Oggi, martedì 4 novembre 2025 Prefettura, il Comune e la Provincia di Lecco hanno unito i loro intenti per celebrare la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, nel giorno in cui si ricorda l’armistizio di Villa Giusti, che nel 1918 pose fine al fragore della Prima Guerra Mondiale sul fronte italo-austro-ungarico.
Alla celebrazione hanno preso parte il prefetto di Lecco Paolo Ponta, il sindaco Mauro Gattinoni, la vicesindaco Simona Piazza, la presidente della Provincia Alessandra Hofmann, la questore Stefania Marrazzo, le autorità militari e diversi primi cittadini del territorio, testimoni di una giornata in cui il ricordo si è fatto luce, e la pace – anche solo per un momento – ha avuto il suono limpido di un canto.
4 novembre a Lecco: la memoria ha parlato con voce ferma e commossa
La mattina è cominciata alle 9.30 al Santuario di Nostra Signora della Vittoria, dove la città si è raccolta nella commemorazione dei caduti per la patria.
Monsignor Bortolo Uberti, prevosto di Lecco, ha officiato la Santa Messa, accompagnata dai canti profondi del Coro Grigna dell’Ana, diretto dal maestro Riccardo Invernizzi.
Al termine, un cuscino di fiori è stato deposto nella cripta del Sacrario, come un gesto silenzioso di gratitudine e memoria.
Poco dopo, alle 11.00, piazza Cermenati si è riempita di vento e di tricolori. Sotto un cielo limpido, che pareva voler benedire la città, si è svolta la cerimonia civile: l’alzabandiera ha brillato al sole, i colori del vessillo si sono accesi contro l’azzurro, e l’emozione ha attraversato la piazza.
È stato letto il Bollettino della Vittoria, seguito dal messaggio del Presidente della Repubblica: “Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio. Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa. L’instancabile operato delle Forze Armate lungo tutto l’arco di crisi del Mediterraneo allargato, dove permangono situazioni di contrasto e fragili tregue, rimane fondamentale. In questa giornata, un commosso pensiero va a coloro che sono caduti, sacrificando le loro vite per l’Italia. È un sentimento che richiama soprattutto le giovani generazioni, affinché siano consapevoli della necessità di impegno a difesa dei valori della nostra Costituzione”.
Poi le parole delle autorità e le voci giovani degli studenti del progetto Unicef “Scuola Amica”, insieme agli alunni dell’Ics Lecco 1, hanno intrecciato il passato e il futuro.
La memoria non è ricordo ma responsabilità
“Quest’anno, per esigenze dovute al cantiere del Lungolago, non possiamo ritrovarci davanti al nostro monumento ai Caduti, luogo di memoria e di coscienza collettiva. Ma gli siamo vicini, con il cuore e con il pensiero, mentre celebriamo qui questa giornata – ha detto il sindaco Gattinoni – Nel 2021 abbiamo conferito la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, simbolo di tutti i caduti: senza nome, ma non senza storia. Quel gesto, compiuto da Maria Bergamas nel 1921 – madre di un figlio disperso – resta uno dei più potenti atti di pietà e di riconoscimento collettivo. Davanti a quel soldato, di tutti e di nessuno, abbiamo imparato che la memoria non è solo ricordo, ma responsabilità. Oggi, mentre ricordiamo i caduti della Grande Guerra e di tutti i conflitti che hanno segnato la nostra storia, non possiamo ignorare il contesto drammatico che ci circonda. Le guerre non sono atrocità lontane, consegnate alle pagine del passato: sono ferite ancora aperte nel presente. Dall’Ucraina al Medio Oriente, dai conflitti dimenticati in Africa alle tensioni che attraversano il Mediterraneo, spesso non sappiamo più quali parole usare per invocare il silenzio delle armi. Il silenzio delle armi, da solo, non è la pace, ma è la condizione necessaria perché una pace possa avere speranza. In questo scenario, il nostro compito è ancora più urgente: educare alla pace, difendere la dignità umana, promuovere il dialogo. Le Forze Armate italiane, oggi più che mai, sono protagoniste di missioni di pace, di protezione civile e di cooperazione internazionale. A loro va il nostro ringraziamento per il coraggio e la dedizione con cui servono il Paese, anche al di fuori dei confini nazionali, con il compito di proteggere le comunità locali. Costruire la pace, lo sappiamo bene, è responsabilità di ciascuno di noi. Essere cittadini significa partecipare, contribuire, scegliere ogni giorno di costruire una società più giusta, più inclusiva, più solidale. L’esercizio del diritto di cittadinanza si manifesta anche nei doveri: il dovere di informarsi, di rispettare le regole, di prendersi cura degli altri, di non voltarsi dall’altra parte. Il dovere, in definitiva, di costruire una società più giusta. Perché solo una società più giusta potrà essere sentita come patria o nazione da ogni cittadino, qualunque sia il colore della pelle, il credo religioso o la lingua dei propri padri. Il 4 novembre ci ricorda che l’Unità Nazionale è ancora oggi un progetto, un cantiere aperto, un traguardo collettivo e contemporaneo che abbraccia tutti i cittadini. Lecco è una città che ha saputo dimostrare, in molte occasioni, il valore della cittadinanza attiva. Lo abbiamo visto nell’accoglienza dei profughi di ogni provenienza, nella solidarietà, nella partecipazione ai momenti di memoria e di impegno civile. Lo vediamo ogni giorno nei volontari, nei giovani che si mettono a disposizione, in tutti coloro che scelgono di fare la propria parte. A voi, cittadini di Lecco, va il mio grazie. Perché forse la storia non ci ha chiesto – e forse non ci chiederà – il sacrificio di gesta eroiche, ma ci chiede la coerenza ai valori. Costruire percorsi di pace e di giustizia con gesti semplici: questo sì. Impegnarsi per rafforzare la comunità in cui viviamo: questo sicuramente sì. Alimentiamo, dunque, questi percorsi di pace nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, nelle istituzioni. La pace si costruisce con la cultura, con la giustizia sociale, con la partecipazione democratica. Ecco perché oggi, davanti alle nostre bandiere, voglio rivolgere un pensiero speciale a voi giovani, che siete il futuro di Lecco e dell’Italia. Coltivate la memoria, ma soprattutto coltivate la speranza. Siate costruttori di ponti, non di muri. Nel nostro monumento ai Caduti, la figura della patria dolente non esprime solo il dolore di un pianto, ma invita a ritrovare il coraggio per proseguire. Ogni nome inciso su quelle lapidi è una storia, un sacrificio. Noi, come comunità, abbiamo il dovere di esserne degni“.
