Referendum fusione

Cortenova vota per il no e fa saltare il progetto con Primaluna

Rammarico da parte dei sindaci dei due Comuni valsassinesi

Cortenova vota per il no e fa saltare il progetto con Primaluna
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Brusca battuta di arresto per il processo di fusione tra i Comuni di Cortenova e Primaluna. I cittadini, chiamati a votare nella giornata di oggi, domenica 27 ottobre 2024, non hanno infatti sostenuto il progetto proposto dalle amministrazioni dei due municipi per la creazione di un’unica entità al centro della Valsassina.

Cortenova vota per il no e fa saltare il progetto con Primaluna

A mancare proprio il sostegno popolare nel Comune di Cortenova e in particolare nella sezione numero 2 (afferente a Prato San Pietro), dove il «no» ha battuto il sì di circa 40 unità, vanificando il leggero margine a favore emerso nell’altra sezione e, ancor di più, la netta vittoria vista invece a Primaluna
306 i no complessivi a Cortenova contro i 271 voti a favore, pari a percentuali del 53,1% e 46,9%, abbastanza per far fallire il tentativo di fusione in entrambi i Comuni. Nettamente sbilanciata verso il sì Primaluna, con 509 voti a favore e 299 voti contro pari al 62% per il sì e 38% per il no.

Rammaricati i promotori della fusione e del «sì» al referendum, ovvero i sindaci Sergio Galperti di Cortenova e Mauro Artusi di Primaluna con i rispettivi gruppi di maggioranza consiliare. Proprio a loro si deve la concretizzazione delle discussione sulla riorganizzazione delle amministrazioni comunali in Valle e l’avvio, a partire dal dicembre 2023, del processo burocratico per perseguire la fusione.

I commenti

«E' stata buona l’affluenza, ma dispiace per i cittadini e per questa mancata opportunità – ha dichiarato Sergio Galperti, apprendendo del risultato al seggio di Cortenova – Continueremo a lavorare nell’interesse della cittadinanza come fatto fino ad oggi».

«Mi aspettavo un’affluenza maggiore a Primaluna, ma almeno qua la popolazione ha dato un segnale netto – ha commentato Mauro Artusi, visibilmente affranto, riunito nel su ufficio con parte del suo gruppo – Cortenova è quasi inspiegabile. Hanno avuto la meglio le voci di presunti svantaggi derivanti dalla fusione che a nostro parere erano infondate. Bastava vedere la curva demografica per capire l’urgenza della fusione. La preoccupazione è che questo possa frenare analoghe iniziative in tutta la Valle».

Come detto, sono ben più estese le conseguenza politiche di tale risultato. Sarà per forza di cose soffocato lo slancio verso l’unità di tutta la Bassa Valle che era emerso anche dai vicini Comuni di Introbio, Taceno e Parlasco, i quali speravano di unirsi in seconda battuta al primo nucleo che avrebbe dovuto emergere dal referendum. Conseguenze negative potrebbero esserci anche negli altri paesi circostanti che, pur non avendo ancora avviato nessun processo formale, stavano valutando prospettive di aggregazione.

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