Anche Lecco fa rumore per Gaza: campane, coperchi e speranza
Il grido delle campane contro l’indifferenza. Dal cuore del Lecchese un’eco per Gaza affamata

Nella serata di ieri, domenica 27 luglio 2025, alle 22 le chiese della provincia di Lecco hanno suonato le loro campane per rompere il silenzio attorno a Gaza che muore di fame.
La Tavola Lecchese per la Pace ha aderito a sua volta all'appello nazionale e ha invitato i cittadini a fare rumore, per le strade e dalle finestre, così la risposta è arrivata con i coperchi e con i fischietti.
Anche Lecco fa rumore per Gaza: campane, coperchi e speranza
In piazza Garibaldi a Lecco, la vice sindaca Simona Piazza ha chiesto una breve sospensione del concerto jazz, per consentire ai presenti di rispondere alle campane che si udivano da lontano con suoni e percussioni di ogni tipo, con ampio coinvolgimento del pubblico.
A Merate, davanti a un centinaio di persone, il Parroco ha annunciato una raccolta fondi per portare acqua a Gaza.
Nelle chiese del lecchese è stata letta la dichiarazione congiunta dell’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi e del Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, “Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità comune per la pace”.
Ecco il testo della dichiarazione:
Noi, rappresentanti delle comunità cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell’Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravità dell’ora presente e della responsabilità morale che ci unisce come credenti e come cittadini.
Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.
Ci uniamo al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. È il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa può arrivare solo nell’incontro e nella fiducia, che il diritto può garantire nonostante tutto. Come ricorda il Salmo: «Cercate la pace e perseguitela» (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Ma è tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero.
Condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi.
Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio. Chiediamo alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!