Si alzano dubbi e critiche a Lecco dopo il via libera del Consiglio Comunale alla costruzione della centrale di cogenerazione nell’area del Caleotto. Si tratta di un passo fondamentale del progetto del Teleriscaldamento. La nuova centrale, una sorta di maxi caldaia, occuperà circa 125 metri quadrati all’interno dello stabilimento Caleotto in via Arlenico, utilizzando spazi già urbanizzati e evitando così consumo di nuovo suolo. La struttura sarà dotata di due camini alti 25 metri, superiori ai limiti previsti dal PGT del 2014, che stabiliva un massimo di 20 metri, per i quali sarà necessaria una deroga urbanistica.
Centrale del Teleriscaldamento al Caleotto, a Lecco si alzano critiche
L’iniziativa è promossa da Acinque Energy GreenWay S.r.l., società partecipata da Silea S.p.A. e Acinque, che seguirà tutte le fasi di progettazione, sviluppo e gestione dell’impianto. L’iter interno al Comune, concluso con la delibera del 29 settembre 2025, era necessario per dare seguito a quanto già discusso a livello provinciale e nelle conferenze di servizi.
Durante la Commissione consiliare 5 del 18 settembre scorso, l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi aveva sottolineato l’interesse generale dell’intervento: “L’opera consentirà di completare l’anello del teleriscaldamento che parte dalla centrale Silea di Valmadrera e utilizza i cascami termici generati dalle acciaierie del Caleotto. In una fase storica in cui i temi dell’energia e della sostenibilità ambientale sono sempre più centrali, riteniamo utile approvare un intervento che dà attuazione alla convenzione sottoscritta con Silea dai Comuni di Lecco, Malgrate e Valmadrera”.
A sollevare perplessità in particolare sono Carlo Piazza, candidato Sindaco di Lecco per la Lega, e i consiglieri del Carroccio Cinzia Bettega, Stefano Parolari e Andrea Corti: “Ci chiediamo: è davvero questo il modello di transizione ecologica che vogliamo per Lecco? Parlare di sostenibilità mentre si autorizza un impianto che emetterà fumi nel cuore della città è una contraddizione, giustificata solo con il pretesto che si tratti di teleriscaldamento. Non è accettabile procedere con tanta leggerezza su un tema che ha impatti diretti sulla qualità della vita dei lecchesi. E non è accettabile usare parole come “innovazione” o “green” per giustificare un impianto che utilizzerà gas fossile e produrrà emissioni. In molti ci chiedono: “Ma è davvero necessario?” La risposta è no.”
Secondo i leghisti, la prescrizione della Regione Lombardia del 2007 non prevedeva la costruzione di un nuovo impianto. La delibera, nell’ambito dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’inceneritore, obbligava Silea a sviluppare un progetto di teleriscaldamento basato sul recupero del calore prodotto dall’impianto di Valmadrera.
“Si parla tanto di ambiente e si approva, nel cuore della città, un’attività che era considerata insalubre già nel 1912. Non vogliamo creare allarmismi, ma offrire ai cittadini informazioni corrette: si sta per costruire una centrale a gas nel cuore della città, con impatti certi su aria, rumore e paesaggio. Il tutto per un progetto che presenta ancora troppe incertezze, anche rispetto ai benefici concreti per i lecchesi.”