LA STORIA

Da Garlate all'Ecuador: Emanuele e Federica, dottori del sorriso

Sabato scorso Lele e Federica sono partiti per l’Ecuador insieme ai volontari dell’Operazione Mato Grosso

Da Garlate all'Ecuador: Emanuele e Federica, dottori del sorriso
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Da Garlate all'Ecuador: Emanuele e Federica, dottori del sorriso. Mandare un clown (anzi due) a quel paese. Più precisamente, in Ecuador. E’ questa l’iniziativa di Emanuele Panzeri, giovane «dottori del sorriso» garlatese, che sabato scorso è partito con la compagna Federica per l’Ecuador insieme ai volontari dell’Operazione Mato Grosso.

Da Garlate all'Ecuador: Emanuele e Federica, dottori del sorriso

La storia d’amore di Lele e Federica, in arte Ukulele e Picciona, è nata tra le corsie degli ospedali e le baracche dei campi profughi, dove, come Clown Volontari dell’associazione Veronica Sacchi, hanno portato gioia e speranza. La scorsa estate la loro missione li ha portati in Libano, dove, tra le difficoltà e la sofferenza, il loro amore è sbocciato come un fiore nel deserto.

«Quest’estate, abbiamo deciso di vivere un’avventura straordinaria - spiega Emanuele - Tra le Ande mozzafiato, ad Atandahua, trascorreranno tre settimane con i volontari del Mato Grosso. Li proveremo a trasmettere la magia del clown a un gruppo di ragazzi di strada locali, insegnando loro l’arte di far ridere e di portare gioia agli altri. Porteremo spettacoli nelle comunità locali e in altre situazioni di disagio, regalando felicità e spensieratezza. Creeremo anche una nuova compagnia di clown locali i “Las Llamas”, dal nome dell’animale simbolo del Paese, con quel pizzico di amore che pervade tutta questa avventura».

In Ecuador, Lele e Federica daranno vita ad una sorta di corso di formazione che non solo offrirà ai ragazzi un momento di svago e divertimento, ma avrà anche un impatto profondo nella loro vita grazie all’insegnamento di alcuni valori.

«In primo luogo insegneremo l’autostima e la fiducia in se stessi – spiega Emanuele – Attraverso il teatro e la clownerie, i ragazzi impareranno a conoscersi meglio, a valorizzare le proprie capacità e a esprimere liberamente la propria personalità. Lavorando in gruppo, i ragazzi impareranno inoltre a comunicare, ad ascoltarsi reciprocamente e a collaborare per raggiungere un obiettivo comune».

E ancora: «Il teatro e la clownerie offrono ai giovani un modo sicuro e divertente per esplorare ed esprimere le emozioni. Attraverso giochi di ruolo, improvvisazione e attività creative, i ragazzi saranno stimolati a sviluppare la fantasia e a trovare soluzioni ai problemi. Infine, la partecipazione a un progetto teatrale o di clown terapia darà loro un senso di appartenenza a una comunità e li aiuterà a sviluppare un senso di responsabilità verso gli altri».

In un contesto di difficoltà come quello in cui vivono questi ragazzi, l’arte dei clown può rappresentare un’occasione unica per crescere, imparare e costruire un futuro migliore: «Un naso rosso può cambiare il mondo. Ma insieme  possiamo fare la differenza e regalare un sorriso a chi ne ha più bisogno».

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