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La cultura per il sociale, quando l’inclusione diventa compagnia teatrale

Comune, Asst e Tramm in scena per una compagnia teatrale inclusiva.

La cultura per il sociale, quando l’inclusione diventa compagnia teatrale

Spettacoli teatrali fatti per essere interpretati da tutti e non «anche» da chi è disabile, autistico o neurodivergente. E’ questo il senso del protocollo che l’Amministrazione andrà a siglare con Asst Lecco e Tramm all’interno del progetto “La Cultura per il Sociale”.

Presentata l’iniziativa

L’iniziativa è stata presentata oggi,  giovedì   9 ottobre 2025, a Palazzo delle Paure  di Lecco alla presenza del vice sindaco Simona Piazza, del dg di Asst Marco Trivelli, il dottor Ottaviano Martinelli direttore del Dipartimento di Salute mentale di Lecco, Matteo Polvara presidente e fondatore dell’associazione di promozione sociale Tramm che ha recitato per il pubblico presente in sala insieme al suo allievo Pietro Pizzagalli (affetto da disturbo dello spettro autistico), nel ruolo figlio Simone (che per inciso è stato bravo quanto il suo maestro).

 Piazza: “Una compagnia teatrale inclusiva”

“Inizialmente La Cultura per il sociale aveva come scopo di portare l’attenzione della nostra comunità sulle tematiche sociali. Quindi non convegni o incontri ma spettacoli teatrali con l’Accademia della follia, qualche mostra, alcune collaborazioni con le realtà del territorio e con la Neuropsichiatria infantile. Arriviamo oggi a costruire un percorso che vuole portare in città la tematica sociale e a costruire una rete anche attraverso il progetto InAut. Grazie a questa sinergia abbiamo  siglato un protocollo d’intesa che dà l’idea del cammino fatto: La Cultura per il sociale non è più solo un’occasione di sensibilizzazione ma diventa l’opportunità per il territorio di andare a strutturare una compagnia teatrale inclusiva composta da attori che hanno un disagio e da altri che non lo hanno, per portare in scena delle rappresentazioni teatrali con un’attenzione alla persona nella sua interezza”.

Trivelli: “Inclusione oltre  al servizio”

Ha aggiunto Marco Trivelli: “Noi offriamo un servizio al territorio, ma spero si vada oltre ad esso  e si faccia in modo che “l’io” delle persone emerga.  E mi riferisco sia al nostro che a quello dei nostri pazienti. La forma del teatro favorisce l’esposizione di sé e noi vogliamo creare luoghi dove l’io possa porsi con una certa sicurezza ma anche con il rischio che comporta il mettersi in mostra perché se non si rischia diventa difficile conoscersi, misurarsi e acquisire fiducia”.

Il teatro come inclusione e cura

Il dottor Martinelli ha sottolineato a sua volta l’importanza dell’esperienza del teatro. “Abbiamo compreso che è importante parlare dell’inclusione ma è più importante e più coinvolgente mettere in atto delle azioni in cui questa inclusione si realizza. E il teatro è una modalità di espressione autentica ecco perché ci accingiamo a mettere in campo questa iniziativa memori del grande successo che ha avuto il concerto dell’Orchestra Invisibile di Pavia, dove persone neurodivergenti e persone neurotipiche hanno suonato insieme. Abbiamo ospitato questo concerto, ora organizziamo qualcosa insieme per il nostro territorio. Tutto questo si svolgerà  nell’ambito del progetto InAut e il tema di quest’anno è “Creare spazio e costruire legami”. E’ un percorso educativo lungo e importante che deve essere sostenuto  con la consapevolezza che anche per noi è bello uscire dall’ospedale per fare qualcosa che va oltre la nostra struttura”.

Una conferenza stampa in pigiama

E’ stato poi Povara a spiegare il senso dell’iniziativa con simpatia sottolineando di essere riuscito a prendere parte alla conferenza stampa… in pigiama. “Con grande dispiacere di mia non sono riuscito ad indossare giacca e cravatta, ma questo sono io”. E poi: “A me capita molto spesso di sentire frasi tipo: “Facciamo un progetto inclusivo” la frase successiva è:  “Facciamo fare i laboratori anche a Giuseppino”. E mi chiedo: “Perché Giuseppino, che è neurodivergente fa parte di un’altra classe? Di un’altra scuola? Per noi questa non è inclusione. Per noi inclusione significa andare in un posto, in una scuola e lavorare su un gruppo che comprende neurodivergenti e non. Tramm lo scorso anno ha festeggiato i 10 anni e abbiamo sempre messo in pratica questo nostro concetto di inclusione che deve essere la norma”. Sull’accordo Polvara ha sottolineato che “si tratta di un protocollo importante per il futuro dove inclusione riprende il suo vero significato”. “Il nostro obiettivo sarà quello di lavorare sulle potenzialità di ognuno e non sui limiti perché sul palco i limiti non esistono esistono solo le possibilità. Ci auguriamo che questo accordo abbia una lunga vita e possa essere un punto di partenza per qualcosa di importante”.

La compagnia teatrale

Il progetto prenderà il via nelle prossime settimane con la creazione di un gruppo di lavoro per la costituzione di una compagnia teatrale che metterà in scena, il prossimo anno, uno spettacolo   scritto da Ivil Iomy (autore e docente di scrittura creativa). “Noi raccontiamo storie – ha spiegato Iomy – quindi il nostro spettacolo non sarà un trattato scientifico. Ci sarà infatti la storia di Simo, di Pino e di Mattia che ci darà la possibilità di parlare di inclusione. La nostra compagnia non andrà a cercare la persona neurodivergente o autistica, non vogliamo che si trasformi in un fenomeno da baraccone.  Nei nostri spettacoli ci sono ragazzi con disabilità, non ci interessa di che tipo, ci interessa solo che siano sul palco. Tuttavia nella disabilità ci devono essere due cose: possibilità e merito, perché facciamo arte”. In conclusione Pietro Pizzagalli ha detto di amare tutto del teatro e soprattutto mettere in scena spettacoli e interpretare ogni volta un personaggio diverso.