Uni 3 Valmadrera, Lino Zani racconta la sua amicizia con San Giovanni Paolo II
L'alpinista e scrittore ha avuto l'occasione di conoscere l'uomo, al di là del santo. Un incontro che lo ha segnato profondamente e che ancora oggi lo commuove
Un incontro partecipatissimo quello tenutosi oggi pomeriggio, martedì 6 novembre 2024, nella Sala Auditorium del centro culturale Fatebenefratelli all'interno delle iniziative dell'Università della terza età di Valmadrera. Ospite speciale è stato l'alpinista, maestro di sci, scrittore e produttore televisivo Lino Zani, che ha raccontato la sua amicizia con papa Wojtyla, poi diventato santo. Proprio da questa esperienza unica, che ancora oggi lo commuove, è nato il libro: "Era santo, era uomo" (che nel 2013 diventa un film, dal titolo "Non avere paura", per Rai 1). Zani è autore e conduttore di "Linea Bianca" e "I rifugi più belli d'Italia" trasmessi da Rai 1.
Uni 3 Valmadrera, Lino Zani racconta la sua amicizia con San Giovanni Paolo II
Introdotto dall'assessore ai Servizi sociali Rita Bosisio, promotrice, insieme a Gianni Magistris, dell'Università della terza età di Valmadrera, Zani si è presentato al pubblico. Nato il 27 febbraio del 1957, l'alpinista e scrittore è cresciuto sui monti: i suoi genitori svolgevano infatti la professione di gestori dei rifugi.
"Le montagne mi hanno saputo dare tantissimo: ho avuto la fortuna di scalare i monti più alti della Terra e scoprire popoli incredibili". Una vita che certamente era priva di tutte le comodità a cui siamo abituati e che nascondeva anche diverse insidie, anche se una volta si era un po' più "incoscienti", come ammette lo stesso Zani, che racconta: "La prima volta che sono entrato in un crepaccio avevo sei anni: mi hanno calato tenendomi per i piedi per recuperare lo zaino di un alpinista".
La sua vita tra le montagne lo ha portato quindi a diventare maestro di sci, istituendo "forse la scuola di sci estiva più vecchia al mondo".
L'alpinista e scrittore è quindi entrato nel vivo del racconto, tra l'attenzione e la curiosità dei presenti: "Nel 1984, in una giornata di giugno, arrivano al rifugio (parliamo del rifugio delle Lobbie, sull'Adamello, a oltre tremila metri di altitudine, ndr) quattro preti polacchi; li portiamo a sciare e, quando rientriamo, uno di loro ci dice di essere il segretario personale del santo padre, e aggiunge 'Vorremmo organizzare una vacanza del santo padre qui in rifugio'".
All'inizio la linea adottata dal Vaticano era stata quella di mantenere il massimo riserbo sulla vacanza fra i monti del pontefice, ma poi, per una serie di telefonate istituzionali, finisce che il presidente Sandro Pertini scopre che il papa andrà in vacanza sull'Adamello e - spiega Zani - il pontefice si ritrova costretto ad invitarlo ("chissà quanti impegni avrà, sicuramente dirà di no"). E invece... "Così ci comunicano che oltre al santo padre sarebbe arrivato anche il presidente Pertini; a quel punto diciamo: 'Siamo finiti in uno scherzo!' ". Ma era tutto reale. Zani si ritrova così dentro alla storia, in un episodio poi ripreso in pompa magna dalle cronache nazionali: il 16 luglio 1984 un elicottero atterra vicino al rifugio. A bordo c'erano papa Giovanni Paolo II e il presidente Pertini.
Continua quindi il racconto dello scrittore, non certo privo di ironia, come quando spiega che sua madre cucinò al pontefice niente meno che... "Gli strozzapreti"!
Nasce così una bella amicizia tra il papa e Zani, che lo accompagna nelle sue sciate e riesce così a conoscere - proprio come recita il titolo del libro - anche l'uomo, al di là del santo. "Quando si arrabbiava parlava in polacco - racconta - ed era meglio stargli distanti!". Oppure ancora: "Era goloso di formaggio".
La frequentazione si è protratta nel corso degli anni: il pontefice ha invitato più volte Zani e la sua famiglia a Roma. Un incontro straordinario, che ha profondamente segnato l'alpinista: "Quando rientrai dal mio primo 8000 gli mostrai la foto della vetta e il santo padre mi chiese: 'Cosa ti spinge ad andare così in alto?' - racconta Zani - Risposi: 'Voglio andare in cima per vedere cosa c'è dall'altra parte'. E lui: 'Guarda che dall'altra parte puoi andarci una volta sola...' ". Poi, gli disse: "Ricordati che dalla cima si può solo scendere". "Più avanti - prosegue Zani - gli chiesi cosa intendesse con quella espressione. Lui mi prese le mani e mi disse: 'Nella nostra vita tutti abbiamo una cima da raggiungere, ma quando si arriva sempre più in alto la vera difficoltà è saper rinunciare e saper tornare indietro' ". "Forse - conclude lo scrittore - aveva trovato in me un camoscio perso nelle sue montagne".
Un uomo, papa Wojtyla, che non lasciava certo indifferenti: "Aveva uno sguardo magnetico e profondo", ricorda Zani. E ancora: "In ogni posto si fermava a pregare: capivi che non era più sulla Terra ma in contatto con il Signore".
Un incontro ricco di emozione che ha coinvolto e commosso i numerosi presenti, tra cui anche alcuni ospiti della Rsa Opera Pia Magistris di Valmadrera, accompagnati al centro culturale Fatebenefratelli per l'occasione.