Le recenti modifiche al lungolago di Lecco hanno acceso un acceso dibattito tra Fratelli d’Italia e la lista civica Fattore Lecco, sostenitrice del sindaco Mauro Gattinoni.
Lungolago di Lecco, scontro sulla riqualificazione
C’è chi lo ha chiamato “tocco estetico finale”. Fratelli d’Italia lo definisce invece «una vergogna urbana». Secondo il partito di centrodestra, le immagini delle aiuole attorno ai tronchi degli alberi mostrerebbero un miscuglio di materiali e colori che nulla ha a che fare con la riqualificazione promessa dall’Amministrazione comunale.
«Un intervento improvvisato, brutto e soprattutto irrispettoso verso l’ambiente e i cittadini che da anni attendono un vero restyling della riva più amata di Lecco – si legge nel comunicato del direttivo cittadino, del gruppo consiliare e del candidato sindaco Filippo Boscagli–. Il risultato è un patchwork di rattoppi: basamenti cementati attorno alle radici, drenaggi discutibili, contrasti cromatici che stonano con la pavimentazione storica».
Fratelli d’Italia chiede trasparenza e responsabilità: «Chi ha autorizzato questo tipo di finitura? Quali materiali sono stati utilizzati e con quali garanzie? È stato davvero verificato il rispetto del progetto esecutivo approvato dal Comune?». Per il gruppo, il lungolago rappresenta il volto della città, e ridurlo a una «colata biancastra di cemento» significa «umiliare il paesaggio e tradire la promessa di una vera riqualificazione».
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La lista civica che sostiene Gattinoni ha risposto con fermezza, negando l’uso del cemento e rivendicando la scrupolosa esecuzione del progetto.
«Nel gruppo di professionisti che ha redatto il progetto e segue i lavori sono presenti soggetti specializzati nella tutela degli ecosistemi e nella gestione ambientale dei cantieri – affermano da Fattore Lecco –. Con loro e i loro agronomi sono state effettuate diverse campionature e prove, e il materiale scelto è naturale, compatto, largamente utilizzato per sentieri e pavimentazioni in aree verdi per le sue capacità drenanti e il basso impatto ambientale».
Il gruppo civico sottolinea che «non si sta cementando nessun apparato radicale. Quello posato a corona dei fusti serve ad aumentare la superficie calpestabile pur garantendo la protezione delle radici». La scelta, spiegano, è stata condivisa con gli esperti e rispetta gli obiettivi del progetto di riqualificazione, volto a correggere le deformità causate dagli apparati radicali e a restituire loro il giusto spazio.
Fattore Lecco conclude con una stoccata politica: «Chi chiede “competenza, visione e cura” dimostra per primo di non avere queste caratteristiche. Dove erano i consiglieri di Fratelli d’Italia quando si discutevano gli interventi in commissione o venivano presentati i progetti?».
Il lungolago di Lecco resta così al centro della polemica politica: da un lato la denuncia di un intervento “approssimativo e offensivo” verso la città, dall’altro la difesa di un progetto studiato per garantire sicurezza e tutela ambientale. I cittadini ora osservano e valutano, in attesa di vedere completata la riqualificazione della loro riva più amata.