Che ci fossero degli errori grossolani nella relazione presentata a marzo 2024 da Tecnohabitat alla Conferenza dei Servizi Provinciale e alla Regione Lombardia, per l’analisi di assoggettabilità alla V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) relativa al progetto della centrale termica del Caleotto destinata legata al progetto del teleriscaldamento, lo hanno reso noto da giorni. Di più: hanno condiviso i risultati delle analisi, effettuate dall’ingegner Giacomo Mainetti con il supporto del professor Giuseppe Zollino (titolare dell’insegnamento di Tecnica ed Economia dell’Energia e, dal 2009, di quello di Impianti Nucleari a Fissione e Fusione all’Università di Padova), con tutti gli enti coinvolti nel processo autorizzativo, ovvero Comune, Regione e soprattutto Provincia di Lecco, chiamata a emettere l’Autorizzazione Unica Ambientale.
Palazzo Bovara e Palazzo Lombardia hanno deciso di rendere noti a tutti i risultati delle loro analisi. Risultati che, se venissero confermati, “dimostrerebbero che l’impianto del Caleotto non comporterebbe un vantaggio ambientale… anzi”.
Stiamo parlando dei consiglieri comunali Corrado Valsecchi, di Appello per Lecco, e Lorella Cesana, di Lecco Ideale, che oggi, venerdì 7 novembre 2025, insieme all’ingegner Mainetti, sono tornati a “dare battaglia” sul tema.
Silenzio tombale di due enti su tre: sì perché proprio oggi la Provincia di Lecco ha risposto al documento inviato dai due consiglieri lecchesi prendendo atto delle loro segnalazioni. Sembra che da Villa Locatelli sia poi partita anche una richiesta verso il Pirellone chiedendo a Regione di prendere posizione.
Centrale del Caleotto, Valsecchi e Cesana: “Numeri sbagliati nello studio ambientale. Chilogrammi scambiati per tonnellate”
Ma entriamo nel merito di questi presunti errori segnalati. “A seguito dell’istanza di accesso agli atti, abbiamo visionato la relazione di Tecnohabitat e il decreto della Regione Lombardia, dal quale risulta che non era necessaria una nuova valutazione ambientale, insieme al parere positivo del Comune di Lecco – ha spiegato Cesana – e qualcosa non ci tornava. Come è possibile che la centrale di cogenerazione producesse un presunto vantaggio ambientale del 99% rispetto alla situazione attuale (con singole caldaie diffuse)? Un numero troppo strano per non balzare all’occhio”.

Secondo le analisi effettuate dall’ingegner Mainetti, quel numero è decisamente lontano dalla realtà. E perché? Perché, secondo i calcoli del professionista, nella relazione di Tecnohabitat sono stati erroneamente confusi i chilogrammi con le tonnellate. Un errore che, se confermato, sarebbe clamoroso e andrebbe a inficiare la base della relazione.

“Noi ci siamo limitati a utilizzare tutti i dati contenuti nella relazione di Tecnohabitat, ma ci siamo resi conto che il valore di confronto degli inquinanti NOx ovvero ossido di azoto e CO monossido di carbonio per la situazione attuale, utilizzato per il confronto con gli stessi valori del progetto, è stato sovrastimato di un fattore 10³ (mille). In realtà la situazione emissiva post intervento, nelle ipotesi indicate nel documento, risulta dello stesso ordine di grandezza della situazione attuale. L’analisi condotta non pretende di sostituirsi al documento originale, per il quale sarebbero necessari studi più approfonditi e una maggiore disponibilità di dati; allo stesso tempo, non è possibile affermare con sicurezza che la grande caldaia del Caleotto provocherà un livello di inquinamento superiore a quello delle caldaie tradizionali, così come non si può escludere che l’impatto ambientale possa risultare molto inferiore o addirittura trascurabile.”
Detto per i comuni mortali: secondo la relazione dell’ing. Mainetti, almeno per quanto riguarda la CO, il valore è giusto; peccato che sia sbagliata la virgola… ovvero al posto di 6.668 si sarebbe dovuto scrivere 6,678.
Un discorso estremamente tecnico che dimostrerebbe, secondo Valsecchi e Cesana, che la centrale di cogenerazione del Caleotto non comporterebbe alcun vantaggio, ma che anzi, proprio secondo i dati di Tecnohabitat, potrebbe avere emissioni maggiori “e peraltro concentrate in un solo punto”.
Ecco il confronto: la prima tabella che vi proponiamo è quella inserita nella relazione di Tecnohabitat, mentre le due successive provengono dall’analisi dell’ing. Mainetti (con o senza la normalizzazione dei dati, ovvero riparametrandoli in base alle condizioni ambientali).
Appare evidente che, almeno nel documento presentato oggi, il vantaggio ambientale del 99% non solo scompare, ma diventa addirittura uno svantaggio. “Abbiamo presentato tutto questo agli enti ma, ad oggi, abbiamo ricevuto risposta solo dalla Provincia. Per questo motivo riteniamo opportuno portare la questione all’attenzione del Consiglio comunale di Lecco, perché se il consenso della Regione Lombardia e del Comune è stato espresso in assenza di tutte le informazioni utili, si tratta di un vizio procedurale rilevante – ha spiegato Cesana –. Abbiamo quindi proposto un ordine del giorno, che passerà in commissione capigruppo per chiedere che venga annullata o sospesa l’efficacia della delibera del 29 settembre, così da rivedere tutto alla luce di informazioni tecniche più trasparenti. Se l’ordine del giorno passerà, verrà discusso durante il Consiglio comunale del 17 novembre. Sottolineo anche che è curioso sia stato avviato un procedimento amministrativo in deroga al PGT, per le torri del Caleotto, senza che sia stato chiesto il motivo. E tutto questo per una centrale insalubre di tipo 1. Manca trasparenza, e non possiamo permettere che si proceda in questo modo.”
Una richiesta che si pone in maniera alternativa al referendum sulla centrale richiesto dalla Lega? “La nostra richiesta punta alla la messa in pausa e/o l’annullamento del procedimento, la sospensione dell’applicabilità della Delibera del Consiglio Comunale di Lecco del 29 settembre 2025 e l’effettuazione di una nuova Valutazione Ambientale da parte di Regione Lombardia, prima quindi di un referendum”.

Tranchant il commento di Corrado Valsecchi: “Noi non siamo contrari al teleriscaldamento e non ne mettiamo in discussione il principio in quanto tale, ma chiediamo trasparenza. Il fatto che, ad oggi, non abbiano ancora risposto alle nostre osservazioni e richieste di informazioni fa pensare che la loro documentazione non sia così solida. Non hanno detto che le nostre osservazioni siano infondate. Se qualcuno ha commesso un errore, dovrebbe ammetterlo. Lo dobbiamo ai cittadini, per trasparenza. Se gli errori venissero confermati, sarebbe necessario intervenire con le dovute correzioni.”

