«Presentiamo idee e contenuti di spessore, frutto di un lavoro lungo, condiviso e articolato di una coalizione politica ed elettorale che ha deciso di scendere in campo non per fare la guerra a qualcuno, da una parte o dall’altra, né per semplificare le questioni con etichette ideologiche, ma per portare alla città di Lecco proposte concrete che possano rappresentare un reale passo avanti per chi ci vive. Non solo: ciò che mettiamo sul tavolo non sono solo idee, ma anche un metodo basato su un nuovo modo di lavorare.»
Mauro Fumagalli, candidato sindaco della coalizione civica che unisce Azione Lecco, Appello per Lecco, il gruppo consiliare Per Lecco e Insieme, non ha dubbi sul fatto che «il nuovo futuro di Lecco possa e debba passare dalla nuova Variante del PGT», il Piano di Governo del Territorio, ovvero il principale strumento urbanistico della città.
Il 28 luglio 2025 il Consiglio Comunale di Lecco ha adottato la nuova Variante generale e, ieri, 3 novembre, è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni. Il nuovo gruppo civico ha presentato cinque osservazioni, illustrate oggi, martedì 4 novembre, durante un incontro a Palazzo Bovara. Presenti, oltre al candidato Mauro Fumagalli, Corrado Valsecchi di Appello per Lecco, Eleonora Lavelli di Azione Lecco, Giovanni Tagliaferri del gruppo consiliare Per Lecco, Alberto Locatelli e diversi rappresentanti del gruppo civico.
Nuovo futuro per Lecco: il gruppo civico di Fumagalli presenta cinque osservazioni al PGT
«All’interno delle nostre proposte c’è un passo avanti verso una visione per la città, che verrà poi concretizzata nel nostro programma elettorale. Si tratta di un passo importante, perché pone l’attenzione su un approccio diverso rispetto allo sviluppo di Lecco. Spero che questo venga colto anche dall’amministrazione come un contributo positivo» – ha aggiunto Fumagalli – «La variante del PGT si è inizialmente sviluppata senza grande attenzione e ascolto, ma questa fase offre l’opportunità di cambiare, arricchire e migliorare lo strumento urbanistico».
Il lavoro di squadra non ha coinvolto solo i quattro gruppi, ma anche tecnici esperti, cittadini e personalità che hanno fatto parte del tavolo di questo sodalizio politico-elettorale, con l’obiettivo di sviluppare miglioramenti al PGT.
«Siamo in una zona tra lago e montagne, una condizione urbanistica complessa, e abbiamo bisogno di individuare soluzioni edilizie e urbanistiche innovative: il PGT può infatti migliorare la vita dei cittadini, ma può anche peggiorarla. Vogliamo lanciare questa provocazione in maniera chiara: la città capoluogo non è autosufficiente e non lo è mai stata. Per questo abbiamo bisogno di interlocuzioni serie a livello regionale, provinciale e con i comuni limitrofi» – ha detto Corrado Valsecchi – «Il nostro ossigeno lo troviamo dialogando con gli altri, per comprendere le prospettive delle nostre comunità. Facciamo un ragionamento sul PGT a scala territoriale: se vogliamo uscire dalle polemiche su traffico, sicurezza e vivibilità, dobbiamo ampliare gli orizzonti e, se necessario, decentrare servizi, dando così senso a una Lecco più grande, che non può fare tutto da sola. È necessario superare egoismi e campanilismi, aprendosi agli altri. Questa è la filosofia di Mauro Fumagalli e del sodalizio, che ha unito forze diverse per un progetto lungimirante, in contrapposizione alle politiche degli altri due schieramenti».
Le proposte concrete sono diverse: vanno dalla creazione di «cittadelle» dedicate alla salute («Ad esempio, Lecco ha un grande hub, l’ospedale, che è la più grande azienda cittadina e darà lavoro per anni a una grande quantità di persone. Le aree che sono o potrebbero diventare disponibili in futuro, quali la Fiocchi, la cava Bregaglio, le aree lungo via Valsugana, dovrebbero essere destinate alla realizzazione di una cittadella della salute, con housing per le famiglie dei dipendenti, residenze per anziani, edifici per la formazione specialistica, un parcheggio di scambio, e dovrà essere fortemente interconnessa con il trasporto pubblico, in particolare con la stazione ferroviaria e un’autostazione») e all’istruzione (con particolare attenzione alla Piccola, zona collocata tra l’area delle scuole superiori e quella del Politecnico), fino a riflessioni su parcheggi, edilizia residenziale e al futuro della ex Deutsche Bank, ipotizzando la modifica del piano terra per rendere permeabili e interconnesse tra di loro le piazze Garibaldi e Affari, allargando in maniera aperta e sicura un sottopasso di ampie dimensioni.
Veniamo quindi alle osservazioni. La prima riguarda il “Parcheggio a Pradello”, che presto verrà occupato da Anas per i lavori di creazione della ciclopedonale. Il gruppo propone la creazione di una nuova area di sosta a monte della ferrovia, lungo la strada che porta verso la Trattoria i Bodega. «Il Comune di Lecco potrebbe ottenere in concessione gratuita questo parcheggio dall’Anas, che si è già detta disponibile. Le attività commerciali della zona potrebbero contribuire economicamente, beneficiando di un grande parcheggio pubblico a disposizione dei loro clienti. L’area è in posizione strategica, vicina al “Sentiero del Viandante”, alle spiagge pubbliche e ai percorsi di montagna. Il parcheggio permette già l’accesso al lago tramite il percorso pedonale esistente a Abbadia Lariana, e potrebbe essere ulteriormente migliorato con un attraversamento a raso o altri collegamenti verso il percorso ciclo-pedonale».
