Lecco, bufera sull’assessora Durante: insulti anonimi sui social, poi le scuse pubbliche
L’assessora alla Comunicazione del Comune di Lecco ha attaccato un cittadino usando un profilo anonimo. Svelata l’identità, si è scusata su Instagram: “Comportamento inaccettabile, ho sbagliato”

Si è resa protagonista di quel comportamento che lei stessa, più volte e doverosamente, aveva stigmatizzato. Per questo motivo, Alessandra Durante – assessora del Comune di Lecco con deleghe a Famiglia, Giovani, Comunicazione, Rapporti con i cittadini ed Evoluzione digitale – ha chiesto pubblicamente scusa attraverso un videomessaggio pubblicato su Instagram.
Lecco, bufera sull’assessora Durante: insulti anonimi sui social, poi le scuse pubbliche
Ma cosa è successo esattamente?
A renderlo pubblico è stato Paolo Trezzi, amministratore del gruppo Facebook "Lecco. Società e Politica". Nei giorni scorsi, l’assessora – utilizzando lo pseudonimo "anonimo 582" – ha commentato in modo tutt’altro che garbato un post pubblicato da un cittadino. Quest’ultimo aveva segnalato con tono diretto e sarcastico una contraddizione urbana: la posa di fiori decorativi in Largo Montenero, a fianco di un tratto pedonale ancora caratterizzato da pietre sconnesse. “Una scelta estetica che ignora una criticità ben più urgente”.
Trezzi ha poi raccontato quanto accaduto: "Poco dopo è arrivata una risposta anonima dai toni inaccettabili: insulti personali, derisioni, accuse gratuite. Il cittadino è stato definito, di fatto, 'ritardato', 'frustrato', 'analfabeta'."
Una brutta polemica, che ha generato decine di commenti indignati sia per i toni utilizzati sia per la scelta dell’anonimato. Da qui, la decisione degli amministratori del gruppo di svelare l’identità dell’autrice del commento:
"In quanto admin del gruppo, ho potuto verificarne l’identità. Dietro quell’anonimato si nascondeva un’assessora comunale in carica. Sì, una figura istituzionale che, invece di rispondere nel merito – punto e stop – ha scelto di insultare. Nell’ombra". Il "membro anonimo 582" è quindi risultato essere Alessandra Durante, l’assessora comunale con delega, tra le altre, proprio alla Comunicazione e ai Rapporti con i cittadini.
"Solo per il suo ruolo istituzionale – precisano gli amministratori del gruppo – abbiamo deciso di rendere pubblico il suo nome. Una persona che ricopre un incarico pubblico dovrebbe essere esempio di correttezza, trasparenza e rispetto. Non può utilizzare un falso anonimato per aggredire un cittadino che ha semplicemente espresso un’opinione, peraltro fondata. Questa non è solo una caduta di stile: è una mancanza grave, che squalifica per estensione le istituzioni. Non ci sono attenuanti. Per questo credo che l’unica conseguenza dignitosa e coerente sia una: le dimissioni".
Svelato (il brutto) arcano sono arrivate su Instagram le scuse dell'assessora: "È doveroso che io faccia queste scuse pubbliche nei confronti di un cittadino a cui ho risposto in maniera prepotente e maleducata, facendolo in anonimato all’interno di un gruppo Facebook sotto un post dove veniva chiesto un intervento di manutenzione. Non porto nessuna giustificazione, perché qualunque sia la motivazione che possa avermi portato a rispondere in questo modo, in ogni caso non giustifica il modo in cui l’ho fatto e chiedo scusa a tutti i cittadini che da tempo lavorano con me o seguono il lavoro che stiamo facendo sul digitale, perché sono caduta esattamente in quei comportamenti che da tempo invece analizziamo come comportamenti da non imitare o da eliminare proprio dall’arena social. È corretto che sia emerso il mio nome, perché in quanto amministratore pubblico è doveroso che io tenga il corretto distacco rispetto alle situazioni e questa volta non l’ho fatto. Sono riuscita a farlo tante volte, ma questa volta non l’ho fatto e l’ho fatto in maniera anche piuttosto maleducata e prepotente, per cui rinnovo le mie scuse in particolare a lui, ma anche a tutti i cittadini con cui ho lavorato questi anni e su queste tematiche. Alla legittima domanda se queste scuse sarebbero arrivate anche nel momento in cui non fosse stato reso palese il mio nome, non mi nascondo dietro l’ipocrisia, nel senso che se l’avessi ritenuto, l’avrei fatto con il mio profilo personale. Mi spiace questa volta essere caduta nella rete della polemica, non aver rispettato la legittima libertà di un cittadino di descrivere una sua opinione".