"No Meloni day", anche a Lecco studenti in piazza
I giovani hanno aderito (in modo assolutamente civile) allo sciopero nazionale. "Questa scuola non ci rappresenta"
Tutti in piazza da Roma a Milano, da Torino a Napoli, passando anche per Lecco. Oggi, venerdì 15 novembre 2024, gli studenti di tutta Italia si sono uniti nello sciopero proclamato contro le misure del Governo nell'ambito dell'istruzione pubblica. Un evento chiamato «No Meloni Day». I ragazzi delle scuole lecchesi hanno manifestato in piazza Garibaldi, a partire dalle 15, esponendo uno striscione con la scritta in rosso: «Scuole libere per sapere libero» e «No alle gerarchie».
"No Meloni day", anche a Lecco studenti in piazza
La serrata dei ragazzi è stata messa in campo soprattutto per dire no ai tagli sulla scuola e sulle università e a un governo che reprime il dissenso. C’è da dire che rispetto a quanto avvenuto nel resto d’Italia - dove sono state imbrattate con vernice rossa le foto di Giorgia Meloni e di Elly Schlein è stato bruciato il fantoccio del ministro Giuseppe Valditata e alcuni agenti sono rimasti intossicati da un ordigno urticante - la protesta lecchese si è svolta in maniera più che civile in una piazza presidiata dalle Forze dell’ordine.
«Abbiamo deciso di aderire con forza allo sciopero studentesco internazionale - ci ha detto Davide - In piazza sono scesi gli studenti in tutta Italia ma anche in Francia e in Germania. Siamo qui per immaginarci una scuola migliore, rivendicare i nostri diritti e avere le stesse opportunità. Perché la scuola deve essere più vivibile da parte di tutti».
Ha aggiunto un compagno di scuola: «Siamo in piazza perché ci sembra che la scuola non ci rappresenti al meglio. L’insegnamento nel mio plesso scolastico è di parte e non mi rappresenta. Non tiene conto delle altre opinioni, opinioni come la mia per esempio che è largamente di sinistra».
Dopo gli eventi avvenuti nelle altre città d’Italia la presidente del Consiglio Meloni ha scritto su X: «Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze, a opera dei soliti facinorosi. Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni».
Micaela Crippa