«Ogni volta che si inaugura una scuola si chiude la porta di un carcere». Parafrasando le parole di Victor Hugo, che ricordano quanto l’istruzione sia fondamentale per offrire opportunità e un futuro migliore ai giovani, prevenendo anche episodi di devianza, il sindaco di Vercurago Roberto Maggi ha tagliato questa mattina, venerdì 24 ottobre 2025, il nastro del nuovo plesso della Scuola Secondaria di Primo Grado “Massimiliano Kolbe”, in via Cittadini.
Specchi che diventano finestre per guardare il mondo: inaugurata la nuova scuola Massimiliano Kolbe di Vercurago
Un momento di grande significato per l’intera comunità: la nuova struttura, moderna e funzionale, è perfettamente integrata con la scuola primaria e con la palestra comunale. Il nuovo edificio è stato progettato per ospitare una didattica innovativa, con ambienti accoglienti e spazi pensati per lo “zaino leggero”, a beneficio del benessere e dell’apprendimento degli studenti.
Alla cerimonia erano presenti i rappresentanti del Comune, gli ex sindaci di Vercurago, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Adamo Castelnuovo, il dirigente scolastico Andrea Fidone, le autorità civili e militari, il prefetto Paolo Ponta e, naturalmente, gli studenti, rappresentati dalla giovanissima Cecilia Novati.
«Per ogni comunità, l’inaugurazione di una scuola è un momento importante, poiché rappresenta un investimento per il futuro – ha sottolineato il primo cittadino Roberto Maggi – Il nostro progetto è nato molti anni fa, ma abbiamo dovuto attendere per trovare la soluzione migliore, considerando l’impatto sul territorio in un mondo in cui i cambiamenti demografici sono continui. Personalmente ho la fortuna di inaugurare questo edificio, ma il mio ringraziamento va ai sindaci che mi hanno preceduto, con un particolare riconoscimento all’attuale vice sindaco, Carlo Greppi, che ha sempre sostenuto il progetto, seguendolo da vicino fino al completamento e alla sua odierna inaugurazione.
«Lo scopo della scuola è trasformare specchi in finestre» ha aggiunto il sindaco. un luogo quindi dove aprirsi al mondo con sguardo attento e interessato, senza ripiegarsi su se stessi». «Siamo sotto la rocca di San Girolamo Emiliani. Lui, grande educatore, ci insegna che voi siete i cittadini di domani. Se viviamo in un contesto bello e curato, non deve esserci spazio per la violenza» ha detto poi il prefetto Paolo Ponta.
Emozionante e sentito il discorso della giovanissima rappresentante degli studenti, Cecilia Novati, che dopo aver ringraziato l’amministrazione, le scuole e le autorità, ha sottolineato quanto sia bello e stimolante entrare in una scuola luminosa, colorata e accogliente, e quanto i ragazzi abbiano apprezzato essere stati coinvolti in prima persona durante la costruzione della nuova sede. «È stato coinvolgente, oltre che interessante, avere avuto la possibilità, durante la costruzione della nuova sede, di contribuire alle scelte sui colori, sulle aule e sull’allestimento degli spazi, proponendo per esempio l’acquisto di arredi particolari, come gli armadietti personali o i cubotti presenti ora nelle classi. Ci siamo sentiti protagonisti di questo grande progetto. Abbiamo spesso parlato dell’importanza di avere spazi nuovi per studiare e rilassarci e finalmente il nostro desiderio si è realizzato. Oggi vogliamo anche guardare al futuro, impegnandoci a prenderci cura dei nuovi spazi, a migliorarli ogni giorno e a proporre nuovi progetti. Studiare in una scuola nuova significa anche assumersi una grande responsabilità: rispettarla e viverla quotidianamente con il nostro impegno. Per noi la scuola deve continuare a essere un luogo di crescita, dove ci sentiamo accolti e protetti. Deve essere come una seconda casa e ci teniamo che diventi sempre più funzionale, capace di rispondere ai nostri bisogni di apprendimento e di relazione, non solo per noi, ma anche per gli studenti che verranno dopo di noi. Chiudiamo questo momento di riflessione facendo riferimento all’albero della libertà, che nel nostro nuovo giardino rappresenta il legame con la vecchia scuola e i progetti portati avanti. È simbolo di rispetto, di diritti e di pace. Per questo lo abbiamo collocato all’ingresso della scuola, ad accogliere chi entra e a ricordare valori imprescindibili. Grazie ancora per l’ascolto e per aver creduto nella nostra voce» – ha concluso Cecilia.
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Mario Stojanovic

