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Autismo e inclusione, a Lecco parte il progetto “IN AUT” per nidi e scuole dell’infanzia

L’obiettivo è costruire una comunità educante che sappia accogliere e valorizzare la neurodiversità fin dalla prima infanzia.

Autismo e inclusione, a Lecco parte il progetto “IN AUT” per nidi e scuole dell’infanzia
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Mercoledì 21 maggio 2025  nell’Aula Magna dell’Ospedale “A. Manzoni” di Lecco ha preso avvio il primo dei tre incontri del corso di formazione dedicato ai servizi 0-6 anni aderenti alla FISM del territorio di Lecco e Sondrio, promosso dal Nucleo Funzionale Autismo (NFA) della Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza (SC-NPIA) dell’ASST di Lecco, che ha registrato una grande partecipazione, con oltre 190 iscritti tra insegnanti, educatori e operatori dell’infanzia.

Autismo e inclusione, a Lecco parte il progetto “IN AUT” per nidi e scuole dell’infanzia

Il corso si inserisce nel progetto “IN AUT”, già attivo sul territorio lecchese con l’obiettivo di sensibilizzare, formare e generare alleanze significative attorno ai Disturbi dello Spettro Autistico (ASD).

Il titolo dell’iniziativa “IN AUT ed Asili Nido e Scuole materne aderenti alla Fism: Creare Spazi e Coltivare Legami”, racchiude l’anima della proposta formativa: creare contesti educativi neuroinclusivi capaci di accogliere i bisogni di bambini con disturbi dello spettro autistico (ASD) e, più in generale, del neurosviluppo, attraverso un approccio integrato e consapevole.

In questo primo incontro Grazia Giana, dirigente medico della SC-NPIA ha presentato le attività cliniche del Nucleo Funzione Autismo, di cui è Coordinatrice. Si tratta di una équipe multidisciplinare costituita da medici, psicologi, neuropsicomotricisti, logopediste, educatrici ed assistenti sociali che svolgono interventi integrati abilitativi, individuali e di gruppo, in favore minori con ASD differenziati in base alle fasce d’età con particolare attenzione alla prima infanzia (0-5 anni). Annarosa Carbonelli, Ines Figini, entrambe neuropsicomotriciste, e Grazia Midiri, logopedista, hanno illustrato tramite materiale videoregistrato comportamenti atipici e specifici di bambini con ASD, proponendo un modello di intervento comportamentale ed evolutivo centrato sul bambino, esteso ai genitori e rivolto allo sviluppo della comunicazione, delle abilità sociali, del gioco, della motricità e dell’autonomia quotidiana.

 

Il corso utilizza una metodologia attiva – lezione frontale, visione di video, discussione – per accompagnare educatori e insegnanti nel delicato compito di “allenare lo sguardo”: non si tratta solo di apprendere nuovi termini, ma di trasformare i significati, le azioni e il modo di stare accanto ai bambini. È un invito a cogliere i segni, ad attribuirvi senso e ad agire di conseguenza, costruendo contesti davvero accoglienti e sottolineando l’importante ruolo osservativo, interpretativo ed infine educativo svolto dagli insegnanti della scuola dell’infanzia.

 

Un terzo intervento di Annarita De Paola, psicologa consulente del NFA, si è focalizzato sul tema dell’inclusione scolastica, sottolineando l’importanza di adattare gli obiettivi educativi per permettere a tutti i bambini, compresi quelli con ASD, di essere parte attiva del gruppo classe attraverso una feconda inclusione sociale che richiede una verifica personalizzata e continua delle pratiche educative.

I prossimi appuntamenti del percorso formativo si terranno il 12 e il 16 giugno.

Il 12 giugno (dalle 16.30 alle 18.30) l’incontro sarà dedicato al tema segni precoci e disturbi del neurosviluppo nei bambini 0-3 anni, con un focus su teoria, strumenti e buone prassi per costruire un’alleanza efficace tra famiglia, scuola e servizi.

Il 16 giugno (dalle 16.30 alle 18.30) si parlerà invece di abbattere barriere invisibili, con l’obiettivo di ideare spazi neuroinclusivi e strategie operative per promuovere l’inclusione nei servizi educativi per la fascia 3-6 anni.

 

Il corso si configura come un prezioso strumento per rafforzare la rete educativa e sanitaria del territorio, orientata alla costruzione di una comunità educante inclusiva, attenta e intenzionalmente collaborativa. Una comunità capace di “coltivare legami” e prendersi cura dei più piccoli, nel rispetto della loro unicità e complessità.

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