Ci risiamo. Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, 24 anni, noto trapper lecchese con casa a Calolziocorte, famoso tanto per le sue apparizioni pubbliche quanto per i precedenti giudiziari, è stato nuovamente arrestato e portato nel carcere milanese di San Vittore.
Di nuovo in manette Baby Gang: arrestata anche una intera famiglia di spacciatori
Il suo fermo è avvenuto nell’ambito di un’operazione dei Carabinieri di Lecco, guidata dal procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso, che ha coinvolto complessivamente sette persone: cinque arrestate e due sottoposte al divieto di dimora, oltre a diversi indagati. L’indagine riguarda traffico di droga e detenzione illegale di armi.
L’arresto di Baby Gang, avvenuto dopo la sua partecipazione al concerto di Emis Killa, tenutosi ieri sera, 10 settembre, alla Milano Fiera, rappresenta solo un tassello della complessa inchiesta dei militari lecchesi, guidati dal comandante provinciale, colonnello Nicola Melidonis, e dal tenente colonnello Andrea Domenici. Si tratta di un’indagine lunga, complessa e ramificata, che ha portato all’arresto di Baby Gang e di altre persone.
Ieri sera, dopo il concerto, i militari hanno raggiunto un hotel di via Vallazze a Milano. Il loro obiettivo era condurlo a Calolziocorte per consentirgli di assistere alla perquisizione della sua abitazione nell’ambito proprio dell’inchiesta su armi e droga. Ma a Calolziocorte Baby Gang non è mai arrivato. È stato trovato in possesso di una pistola calibro 9 con nove proiettili e matricola abrasa. L’arresto in flagranza, anche in considerazione delle misure di prevenzione a cui è sottoposto il cantante (condannato in via definitiva a una pena di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni. La sentenza della Corte di Cassazione riguarda la sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, nei pressi di Corso Como a Milano, durante la quale due cittadini senegalesi rimasero feriti) è scattato immediatamente, con la gestione del caso affidata all’autorità giudiziaria di Milano.
Contemporaneamente, la Procura di Lecco ha effettuato controlli anche nell’abitazione di Baby Gang a Calolziocorte, situata a poca distanza dalle case popolari di via Di Vittorio. Qui sono state rinvenute e sequestrate altre due pistole (una scacciacani modificata con silenziatore e un’arma americana rubata a febbraio in provincia di Como), nascoste in un doppio fondo di un mobile. Al vaglio delle autorità anche la posizione di un’altra persona trovata nella stessa abitazione.
Ma quali sono gli elementi che hanno portato i militari da Baby Gang e chi sono tutti gli altri coinvolti? Ad illustrare tutti i dettagli questa mattina sono stati proprio il procuratore Basso e i vertici dell’Arma lecchese.
Sì, perché tra questa notte e l’alba di oggi i Carabinieri della Compagnia di Lecco hanno eseguito un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Lecco su richiesta della Procura locale. ” Destinatari del provvedimento sono quattro persone della famiglia macedone Hetem, residenti in Valsassina a Introbio e già note alle forze dell’ordine, accusate di concorso in detenzione e porto illegale di armi comuni e da guerra, oltre che di detenzione ai fini di spaccio di cocaina, con un giro d’affari stimato di almeno 12 mila euro al mese” ha spiegato il procuratore Basso.
Sono stati tratti in arresto Zilbehar Hetem (classe 1975), Mevljudin Hetem (classe 2002), suo figlio, e Rasim Dali (classe 1983), cognato. Già detenuto si trova un altro figlio, Mevljan Hetem. Altri due membri della famiglia, Mevljane Hetem (classe 2000) e Fiton Hetem (classe 1999), sono stati sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Lecco per reati legati allo spaccio.
La famiglia Hetem è nota alle autorità da anni. Nel settembre 2019 Mevljan Hetem fu protagonista di un grave episodio di violenza nei boschi tra Lecco e Ballabio: durante un’aggressione a uno spacciatore marocchino esplose alcuni colpi di pistola, ferendo lievemente la vittima e rapinandola di 2.000 euro. Arrestato e condannato a 3 anni e 8 mesi, era stato affidato a una comunità terapeutica, per poi tornare in carcere nel 2022 per violazioni delle prescrizioni. Il fratello minore, Mevljudin Hetem, fu coinvolto in una faida tra gang giovanili a Milano, finendo arrestato nell’operazione contro la crew di Simba La Rue, che in questa inchiesta per altro risulta indagato.
L’indagine, partita nel gennaio 2024, aveva preso avvio dal sequestro di un fucile mitragliatore AK-47 a un pregiudicato lecchese, Sacchi. “Poco dopo – ha spiegato il tenente colonnello Andrea Domenici – all’interno del carcere di Pescarenico sono stati ritrovati dei telefoni cellulari riconducibili agli Hetem. Tra le foto contenute nei telefoni abbiamo individuato alcune immagini dei fratelli con in mano il mitragliatore AK-47“.
Ebbene lo stesso mitragliatore, come accertato dai Carabinieri, era stato utilizzato anche durante le riprese di video musicali di Baby Gang e Simba La Rue (al secolo Saida Mohamed Lamine, classe 2002), anch’egli indagato e attualmente detenuto. E qui emerge il primo contatto tra Baby Gang e il clan Hetem. Ma non è il solo.
Sì, perché nella notte di San Valentino di quest’anno, il 14 febbraio 2025, Mevljan Hetem viene fermato dai Carabinieri e trovato in possesso di 22 dosi di cocaina e di due pistole rubate. “Una di queste era stata utilizzata nella sparatoria di Corso Como a Milano del luglio 2022 per la quale, come detto, Baby Gang è stato condannato in via definitiva” ha sottolineato tenente colonnello Andrea Domenici. Ed è questo il secondo punto cruciale di contatto.
“Con questa operazione abbiamo potuto appurare che gli arrestati disponevano di una notevole quantità di armi da assalto e da guerra, tutto collegato allo spaccio di sostanze stupefacenti. Stiamo parlando di cocaina venduta in Valsassina e a Lecco, in un giro d’affari importante, che fruttava almeno 12 mila euro al mese – ha concluso il colonnello Melidonis – Tutti i soggetti coinvolti hanno dimostrato una grande strafottenza, un marcato atteggiamento di superiorità. Si sentivano invincibili e impunibili”.