La seconda osservazione riguarda l’insediamento dell’hub multimodale in via Balicco (sul quale, per altro, si è espresso ieri il TAR, dando ragione ai condomini e invitando il Comune a riprendere in mano l’istruttoria). «Le nostre osservazioni sono precedenti al pronunciamento del tribunale amministrativo e nulla hanno a che fare con il ricorso – ha specificato Giovanni Tagliaferri – Noi vogliamo tornare a ipotizzare la creazione di stalli per autobus nel parcheggio di via Sassi, già di proprietà comunale, lavorando in collaborazione con le Ferrovie per il passaggio. In futuro arriveranno altri binari per collegamenti da Orio e dal Ticino; abbattendo quel muro si potrebbe trovare lo spazio necessario sia per i binari che per i bus. Il principio rimane quello di un hub diffuso, ma il vero nodo critico, secondo noi, è il collocamento della maggior parte dei bus in via Balicco. L’attuale proposta ci sembra inopportuna e troppo invasiva in una zona così nevralgica della città, considerando la vicinanza alle scuole, allo svincolo della Statale 36, al parcheggio pubblico, alla rotonda e allo stadio. È davvero il caso di aggiungere un capolinea bus che aumenterebbe ulteriormente i flussi di traffico? Ci sembra che manchi uno studio sull’impatto viabilistico, con il rischio di risolvere il problema della stazione creando un problema maggiore, soprattutto negli orari di punta, con circa 150 corse giornaliere. Non è inoltre prevista alcuna misura per regolare i flussi pedonali».
Palazzo Bovara e Palazzo di Via Marco d’Oggiono (ex Politecnico), temi da sempre cari a Corrado Valsecchi che non ha evitato di accusare l’attuale Amministrazione di aver completamente distrutto quanto fatto dalle precedenti Giunte Brivio, facendo perdere anche 7 milioni di euro di finanziamenti, sono al centro della terza osservazione. «Il nostro progetto mira a mantenere e valorizzare due immobili storici, Palazzo Bovara e l’ex Politecnico di via Marco d’Oggiono, destinandoli alle attività della Pubblica Amministrazione e classificandoli come aree per servizi amministrativi di interesse comune. L’idea è di trasferire le funzioni comunali nell’ex Politecnico, liberando Palazzo Bovara, che manterrebbe esclusivamente funzioni istituzionali e di rappresentanza. Per valorizzare Palazzo Bovara, si prevede la demolizione delle superfetazioni adiacenti a Via Sassi, con la creazione di una piazza ampia e funzionale, collegata alla stazione ferroviaria, che possa anche favorire la riqualificazione di Piazza Sassi come nodo per l’interscambio dei sistemi di mobilità. L’ex Politecnico, attualmente inutilizzato, diventerebbe la sede principale degli uffici comunali, grazie a una razionalizzazione degli spazi che risponda alle esigenze operative del Comune. L’accorpamento delle funzioni comunali in un unico edificio porterebbe numerosi vantaggi: una maggiore integrazione tra i settori, un accesso più semplice e comodo per cittadini e utenti, edifici completamente sicuri e a norma, riqualificazione energetica secondo standard N-ZEB, risparmio sulle spese correnti per affitti esterni e facile accesso a parcheggi esistenti. Inoltre, il progetto prevede la possibilità di migliorare la permeabilità urbana, creando un collegamento con via Cairoli tramite portici a piano terra che si affacciano sulla piazza. In sintesi, si tratta di un intervento che coniuga valorizzazione del patrimonio storico, efficienza amministrativa e rigenerazione urbana, migliorando sia la funzionalità dei servizi comunali sia la qualità degli spazi pubblici».
La quarta e quinta osservazione, legate al piano dei servizi, ai parcheggi e ai servizi abitativi, sono state snocciolate da Eleonora Lavelli e Alberto Locatelli: «La questione dei parcheggi è molto delicata e accogliamo con interesse la riflessione della UIL, facendola nostra – ha detto Lavelli – Lecco è chiamata a fare i conti con il calo demografico e ogni nuovo servizio pubblico dovrebbe essere accompagnato da parcheggi adeguati, cosa che al momento il PGT non prevede».
«Il principio di governo del territorio mira a tutelare, valorizzare e gestire lo sviluppo sostenibile del territorio. Questa funzione si amplia nella pianificazione dei servizi pubblici (scuole, parchi, strade, edilizia residenziale pubblica), dove lo strumento urbanistico dovrebbe essere proattivo nel guidare sia gli interventi pubblici sia quelli privati di interesse generale. L’Art. 94, che impone limiti rigidi a indici e parametri per nuovi interventi o ampliamenti, risulta restrittivo: proponiamo che i parametri edilizi per i servizi siano determinati caso per caso, attraverso studi planivolumetrici approvati dal Comune e dalla Commissione per il Paesaggio. La dotazione di parcheggi resta invece inderogabile, con eventuale monetizzazione ammessa solo dopo verifica di compatibilità infrastrutturale» ha aggiunto Locatelli, che ha illustrato l’ultima osservazione: «Proponiamo di ampliare il concetto di Servizio abitativo, riconosciuto come standard urbanistico, includendo non solo alloggi sociali per famiglie in difficoltà, ma anche soluzioni legate a servizi sanitari, sociali, educativi e universitari. Suggeriamo un approccio flessibile agli indici edilizi basato sulle necessità progettuali, con valutazione da parte del Comune e della Commissione Paesaggio. Per l’edilizia a canone sociale (SAP), si propone di consentire interventi di ristrutturazione anche su alloggi esistenti, su lotti diversi o aree comunali derivanti da perequazione urbanistica, integrando strumenti compensativi e accordi pubblico-privati».




