Omicidio Sharon Verzeni: Moussa Sangare capace di intendere e volere
E' stata depositata nelle scorse ore la perizia psichiatrica su Moussa Sangare, imputato per l'omicidio avvenuto nella notte tra il 29 e 30 luglio 2024 in via Castegnate a Terno d'Isola

Omicidio Sharon Verzeni: Moussa Sangare capace di intendere e volere
L'uomo, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, non risulta affetto da alcun vizio di mente e quindi sarebbe stato perfettamente in grado di intendere e volere. Lo afferma la psichiatra Giuseppina Paulillo a cui la Corte d'Assise lo scorso 1 aprile ha affidato l'incarico medico peritale. Sangare, 30 anni, residente a Suisio (Bergamo) soffre di un disturbo di personalità di tipo narcisistico e antisociale, ma ciò non influirebbe sulla sua lucidità evidenziando anche "assenza di rimorsi ed empatia".
Nel colloquio con la psichiatra l'imputato torna a ritrattare la sua confessione, a quasi un anno dal suo arresto per l'omicidio di Terno d'Isola. La relazione, che sarà discussa nella prossima udienza del 22 settembre, è stata depositata alla fine della scorsa settimana e al trentenne di Suisio potrebbe costare l’ergastolo. Non c’è dunque vizio di mente, secondo la psichiatra. Neanche parziale.
Una conferma
Sangare fu fermato il 30 agosto e da allora è in carcere, spostato a San Vittore per ragioni di sicurezza. Di fronte a un quadro accusatorio che appare granitico, la perizia psichiatrica rappresenta forse l’unica, vera carta della difesa, che l’avvocato Giacomo Maj ha giocato anche nel procedimento per maltrattamenti in famiglia, chiuso in primo grado il 16 luglio con una condanna a 3 anni e 8 mesi (con rito abbreviato). Ora, le valutazioni di Paulillo nella sostanza coincidono a quelle del primo perito, la psichiatra Valentina Stanga di Brescia.
Del ragazzo, viene messa in evidenza l’assenza di pentimento, anche solo di dispiacere, e di empatia. Il Sangare che risponde agli psichiatri è focalizzato su se stesso, distaccato, indifferente verso chiunque, che sia la 33enne uccisa o la madre scampata a un grave ictus. La sua vita prima del fermo è caratterizzata dalla poca voglia di studiare e di lavorare, e allo stesso tempo dalla ricerca di esperienze adrenaliniche, senza pensare alle conseguenze. Appare tuttavia sempre ben orientato e loquace.
I due colloqui
Le conclusioni dovrebbero essere condivise dal consulente del pm, lo psichiatra Sergio Monchieri, che si è già espresso per la piena capacità nel procedimento per maltrattamenti, mentre per la difesa, lo psicologo clinico Alessandro Calvo aveva dato una lettura opposta nella parte finale. Ad ogni modo, sarebbe clamoroso, a questo punto, se il processo prendesse una direzione differente da quella di una perizia così netta, considerato anche il precedente relativo a fatti non lontani nel tempo (i maltrattamenti risalgono alla primavera 2024).
L’elaborato di Paulillo si basa su due colloqui, del 10 e 24 maggio, e a test psichiatrici. Emerge una superficialità nelle altre relazioni, sia sentimentali, sia con gli amici, che chiama «soci». Ma è soprattutto sul delitto che vertono le domande. Dopo tre confessioni (ai carabinieri, al pm con l’avvocato e al gip), l’imputato è fermo alla ritrattazione esposta a sorpresa nell’udienza del 18 marzo.