Bollette dell'acqua, aumenti in vista del 6% all'anno a Lecco
Gli aumenti sono stati messi in cantiere per sostenere gli investimenti finalizzati alla realizzazione di opere connesse al miglioramento della rete infrastrutturale idrica e fognaria nei prossimi anni.
Bollette dell'acqua, aumenti in vista del 6% all'anno, del 38% nei prossimi sei anni in provincia di Lecco. Il primo ad alzare le barricate sul tema è stato nei giorni scorsi il sindaco di Garlate Giuseppe Conti a seguito delle ventilate ipotesi di rincaro delle tariffe dell’acqua.
Bollette dell'acqua, aumenti in vista del 6% all'anno a Lecco
"Auspico una ulteriore riflessione sul tema degli aumenti delle tariffe per l'acqua pubblica", è l’invito che il sindaco ha fatto nei confronti della società che gestisce la fornitura dell’acqua, Lario Reti Holding ed anche nei confronti del Consiglio Provinciale ch , in sede di assise, ha discusso anch’esso sul l’opportunità di alzare le tariffe.
Un rincaro che se effettuato produrrà una crescita del 6% annuo sulle tariffe già in vigore, certamente non una percentuale irrisoria, in particolare per le tasche dei numerosi cittadini che faticano a far quadrare i conti a fine mese.
Gli aumenti sono stati messi in cantiere per sostenere gli investimenti finalizzati alla realizzazione di opere connesse al miglioramento della rete infrastrutturale idrica e fognaria nei prossimi anni.
La proposta di Conti
Opere, sottolinea il Conti "certamente importanti", così come però risulterebbero importanti per le tasche dei cittadini i rincari sulle tariffe. "Sarebbe auspicabile – ha proseguito Conti – per i prossimi anni una riconsiderazione degli aumenti previsti". Ma come ovviare a queste esigenze? Il suggerimento del sindaco è chiaro: "verificando la possibilità di finanziare le opere con altri proventi: per esempio si potrebbe prendere in considerazione la vendita di una quota del pacchetto azionario di LRH all'interno della società Acinque, che potrebbe sostituire in tutto o in parte il contributo richiesto agli utenti".
"Auspico quindi che il tema non sia considerato chiuso", l’appello finale del sindaco.
La posizione del Comitato lecchese acqua pubblica
Intanto ad esprimersi sui rincari è stato anche il Comitato lecchese acqua pubblica, è una rete di associazioni, gruppi e singoli cittadini, nata nel 2006 con lo scopo di tutelare e valorizzare i "Beni Comuni, quei beni inalienabili e indivisi, dal cui godimento nessun essere umano può essere escluso".
Magari i Sindaci spiegheranno che l'approvazione della tariffa compete al Consiglio Provinciale e non ai Comuni. Vero, la legge regionale della Lombardia ha assegnato alla Provincia l'approvazione della Tariffa, però, previo parere obbligatorio e vincolante della Conferenza dei Comuni e, se i Comuni non avessero espresso parere favorevole a maggioranza, la provincia non avrebbe potuto aumentare le tariffe.
Sono quei meccanismi, scorretti più che strani, che la maggior parte degli utenti del servizio, ossia i cittadini dei Comuni, non conoscono e che consentono ai Sindaci di tartassarli attribuendo la responsabilità ad altri e ad invitare ad una riflessione. Il classico "tirare il sasso e nascondere la mano"
Perché i 47 Comuni che hanno espresso parere favorevole, quindi approvato, l'aumento la riflessione non l'hanno fatta prima e non auspicata un mese e mezzo dopo?
L'auspicata riflessione si potrà fare tra sette anni, perchè i Comuni hanno approvato l'aumento del 6% per il 2024, 2025 e 2026 ed il 5% per il 2027, 2028 e 2029, un aumento nei sei anni del 37,9%.
Nel merito concordiamo, parzialmente, sulla proposta di vendere parte delle azioni di ACinque, noi, abbiamo, a più riprese, proposto la vendita di tutte le azioni di ACinque perchè non rientra nelle funzioni dei Comuni la gestione finanziaria che ha una natura prettamente privata, è stato il motivo per cui, affiancando altre associazioni, comitati e cittadini, ci siamo opposti alla cessione di Acel Service e Acel reti.
I nostri motivi di critica non erano, però, solo di principio, pur importanti, che aiutano a capire a che cosa serve il Comune, erano e sono anche pratici. Nei sei anni, 2024-2029 gli investimenti previsti ammontano a 166 milioni di euro di cui 31,5 milioni coperti da contributi a fondo perduto, e la parte residua pagata dalle bollette. Se le azioni venissero tutte vendute, in bilancio di LRH 116 milioni di euro, le tariffe potrebbero diminuire invece di aumentare e, eliminando costi che non sono costi del servizio, potrebbero ridursi del 25/30%.
Non è possibile ignorare e non stigmatizzare l'assenza di 34 Comuni alla Conferenza che ha approvato l’aumento. 76.438 cittadini, oltre un quinto dei lecchesi non sono stati rappresentati. È corretto?
Fare il Sindaco non è un obbligo, è un impegno civico volontariamente assunto ma non onorato assentandosi quando gli argomenti sono importanti come lo è il servizio idrico, forse il servizio più importante, con la gestione dei rifiuti; nemmeno, però, si può partecipare in modo acritico, se il Piano Economico Finanziario sottoposto al parere/approvazione fosse stato analizzato e studiato, probabilmente, i cittadini non sarebbero stati vessati con l'aumento della tariffa che si aggiunge a tutto quello che i servizi pubblici hanno provocato negli ultimi anni