oltre ogni ostacolo

Valmadrera. "Nel vento dei desideri": presentato il libro sulla storia del canoista paralimpico Kwadzo

Il racconto narrato dalla penna della scrittrice liernese Francesca Stucchi

Valmadrera. "Nel vento dei desideri": presentato il libro sulla storia del canoista paralimpico Kwadzo
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"La storia di uno spirito indomito che ha sfidato il destino con una forza straordinaria": questo il racconto che è stato presentato nella serata di ieri, venerdì 10 gennaio 2025, nella palestra del polo Oltre Noi di Valmadrera, gremita di persone, tra cui anche tanti bambini. E’ la storia di Kwadzo Klokpah, canoista paralimpico derviese che ha gareggiato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 e di Parigi 2024, narrata dalla penna della liernese Francesca Stucchi nel libro intitolato "Nel vento dei desideri".

Il numeroso pubblico presente

Valmadrera. "Nel vento dei desideri": presentato il libro sulla storia del canoista paralimpico Kwadzo

Il libro si apre niente meno che con le prefazioni del campione olimpionico Antonio Rossi, che sottolinea il coraggio e la determinazione di Kwadzo, che ha saputo impegnarsi senza arrendersi di fronte agli ostacoli, e del noto scrittore bellanese Andrea Vitali, che pone l'accento sull'autenticità del racconto, in cui i personaggi sono persone vere.

Marco Rusconi del Consiglio amministrativo di Oltre Noi e il giornalista Stefano Spreafico

Nato in Ghana con una grave malformazione alle gambe e abbandonato dai genitori, il piccolo Kwadzo, gravemente malato, viene accolto in una Missione, dove incontra Stefano Cassinelli, giornalista lecchese e attuale sindaco di Dervio, all’epoca giovane volontario che lo porterà con sé in Italia, donandogli la possibilità di avere un futuro migliore. Possibilità che Kwadzo, con il suo carattere aperto e sempre pronto ad intraprendere nuove sfide, ha colto al volo, impegnandosi nella carriera sportiva, ma non solo: come ha raccontato, infatti, è anche un appassionato fotografo (stare dietro all’obiettivo lo ha aiutato ad acquistare maggiore sicurezza in se stesso). Ora pensa di aver dato il massimo con la canoa, che comunque - precisa - "non finirà certo in cantina", e vorrebbe intraprendere l’avventura del lancio del giavellotto (attualmente si allena a Dervio e si è iscritto ad una società di Monza).

"Quella di Kwadzo - ha raccontato l’autrice del romanzo - è una testimonianza per tutti quanti. Un campione non è tale perché ha delle medaglie al collo, ma per il percorso che lo ha portato a realizzare questo sogno".

Francesca Stucchi e Kwadzo Klokpah

E alla domanda, posta dal giornalista Stefano Spreafico, moderatore della serata: "Che consiglio daresti ai giovani?", Kwadzo ha risposto: "Direi loro che devono imparare il senso del sacrificio e del dovere e che non tutto quello che si fa deve dare subito un risultato: la voglia di raggiungere un obiettivo deve essere più forte del dire 'oggi non ce l’ho fatta'. La pazienza e la determinazione possono aiutare ad andare oltre ogni difficoltà".

Uno dei bambini presenti saluta Kwadzo

Una storia che porta con sé un grande insegnamento: "Il messaggio che vogliamo trasmettere - conclude l’autrice - è che, anche se partiamo da condizioni non ideali, possiamo fare qualcosa che cambi la nostra esistenza, cogliendo le opportunità che troviamo e facendone tesoro. Mi piace pensare che abbiamo un ruolo attivo nelle nostre vite e in quelle di chi ci sta vicino". Un messaggio ribadito anche dal sindaco Cesare Colombo, che ha chiuso l’incontro con queste parole: "Abbiamo bisogno di queste storie di vita, che ci insegnano che, con l'impegno e la determinazione, si può raggiungere qualsiasi obiettivo".

Il sindaco Cesare Colombo
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