo cantato: Andremo con gioia alla casa del Signore (cfr Sal 121). La Liturgia odierna ci invita, dunque, a camminare insieme nella lode e nella gioia incontro al Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, Sovrano mite ed umile, Colui che è principio e fine di tutte le cose – così ha detto Papa Leone nella sua omelia – Il suo potere è l’amore, il suo trono è la Croce e, per mezzo della Croce, il suo Regno si irradia sul mondo. Dalla Croce egli regna (cfr Inno Vexilla Regis) come Principe della pace e Re di giustizia che, nella sua Passione, rivela al mondo l’immensa misericordia del cuore di Dio. Quest’amore è anche l’ispirazione e il motivo del vostro canto”.

Da qui l’accorato appello a tutti i coristi presenti: “Carissimi coristi e musicisti, oggi celebrate il vostro giubileo e ringraziate il Signore per avervi concesso il dono e la grazia di servirlo offrendo le vostre voci e i vostri talenti per la sua gloria e per l’edificazione spirituale dei fratelli. Il vostro compito è quello di coinvolgerli nella lode a Dio e di renderli maggiormente partecipi dell’azione liturgica attraverso il canto. Oggi esprimete appieno il vostro iubilum, la vostra esultanza, che nasce dal cuore inondato dalla gioia della grazia”.

Infine, il pontefice ha ricordato come la musica attinga alle profondità più inaccessibili del cuore, riuscendo ad esprimere ciò che difficilmente può essere detto a parole: “Le grandi civiltà ci hanno fatto dono della musica affinché possiamo dire ciò che portiamo nel profondo del nostro cuore e che non sempre le parole possono esprimere. Tutto l’insieme dei sentimenti e delle emozioni che nascono nel nostro intimo da un rapporto vivo con la realtà possono trovare voce nella musica. Il canto, in modo particolare, rappresenta un’espressione naturale e completa dell’essere umano: la mente, i sentimenti, il corpo e l’anima qui si uniscono insieme per comunicare le cose grandi della vita”.
Mario Stojanovic