L'impresa

Roberto Crippa ce l'ha fatta: in bacheca anche la "Lecco-Pisa"

«Bellissimo ma durissimo – le prime parole di Roberto -. Ma ora sono qui e sono felice di avercela fatta anche se, ma lo sapevo, non sono mancate le difficoltà. Ciò che mi importava però era finire e ce l’ho fatta».

Roberto Crippa ce l'ha fatta: in bacheca anche la "Lecco-Pisa"
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Roberto Crippa ce l'ha fatta: in bacheca anche la "Lecco-Pisa". Roberto Crippa, l’ultramaratoneta di Olginate (Lecco) di 58 anni, ce l’ha fatta anche questa volta e ha vinto la sua sfida personale, correndo per 340,5 km (inizialmente erano 320 ma per una serie di imprevisti il percorso si è dilatato) da Lecco a Pisa, nella "Tower2Tower", ovvero dal "Matitone" di San Nicolò alla famosa Torre pendente.

Roberto Crippa ce l'ha fatta: in bacheca anche la "Lecco-Pisa"

L’avventura «TowerToTower» è iniziata giovedì mattina, alle 9 in punto e sotto una pioggia scrosciante, dalla sede della Canottieri Lecco. Il runner è stato salutato dai famigliari e da un gruppo di amici e appassionati che hanno voluto assistere ai primi passi della nuova avventura, nonché dal presidente della società Marco Cariboni. La Canottieri aveva già ospitato le precedenti imprese podistiche, con l'obiettivo di unire attraverso percorsi inediti Lecco e le storiche Repubbliche marinare: la Lecco-Genova e la Lecco-Venezia.

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Roberto, 58 anni, una grande passione per la corsa e le avventure sportive estreme, ha lasciato la città attraverso il ponte Kennedy, accompagnato da due amici per la prima mezza maratona: uno in bici col ruolo di apripista e l'altro anche lui di corsa per impostare il ritmo nella prima parte del percorso. Da Malgrate quindi, con direzione Olginate, suo Comune di residenza che ha dato il patrocinio al tentativo d'impresa.

Poi Brivio e la Bergamasca con l’arrivo in serata a Capriate. Durissima la prima notte: «Il freddo, la nebbia e qualche crisi si sono fatti sentire. Verso mattina, i microsonni mi hanno aiutato ed è andata meglio» ha commentato Crippa strada facendo. Ovviamente, senza mai mollare.

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Venerdì è stata la volta di Crema e Cremona, per attraversare tutta la Pianura Padana da Nord a Sud verso il Parmense oltrepassando il Po. Da lì è partito l’assalto al Passo della Cisa, al confine tra Emilia-Romagna e Toscana. Successivamente, accompagnato a turno dai figli Julien e Olivier, che in bicicletta torneranno ad affiancarlo, l'ultramaratoneta ha toccato la Liguria, con direzione Sarzana, per poi tornare in Toscana, percorrere tutto il lungomare della Versilia e piegare infine verso l'interno, facendo rotta verso il traguardo.

Domenica mattina, attorno alle 9 il superamento del record personale di distanza con l’approdo, dopo 288 km, sulle spiagge di Sarzana. In serata, attorno alle 21 e con un percorso allungatisi di oltre 15 km, l’ultramaratoneta olginatese ha attraversato il fiume Serchio. Erano da poco passate le 22,20 di domenica 13 ottobre quando Roberto è sbucato in Piazza del Duomo concludendo la sua fatica, nel vero senso della parola, in 85 ore 16 minuti e 46 secondi dopo aver percorso, come anticipato, 340,5 km con un dislivello complessivo di 2308 metri.

«Bellissimo ma durissimo – le prime parole di Roberto - Ma ora sono qui e sono felice di avercela fatta anche se, ma lo sapevo, non sono mancate le difficoltà. Ciò che mi importava però era finire e ce l’ho fatta».+

In effetti Crippa ha dovuto superare non poche peripezie dopo la partenza di giovedì 10 ottobre sotto la pioggia battente dalla Canottieri Lecco. Tre notti insonne, vesciche ai piedi, un ponticello spazzato via dalla piena di un fiume a Santa Margherita di Fidenza, i saliscendi dopo aver raggiunto la vetta della Cisa a 1041 metri, l’interminabile pianura della Versilia e naturalmente il percorso allungato di 20 km, parlano chiaro.

Ma alla fine - grazie anche al sostegno dei figli Olivier e Julien lungo il percorso - la vista della Torre pendente è stata come una liberazione e Crippa ha potuto, con le ultime risorse, festeggiare l’arrivo con amici e parenti che lo attendevano.

«Sono molto soddisfatto, di tempi e prestazione – ha poi riferito Crippa dopo l’euforia del momento -. Vorrei solo ringraziare tutti coloro che hanno vissuto insieme a me questa incredibile avventura: famiglia, team e amici. Il minimo che potessi fare era non mollare mai e correre fino alla fine. Un grazie di cuore, siete stati tutti Ultra».

Dopo la Lecco-Genova e la Lecco-Venezia ora nel curriculum di Roberto Crippa c’è anche la Lecco-Pisa. Si fermerà qui oppure tenterà di alzare ancora l’asticella?

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