Un’opera che vuole narrare la storia di Civate, e in particolare dell’edificazione del complesso di San Pietro al Monte, strettamente legata alle figure del re longobardo Desiderio e di suo figlio, il principe Adelchi: si intitola proprio “Principe Adelchi a Civate” la sinopia per affresco su tavola realizzata dall’artista Rosalba Citera e inaugurata stamattina, sabato 15 novembre 2025, a Civate. L’opera è stata fissata in esterno su un edificio in via Cherubino Villa 20, di fronte a Villa Canali, affacciato su piazza Antichi Padri, sopra all’insegna del bar Nell Caffè. Numerosi i presenti alla cerimonia di inaugurazione, nonostante la pioggia: proprio a causa del maltempo, la cerimonia si è tenuta all’interno di Villa Canali, dalle cui finestre è stato comunque possibile ammirare l’opera.

“Principe Adelchi a Civate”: inaugurata la nuova opera di Rosalba Citera
L’opera, di oltre quattro metri quadri – la quinta realizzata sul tema a Civate – fa parte di un percorso figurativo per raccontare e celebrare “tra storia e leggenda” gli eventi riguardanti la storia dell’edificazione dell’abbazia di San Pietro al Monte. Oltre alle opere che fanno parte di questo percorso, l’artista – che ha scelto come residenza proprio Civate, affascinata dal paesaggio naturale in cui è immersa – ha realizzato un affresco anche nella biblioteca comunale e alla scuola dell’infanzia, ma non solo: numerosi infatti i suoi affreschi anche a Valmadrera.

Come ha spiegato la stessa artista, nell’opera è rappresentato il principe Adelchi e il suo cavallo bianco mentre arriva a Civate, in un’inquadratura che comprende il lago e la penisola di Isella. La testimonianza di questo arrivo è narrata nel manoscritto medievale “Chronica Danielis”: “Nell’anno 707 il cristianissimo re Desiderio con suo figlio Adelchi, percorrendo la Liguria, arrivò in un luogo che si chiama Civate. Questo luogo è molto bello e notevolissimo per ogni piacevolezza, perché era molto salubre per l’aria, ricchissimo in vigne, tutto ricoperto di boschi, irrigato da acque copiose, e dava in abbondanza a tutti gli abitanti una gran quantità di pesci, e venne il re trattando gli affari di Stato con i suoi conti”, si legge infatti nel documento storico.

“L’edificazione di San Pietro al Monte – spiega l’artista – è proprio attribuita a re Desiderio, che l’avrebbe realizzata come ringraziamento per la recuperata vista di suo figlio, il principe Adelchi”. Infatti, secondo la leggenda, durante una partita di caccia sul monte Pedale (ora chiamato Cornizzolo) Adelchi stava inseguendo un cinghiale fin dentro una chiesetta. Mentre stava per lanciare la freccia contro l’animale, che si era accovacciato davanti all’altare, quasi a chiedere protezione a Dio, il principe divenne improvvisamente cieco. Un eremita gli bagnò gli occhi con l’acqua di una sorgente che scaturiva in prossimità della chiesetta e Adelchi riacquistò miracolosamente la vista. Re Desiderio, di fronte a questo miracolo, decise quindi di far erigere una grande chiesa nei pressi di quella fonte: la basilica di San Pietro al Monte. Proprio alla “Leggenda del cinghiale e del principe Adelchi” è dedicato uno degli affreschi realizzati da Citera in paese, situato in esterno su un edificio di via Manzoni in prossimità del municipio.
“Ho voluto rappresentare il principe Adelchi a Civate un po’ come un canto alla vita – racconta l’artista – Spero di continuare questo progetto, raccontando sulle vie e sulle pareti esterne degli edifici la storia di Civate e della basilica. Sono moltissimi infatti i visitatori che vengono a vedere l’abbazia di San Pietro al Monte, ma non tutti conoscono la grande storia che c’è dietro alla sua edificazione”.

La pittrice ha quindi illustrato la tecnica utilizzata: l’opera è infatti una “sinopia per affresco”. “Sinopia – ha spiegato – deriva da ‘Sinope’, città della Grecia antica da dove un tempo veniva preso questo pigmento sui toni del rossiccio. Nel Medioevo veniva utilizzato per realizzare il primo strato dell’affresco, il disegno preparatorio che poi veniva mostrato al committente prima di procedere”. Un excursus anche sulla tecnica dell’affresco: “La tecnica dell’affresco, forse perché considerata un po’ faticosa e perché comporta tante regole da seguire, oggi non viene molto portata avanti dai giovani, che tendono invece a prediligere i murales. Gli affreschi però garantiscono una lunga durata nel tempo”, sottolinea l’artista. Per quanto riguarda le tempistiche e le modalità di realizzazione, Citera ha spiegato: “Solitamente, quando realizzo gli affreschi in loco, ci impiego circa un mese. In questo caso però era complicato realizzare un ponteggio sopra l’ingresso del bar, quindi ho lavorato nel mio studio”.

Infine, l’artista ha svelato di avere già in mente un prossimo progetto: “Avrei già un altro bozzetto in cui racconto l’arrivo di Adelchi a Isella e in lontananza si vede anche l’accampamento, perché il principe era arrivato con i suoi soldati al seguito. Questo garantirebbe un’ulteriore inquadratura sul paesaggio, per sottolineare sempre la bellezza di Civate”.
Soddisfatto il sindaco Angelo Isella per il progetto, patrocinato dal Comune: “Quest’opera costituisce una parte di un percorso a tappe, che comprende affreschi che raccontano la storia di San Pietro al Monte. Ringrazio i miei assessori che hanno sostenuto il progetto e l’artista Rosalba Citera. E’ molto bello valorizzare una tecnica artistica che non è più così moderna e, nello stesso tempo, portare avanti il tema della valorizzazione del territorio e delle sue bellezze artistiche e culturali. Grazie anche ai proprietari degli edifici che hanno permesso la realizzazione delle opere”. Presenti alla cerimonia di inaugurazione anche il vicesindaco Simone Scola e gli assessori Ilaria Rocco, Silvia Tantardini e Davide Canali.