L’Italia unita nella memoria e nel servizio
A prendere parola è stata poi la numero uno di Villa Locatelli Alessandra Hofmann: “Per me è davvero un onore essere qui oggi, in questa giornata che – come noi adulti diciamo spesso – racchiude il senso più profondo della nostra identità nazionale. Come è stato ricordato più volte, oggi celebriamo il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate: due momenti che si intrecciano in un unico messaggio, quello dell’amore per la patria, della coesione e del rispetto per chi ogni giorno serve il nostro Paese con impegno, dedizione e sacrificio. La nostra bandiera – che qui sventola e che voi bambini tenete ora tra le mani – con i suoi colori, il verde, il bianco e il rosso, non è per me soltanto un simbolo. La vedo come il segno visibile di ciò che desidero credere ci unisca: la speranza nel futuro, la purezza dei principi e la passione per la libertà.
Perché sì, deve essere una passione. In quei colori si riflettono anche i valori della nostra Costituzione, che ci affida la solidarietà, il rispetto, la dignità di ogni persona e il senso di responsabilità verso la nostra comunità. Le Forze Armate – e oggi abbiamo qui un bellissimo picchetto che ne rappresenta tante – custodiscono ogni giorno questi valori. Lo fanno con silenziosa fermezza, anteponendo il dovere al diritto, servendo il nostro Paese con disciplina e onore, come recita il loro giuramento. Sono donne e uomini che rappresentano, credo, la parte migliore dello Stato: quella che agisce, protegge, soccorre. A loro va la mia, e credo la nostra, più sincera riconoscenza. Per la sicurezza che garantiscono, per l’aiuto che offrono nelle emergenze, per il contributo alla pace che danno in tante parti del mondo. Oggi ricordiamo chi ha sacrificato la propria vita per costruire un’Italia unita, libera e indipendente. Il loro esempio ci chiede di non dimenticare mai quanto siano preziosi la pace e la democrazia – e a volte, purtroppo, ce ne dimentichiamo – e quanto possa essere fragile la libertà, se non la custodiamo ogni giorno. Vorrei rivolgere un pensiero speciale a voi, bambini e ragazzi: siete il futuro della nostra comunità. La memoria di ciò che è stato è la promessa di ciò che sarà. Imparate a riconoscere, nei colori della bandiera che oggi tenete tra le mani, non solo un simbolo, ma un impegno: quello a rispettare gli altri, a collaborare, ad amare il vostro Paese con gesti concreti e semplici. Nello studio, nel volontariato, nella gentilezza – parola che troppo spesso dimentichiamo – c’è il desiderio di costruire un domani migliore, soprattutto per ciascuno di voi. Celebrare oggi il 4 novembre significa unire passato e futuro, memoria e responsabilità. Per me, questo giorno ricorda sempre che dobbiamo rinnovare ogni giorno il patto che ci lega come cittadini italiani: essere comunità, restare uniti e credere profondamente nel bene comune”.
Dal sacrificio alla pace
Importanti le parole del Prefetto Ponta: ” In un mondo che, purtroppo, in molti casi sembra aver dimenticato l’ordinamento multilaterale scaturito dalle tragedie del secolo scorso, difendere la Patria significa difendere l’Italia e i suoi alleati da aggressioni proditorie e illegittime. Significa partecipare alle missioni di pace e di cooperazione promosse dalle Nazioni Unite e dalle altre organizzazioni internazionali cui il nostro Paese aderisce. Significa prestare soccorso alle popolazioni colpite da calamità o eventi bellici, in Italia e all’estero. Significa, inoltre, concorrere al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, in stretta collaborazione con le Prefetture e con le Forze di Polizia civili. Non dimentichiamo infatti che Carabinieri e Guardia di Finanza fanno parte a pieno titolo delle Forze Armate: questa giornata è anche la loro festa. Mi sia concessa un’ultima riflessione. Le ricorrenze nazionali servono a fare memoria, ma la memoria non può esaurirsi in una cerimonia ufficiale: è indispensabile farla propria e trasmetterla alle generazioni future. er questo sono particolarmente lieto che alla cerimonia odierna partecipino attivamente, con i loro contributi, gli allievi del progetto Scuola Amica dell’UNICEF, in particolare le ragazze e i ragazzi del Liceo Bertacchi e della Scuola Primaria Lecco 1. Grazie di cuore a voi, e grazie a tutti per aver reso più bella, con la vostra presenza, questa giornata”.
Gli appuntamenti del 4 novembre proseguiranno nel pomeriggio: alle 17.00, avrà luogo l’ammaina bandiera, seguito alle 21.00 dal XXVII Concerto della Vittoria e della Pace, al santuario di Nostra Signora della Vittoria, eseguito dal Coro Alpino Lecchese, dal coro dell’Ana dell’Adda e dai partecipanti al laboratorio “Cantate Incantate”.
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Mario Stojanovic





