PESCATE

Dopo la rissa al locale il sindaco impone lo stop all'alcol dopo le 22 e la chiusura anticipata. Il titolare: "Orgoglioso di aver difeso una ragazza"

Il titolare del locale: "Sono intervenuto per difendere una ragazza. Sono sicuro di avere fatto la scelta giusta e ne vado fiero: la rifarei"

Dopo la rissa al locale il sindaco impone lo stop all'alcol dopo le 22 e la chiusura anticipata. Il titolare: "Orgoglioso di aver difeso una ragazza"
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Dopo la rissa al locale il sindaco impone lo stop all'alcol dopo le 22 e la chiusura anticipata. Succede a Pescate dove, dopo  i tafferugli avvenuti nei pressi del bar ristorante  Le Officine nella notte del 13 ottobre 2024, che avevano reso necessario l'intervento di sanitari e forze dell'ordine, il sindaco Dante De Capitani ha deciso di adottare il pugno di ferro, per altro un periodo davvero particolare dell'anno, quello delle festività natalizia.

Dopo la rissa al locale il sindaco impone lo stop all'alcol dopo le 22 e la chiusura anticipata

Come si legge infatti nell'ordinanza (qui il testo integrale) da oggi, venerdì 29 novembre 2024, e per i prossimi 30 giorni, il locale dovrà chiudere al massimo a mezzanotte e dalle 22 in avanti non potranno più essere servite bevande alcoliche.

"Avevo chiesto alla Questura la chiusura totale del locale almeno per una settimana visto che io non ho il potere di farlo, ma evidentemente hanno ritenuto i fatti occorsi non così gravi come invece li ho ritenuti io, che ho applicato nel frangente la massima misura che potevo applicare - spiega il primo cittadino -  Perche è evidente che quella sera qualcosa non ha funzionato nella gestione della sicurezza.
Infatti simili personaggi se già  ubriachi negli esercizi pubblici di Pescate non devono proprio entrare, e se si ubriacano dentro il locale allora è ancora peggio perchè vuol dire che i controlli interni non hanno funzionato. Con la gestione precedente certe cose non erano mai successe.
Già i cittadini che abitano nelle vicinanze del locale continuano anche ora a segnalarmi che a volte non riescono a dormire per la musica e gli assembramenti rumorosi,  trovano rifiuti e bicchieri fin nelle proprietà private. Ho trovato pure io di domenica mattina intere bottiglie di superalcolici nei parcheggi vicini, ed è una situazione che non mi piace, ancor di più se poi arrivano anche le risse. A Pescate certe leggerezze si pagano e i comportamenti violenti non sono assolutamente  tollerati".

A stretto giro di posta è arrivata la presa di posizione di Alessio Ascoli, titolare del locale. "La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Si fa tutti i giorni, e si combatte nel concreto non con un segno sul viso da parte dei calciatori o con un nastrino colorato. Io gestisco diverse attività commerciali e non posso permettere che le giovani donne che vengono nei miei locali possano essere oggetto di violenza - racconta il titolare che  spiega che, quella notte, lui è intervenuto, insieme a un collaboratore finito poi un ospedale, per difendere una ragazza che gli aveva chiesto aiuto asserendo di essere molestata da alcuni giovani che non sono frequentatori dle locale - È imbarazzante che chi gestisce la cosa comune crocifigga una attività commerciale solo perché abbiamo allontanato 4 mele marce che stavano infastidendo delle ragazzine. Vorrei vedere se queste ragazze fossero le figlie o le nipoti del Sindaco se il provvedimento sarebbe stato lo stesso.
Sono sicuro di avere fatto la scelta giusta e ne vado fiero: la rifarei. Mettere davanti gli slogan ai diritti di una singola donna mi sembra esagerato. Ho chiesto diverse volte di chiarire l’episodio e lo chiederò ancora, alla Amministrazione e dovró farlo anche in Tribunale.
Locali sicuri come il mio ce ne sono pochi. Se qualche schiamazzo crea allarme alla cittadinanza è perché è stato strumentalizzato e raccontato male. Nel mio locale non si possono commettere abusi, soprattutto da parte di gente che non è nemmeno nostra cliente. Sono un imprenditore e mi rimboccherò una volta in più le maniche e stringerò i denti per difendere i principi in cui credo".

 

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