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Centrale del Caleotto del teleriscaldamento: Appello e Lecco Ideale in campo per il referendum

"Non si tratta di un atto di protesta, ma di democrazia"

Centrale del Caleotto del teleriscaldamento: Appello e Lecco Ideale in campo per il referendum

Le liste civiche di opposizione Lecco Ideale e Appello per Lecco hanno depositato, nella giornata odierna, un’istanza formale al protocollo del Comune di Lecco per l’indizione di un referendum consultivo e confermativo sul progetto di centrale cogenerativa al Caleotto, destinata al servizio di teleriscaldamento. L’atto verrà trasmesso anche alla Provincia di Lecco nelle prossime ore, in vista degli adempimenti che anche l’ente provinciale si appresta a integrare.

Centrale del Caleotto del teleriscaldamento: Appello e Lecco Ideale in campo per il referendum

La richiesta, presentata dai capigruppo Lorella Cesana e Corrado Valsecchi, nasce da una forte sollecitazione popolare emersa nelle ultime settimane, con numerosi cittadini che hanno chiesto ai due consiglieri maggiore trasparenza e partecipazione su una scelta considerata di grande impatto per il territorio e la qualità della vita.

“Il progetto è stato reso pubblico solo a settembre, e ha subito suscitato forti preoccupazioni per l’impatto ambientale e urbanistico, in particolare per la costruzione di due camini alti 25 metri in deroga al PGT,” spiega Lorella Cesana. “La cittadinanza ha diritto di esprimersi.”

L’istanza fa riferimento all’articolo 22 dello Statuto comunale e all’articolo 2 del regolamento sul referendum, e chiede che il Consiglio comunale deliberi l’indizione della consultazione.

“Non si tratta di un atto di protesta, ma di democrazia,” sottolinea Cesana. “Vogliamo che siano i lecchesi a confermare o meno la scelta dell’amministrazione, in modo trasparente e partecipato.”

Sulla stessa linea anche Corrado Valsecchi, che evidenzia le criticità legate al percorso amministrativo: “Il vero vulnus di questa operazione non sta nella necessità o meno di realizzare una centrale termica che in ogni caso, per le notizie ricevute, è considerato un impianto insalubre di primo livello, ma nell’assoluta mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione comunale nei confronti della comunità che non ha mai avuto modo di pronunciarsi ed essere informata.”

Il progetto di teleriscaldamento era stato approvato inizialmente sulla base di un’unica centrale termica al forno d’incenerimento di Valmadrera, per poi evolvere con la previsione di un secondo impianto anche in città.

“Indipendentemente dalle scelte era evidente e indispensabile il coinvolgimento popolare su un intervento che potrebbe avere, come abbiamo constatato, ricadute di forte preoccupazione da parte dei cittadini,” aggiunge Valsecchi, “in relazione a trasparenza e partecipazione che sino ad ora sono mancate proprio in relazione a tematiche potenzialmente impattanti sul benessere collettivo.”

Le due liste civiche chiedono dunque che il Consiglio comunale valuti l’ammissibilità dell’istanza e avvii l’iter referendario, garantendo tempi congrui e modalità accessibili per la partecipazione.

“Auspichiamo che anche gli altri gruppi consiliari possano aderire a questa semplice richiesta di democrazia e partecipazione valutando e condividendo assieme a noi il quesito da porre ai cittadini, qualora questa iniziativa venisse recepita, senza cadere nella demagogica e strumentale ricerca dei cavilli burocratici e procedurali che potrebbero impedire la sana e rispettosa volontà di dare voce alla comunità di Lecco.”

2Accogliamo con favore la decisione dei gruppi consiliari Appello per Lecco e Lecco Ideale di sostenere in Consiglio comunale la proposta referendaria promossa dalla Lega Lombarda – Lega Salvini Premier contro la costruzione della centrale di teleriscaldamento nel rione Caleotto” hanno commentato dalla Lega il candidato sindaco Carlo Piazza, la capogruppo Cinzia Bettega e il segretario Cittadino Emanuele Mauri – È un segnale importante: ci sono temi, come la salute dei cittadini e la vivibilità dei quartieri, su cui le appartenenze politiche devono fare un passo indietro. La scelta di realizzare un impianto alimentato a gas metano in un’area residenziale, a due passi da case e scuole, ha sollevato fin da subito tante preoccupazioni, e giustamente. La politica, prima di decidere, deve ascoltare. Il referendum è lo strumento giusto per dare voce alle persone. Siamo convinti che una decisione di questa portata non possa essere presa senza il coinvolgimento diretto dei cittadini. C’è bisogno di trasparenza, di spiegazioni chiare, e soprattutto di rispetto per chi in quella zona ci vive ogni giorno”.