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Omaggio ai partigiani uccisi nell’eccidio della Montagnetta di Fiumelatte

L’evento ha rappresentato un momento di riflessione e memoria condivisa, ricordando il sacrificio di chi ha lottato per la libertà e la democrazia, valori fondamentali da custodire e trasmettere alle future generazioni.

Omaggio ai partigiani uccisi nell’eccidio della Montagnetta di Fiumelatte

Nella mattinata di oggi, domenica 19 gennaio 2025, alla  Montagnetta di Fiumelatte di Varenna, in tanti si sono riuniti per ricordare i partigiani di Rancio e del lago, brutalmente trucidati dalle brigate nere fasciste 80 anni fa.

Omaggio ai partigiani uccisi nell’eccidio della Montagnetta di Fiumelatte

L’evento commemorativo è stato organizzato in memoria dei sei partigiani che, l’8 gennaio 1945, vennero fucilati dai fascisti delle brigate nere. In quella tragica mattina, i fascisti inscenarono un finto attacco di partigiani, costringendo i prigionieri a scendere dal camion che li stava trasportando a Como e procedendo alla loro esecuzione.

Le vittime furono:

  • Carlo Rusconi, nato nel 1920 a Vendrogno;
  • Ambrogio Inverni, detto “Lupo”, nato nel 1914 a Bellano;
  • Domenico Pasut, nato nel 1922 a Mandello;
  • Giuseppe Maggi, detto “Beppe”, nato nel 1924 a Lecco;
  • Virgilio Panzeri, detto “Ciccio”, nato nel 1924 a Lecco;
  • Carlo Bonacina, nato nel 1921 a Lecco.

La commemorazione si è svolta in un clima di profonda partecipazione e raccoglimento, con la presenza di numerose autorità e cittadini. Hanno preso parte alla cerimonia il vice prefetto, dottoressa Marcella Nicoletti, i sindaci Mauro Manzoni di Varenna e Riccardo Fasoli di Mandello del Lario, i consiglieri comunali Franco Redaelli di Bellano e Alberto Anghileri di Lecco, oltre ai rappresentanti dell’ANPI Lario Orientale, Rancio e provinciale Lecco. Presenti anche le associazioni d’arma, il comandante della Stazione Carabinieri di Bellano, maresciallo Gennaro Cassano, e il parroco di Varenna.

La commemorazione ha visto la partecipazione dei familiari delle vittime, tra cui Eros e Nicos, nipoti di Domenico Pasut, e dei rappresentanti dell’ANA di Varenna, dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Calolziocorte e dell’Associazione Caduti e Dispersi in Guerra.

Durante il suo intervento, un rappresentante dell’Anpi ha sottolineato come il regime fascista abbia costruito un sistema di violenza e disvalori basato su una concezione distorta della convivenza umana: un mondo diviso tra uomini e sottouomini, sommersi e salvati, dove il diritto della forza prevale sulla forza del diritto.

L’evento ha rappresentato un momento di riflessione e memoria condivisa, ricordando il sacrificio di chi ha lottato per la libertà e la democrazia, valori fondamentali da custodire e trasmettere alle future generazioni.

Foto di Roberto Brembilla.