«Il lavoro trattato male» è stato l’argomento affrontato dal primo appuntamento del secondo ciclo di «Quo Vadis Impresa – 3 incontri per accendere il futuro», andato in scena lo scorso martedì a Valmadrera. Dopo il successo dello scorso anno, la rassegna organizzata da Clinica San Martino e Varo, è ripartita con entusiasmo con Osvaldo Danzi: al VaroLoft lo speaker ha portato il suo approfondimento sul mondo del lavoro, avente il provocatorio sottotitolo «Siamo certi che tutto quello che si dice sul lavoro sia vero?». Ricordiamo che «Quo Vadis Impresa» si rivolge a imprenditori e HR, e rappresenta un’occasione per esplorare insieme ad esperti relatori le trasformazioni in atto nel lavoro e nell’impresa.
Quo Vadis Impresa: Marta Rota e Alberto Pedretti
Ad aprire la serata è stata la padrona di casa Marta Rota di Varo: «Partiamo con la seconda edizione perché ce l’avete chiesto voi – ha affermato l’imprenditrice rivolgendosi al pubblico in sala – è un momento di confronto, che tratta temi interessanti con ospiti qualificati. Facciamoci una domanda: noi imprenditori siamo davvero così bravi a trattare il lavoro? Personalmente non capisco cosa vogliano i giovani lavoratori e vorrei trovare risposte». Subito dopo è toccato ad Alberto Pedretti di Clinica San Martino: «Lo scorso anno è stata un’ottima esperienza, nata per creare un appuntamento informale fra imprenditori, esperti del settore e professionisti, creando stimoli utili per tutti. Lancio una provocazione: la soluzione per le imprese non è convincere un ragazzo di vent’anni a trascorrere tutta la vita in azienda, ma si può trovare puntando su processi, formazione e sul comunicare l’impresa come un luogo in cui è bello stare».
L’intervento di Osvaldo Danzi
L’ospite designato è stato dunque Osvaldo Danzi, recruiter, formatore e giornalista che ha saputo trasformarsi in una delle voci più autorevoli in Italia sul tema del lavoro e della cultura organizzativa. Lo spunto di partenza è stato il suo libro «Il lavoro trattato male. Dai social, dai giornali, dalla televisione, dalle aziende»: «Ci sono tre anni di ricerche su notizie e informazioni che sono girate sui giornali e sui social, così come dichiarazione di imprenditori. Su tutto ciò ho provato a ragionare insieme a chi lavora e a chi offre lavoro». Nel suo intervento ha toccato vari argomenti: dall’analisi del fenomeno delle grandi dimissioni allo smart working, fino ad arrivare ad alcune «bufale», come quella relativa al venditore di aspirapolvere Folletto o alla bidella che percorre mille chilometri al giorno per presentarsi sul luogo di lavoro. Continua Danzi: «Bisogna imparare a leggere le notizie e le situazioni. Per cui è utile chiedersi, da imprenditori, che cosa stiamo offrendo al mercato? Cerchiamo nel modo corretto le persone? Offriamo loro quello di cui hanno veramente bisogno?».
Il costruttivo dibattito tra i presenti
Le parole di Danzi hanno naturalmente fatto scaturire il dibattito fra i presenti. A partire da Lorenzo Riva di Electro Adda: «La situazione è cambiata rispetto al passato, serve anche creare attrattività per i giovani a livello locale, senza dimenticare il grave problema dell’inverno demografico». Ilaria Bonacina, presidente di Confartigianato Lecco ha aggiunto: «Vedo un po’ di disinteresse nel lavoro da parte dei giovani, tuttavia noi dobbiamo avere più pazienza e formarli, vanno seguiti maggiormente, fatto capire loro quanto il lavoro possa rappresentare una crescita professionale e personale». Ecco poi Giovanni Carugati, presidente di Ucid Como: «Vedo tanta voglia da parte dei giovani di impegnarsi, penso però che serva dare loro un senso di concretezza, rimarcando il ruolo chiave della gavetta». «È sempre difficile trovare gente, capire se chi trovi va bene, però è anche la scommessa che dobbiamo fare, chiamiamolo rischio imprenditoriale» afferma Giuseppe Giussani, titolare di Elettosystem. Christian Taschini, HR di Rodacciai, sottolinea che oggi la sfida è «trovare persone e soprattutto trattenerle. Inoltre l’ascolto è molto richiesto, soprattutto dalle nuove generazioni».
Una discussione proficua
Per Sara Sottocornola, responsabile welfare di Omet, la strategia vincente è «puntare sul tempo per trattenere i dipendenti, offrendo servizi salvatempo che permettano di dedicarsi alla famiglia e ad altre passioni». Fabio Locatelli, COO di Varo, osserva che «è cambiato il tempo, siamo in una fase di transizione». Corrado Valsecchi, consigliere comunale di Lecco ed ex manager, ricorda: «Ho assunto più di duemila persone nella mia vita… se uno è bravo non bisogna farlo andare via, se gli dai quello che vuole, resta». Valerie Schena Ehrenberger invita le imprese a «raccontarsi in modo positivo», ricordando che «non c’è più tempo per improvvisare». Infine, Pierangelo Marrucco, designer, denuncia che «moltissime imprese hanno stipendi da fame» e richiama la necessità di «far sentire i giovani parte di ambienti dove si vive cultura e innovazione».
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