Gli Stati Uniti come punto di svolta per crescere, tappa chiave nel processo di sviluppo delle aziende. È questo il tema che è stato al centro dell’incontro «Think Big, think USA – Tra Lombardia e USA, imprese che guardano lontano», svoltosi lo scorso giovedì all’Hotel Promessi Sposi di Malgrate. L’evento, promosso da YBC Global e SDBA Benefit, con il contributo di Banca Generali e il patrocinio di American Chamber of Commerce in Italy, ha visto un’ampia partecipazione da parte di imprenditori e stakeholders del nostro territorio.
«Think Big, think USA»
Ad aprire la serata è stata Arezu Roozbahani, Amministratore Delegato di YBC Global: «Il nostro obiettivo è supportare le aziende italiane che scelgono di stabilirsi negli States, perciò abbiamo invitato realtà che già stanno lavorando sul suolo americano, per portare la loro esperienza di successo. Di certo c’è una regola aurea per il progetto di internazionalizzazione di impresa: le persone sono la chiave, servono donne e uomini che vestano la maglia dell’azienda. Avviare una filiale negli Stati Uniti significa ricreare una start-up da capo, servono energia, spirito, denaro. Ma soprattutto le persone». Ecco poi Lorenzo Della Bella, Owner di SDBA Benefit: «Il nostro ruolo è quello di consiglieri, per evitare di commettere errori e fare gaffe. Oggi portiamo qui tre esempi virtuosi di come si fa business negli Stati Uniti, sono tre medie/grandi imprese che fanno fatturato anche negli USA».

Marco Ruggeri, M.S. Ambrogio
Il primo speaker è stato Marco Ruggeri, Direttore Generale del Mollificio Sant’Ambrogio di Cisano Bergamasco, il quale ha raccontato l’esperienza della sua azienda negli States, una case history di successo che ha saputo superare difficoltà e particolarità: «Siamo presenti in America, e per la precisione nel Maine, da cinque anni e suggerisco a tutti di affrontare questo mercato – ha affermato – oggi vendiamo ciò che produciamo oltreoceano per il 50% al mercato americano e per il restante 50% a quello messicano. Consiglio caldamente di approfondire in modo molto serio la parte legal».
Andrea Costantini, Agrati Group
Il secondo ospite ad intervenire è stato Andrea Costantini, Executive VP di Agrati Group di Veduggio: «L’acquisizione negli USA ha rafforzato la nostra cultura organizzativa, siamo diventati una multinazionale tascabile – ha affermato – per noi è importante essere in un mercato così grande e abbiamo 4 plant produttivi nel Michigan, che oggi gestione con una modalità “mild” fra statunitense e brianzola/italiana. Gli Stati Uniti sono una grande opportunità, perché lì si è investito meno sulle aziende manifatturiere: è un’esperienza da fare, sicuramente impattante, per cui servono processi lunghi». C’è spazio anche per una battuta sui dazi: «Non mi preoccupano, li vedo come un’occasione per le aziende forti per andare oltre le contingenze di breve termine. Le aziende italiane rafforzeranno il sistema produttivo e per chi ha pianificato bene e diversificato geograficamente non si saranno grossi problemi».
Antonio Bartesaghi, Omet
Infine è stato il turno di Antonio Bartesaghi, CEO di Omet di Molteno: «La nostra è un’esperienza completamente diversa dalle precedenti – ha spiegato – siamo un’azienda di taglio inferiore e produciamo in Italia. Nel mondo vendiamo tecnologia e gli Stati Uniti rappresentano il mercato più importante da diversi anni, rappresentando un buon 20%, in cui peraltro marginiamo decisamente meglio». Arriva poi due suggerimenti importanti: «Ho imparato che possiamo anche avere il prodotto più bello del mondo ma gli statunitensi esigono la garanzia del servizio. Penso inoltre che sia fondamentale farsi seguire da consulenti che conoscano il mercato americano».
AmCham Italy e Banca Generali
Al termine non sono mancate le parole di Simone Crolla, Amministratore Delegato di AmCham Italy: «Negli Stati Uniti bisogna esserci, i numeri macro hanno segno positivo, sono un’economia vibrante e gli investimenti italiani oltreoceano possono crescere ancora. Noi della Camera di Commercio siamo orientatori: l’associazione è nata nel 1915 e oggi aiuta a capire dove andare, con quali opportunità, mettendo in contatto aziende e professionisti in loco». A chiudere è stato Andrea Dinicolantonio, Direttore Wealth Advisory di Banca Generali, il quale ha illustrato che cosa può fare la banca per le aziende che vogliono spingersi negli States, e quali servizi mette in campo per supportarle.
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