Ferrata Contessi sul monte Due Mani: una serata per ripercorrerne la storia e per illustrare il progetto di riqualificazione, quella che si è tenuta ieri, mercoledì 10 settembre 2025, all’Officina Badoni, e che ha riscosso una numerosa partecipazione. Promossa dal Cai sezione di Lecco e dalla sottosezione di Ballabio, la serata ha visto anche la partecipazione della Fondazione Comunitaria del Lecchese, che contribuirà economicamente al progetto, dal valore complessivo di 135 mila euro. La ferrata è infatti stata chiusa – tramite un’ordinanza del Comune di Ballabio – a causa di un evento franoso avvenuto lo scorso agosto che ha interessato la parte più alta della ferrata e che ha compromesso il percorso.
Ferrata Contessi: 135 mila euro per la riqualificazione, presentato il progetto
La serata si è aperta con il benvenuto della presidente del Cai Lecco, Paola Frigerio; spazio poi al saluto della presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi.

Ha preso quindi la parola il vicepresidente del Cai Lecco, Paolo Colombo, che ha ripercorso, con l’aiuto di alcuni ospiti, la storia della ferrata, da sempre definita “croce e delizia”, e la storia soprattutto di una comunità, che ha unito nel tempo tante generazioni di Ballabio e di Lecco, tanto che fu proprio dedicata ad una giovane promessa dell’alpinismo ballabiese, Simone Contessi, parte del “vivaio” del Gruppo Ragni, all’epoca guidato da Pinuccio Castelnuovo, il gruppo “Malnatt”. Un incidente sul Sass Pordoi gli costò la vita e fu naturale dedicare proprio a lui la ferrata.

La ferrata è nata nel 1980 su iniziativa di Bruno Lombardini, Ercole Locatelli, Sandro Spreafico, Natale Dell’Oro, Italo Neri Arrigoni e Giosuè Beri, ai quali si sono poi aggiunti Rinaldo Tagliaferri, Ermes Fiorini, Erminio Manzoni, Marco Spreafico e Luigi Corti. Proprio Giosuè Beri e Bruno Lombardini erano presenti alla serata e hanno raccontato dei rischi corsi durante l’attrezzatura della ferrata, come il pericolo di caduta di massi, e di come si portassero avanti i lavori nel tempo libero, il sabato e la domenica, portando su tutto il materiale in spalla o con i muli.

Nell’81 il primo gruppo di 15 persone percorse la ferrata; nell’85 fu smantellata e a fine anni Novanta, sulla scia dell’entusiasmo della spedizione alpinistica sullo Shivling, si riuscì a metterci nuovamente mano, come raccontato da Alberto Pirovano insieme a Andry Dell’Oro e a Giuseppe Orlandi (“Calumer”). Nel ’99 la ferrata venne riaperta e nei primi anni 2000 furono organizzati diversi corsi di avvicinamento alla ferrata.

Come spiegato da Pirovano, una delle peculiarità di questa ferrata è che è una ferrata didattica: permette una ritirata relativamente agevole, ma al contempo presenta dei tratti comunque impegnativi. Una ferrata sempre più frequentata, soprattutto dopo il Covid, come ricordato da Marco Anemoli, responsabile della Delegazione Lariana del Soccorso alpino, con tutte le problematiche relative alla sicurezza.

E’ stato quindi illustrato, dopo la premessa storica, il progetto di riqualificazione della ferrata, che risponderà non solo alla normativa Ce, ma anche alla normativa Uiaa (Unione Internazionale Associazioni di Alpinismo), come spiegato da Marco Bonaiti, presidente della Kong: sarà la prima ferrata del Lecchese certificata Uiaa.

Spazio quindi agli ingegneri Federica Pomoni e Giovanni Dedivitiis, in rappresentanza dello Studio Invernizzi, che ha realizzato il progetto di riqualificazione. Dopo aver illustrato i cinque tratti che compongono la ferrata, i due ingegneri hanno spiegato: “Abbiamo effettuato alcuni sopralluoghi per individuare gli interventi necessari; si procederà a sostituire la catena (circa 650 metri di fune) e ad adeguare gli ancoraggi di cresta e di partenza, oltre alla cartellonistica. Nel progetto è prevista anche una quota di lavori per il ripristino del sentiero”.

Si è quindi passati alla “nota dolente”: il quadro economico. L’importo totale dei lavori ammonta a 135 mila euro, di cui circa 95 mila per i lavori e circa 40 mila per eventuali interventi futuri.
Come anticipato, la Fondazione Comunitaria del Lecchese è pronta ad offrire il proprio sostegno, garantito – come da regolamento – solo se la comunità locale si adopererà a raccogliere un’eguale cifra. Spiega infatti il segretario generale Paolo Dell’Oro: “Abbiamo approvato un contributo di 20 mila euro, che però verrà erogato solo se il territorio riuscirà a raccogliere un’eguale cifra”. Dunque, l’obiettivo è cercare di coinvolgere la comunità locale, ma anche le istituzioni del territorio: Regione, Comune e Comunità Montana. E proprio ai loro rappresentanti è stata data la parola.

“Regione Lombardia ha destinato poco più di due milioni di euro su questo capitolo, quindi non sono sufficienti, ma stiamo lavorando per capire quali fondi si possono utilizzare – ha spiegato il consigliere regionale Giacomo Zamperini, presidente della Commissione Montagna – Non mi sottraggo comunque a questa responsabilità, che – oltre ad essere economica – è anche politica: riqualificare la ferrata significa ridurre i rischi per i fruitori”. Zamperini ha poi ricordato l’importanza della formazione e della trasmissione della cultura alpinistica per favorire un approccio consapevole alla montagna.

Il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, ha ricordato come le ferrate a Lecco costituiscano un’importante attrattiva per il turismo, anche straniero. “Sul territorio comunale di Lecco c’è già il Cai di Calolzio che preme per la Ferrata del Centenario”, ha spiegato (la ferrata Contessi si trova infatti sul territorio comunale di Ballabio), ma Gattinoni ha sottolineato l’attenzione del comune per il territorio montano, attraverso, ad esempio, i fondi stanziati per la riqualificazione dei sentieri, sempre insieme alla Fondazione.

In rappresentanza del comune interessato – Ballabio – ha preso la parola l’assessore all’Urbanistica, Roberto Ferrario, che ha sottolineato come non mancherà l’impegno finanziario dell’ente locale, seppur non sarà sufficiente, ma “procedere a piccoli passi porta a raggiungere la vetta”.

Infine, in rappresentanza della Comunità Montana era presente Simone Scola, che ha sottolineato come la Comunità Montana tenga molto all’argomento e che “compatibilmente con tutte le problematiche di bilancio che deve affrontare, è aperta a valutare la questione”.

Infine, la presidente Frigerio e il presidente della sottosezione Cai di Ballabio, Lorenzo Crimella, hanno ringraziato i presenti e hanno omaggiato con un mazzo di fiori i genitori di Simone Contessi.