Ho la Sla ma non mi arrendo LA TESTIMONIANZA

Colpita dalla terribile malattia nel 2011, Luciana Biffi, maestra elementare in pensione, ha affidato le sue riflessioni prima a una lettera al Corriere poi a un libro testimonianza, presentato mercoledì a Villa dei Cedri.

Ho la Sla ma non mi arrendo LA TESTIMONIANZA
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Ho la Sla ma non mi arrendo. Colpita dalla terribile malattia nel 2011, Luciana Biffi, maestra elementare in pensione,  ha affidato le sue riflessioni  prima a una lettera al Corriere poi a un libro testimonianza, presentato mercoledì a Villa dei Cedri, con il quale vuole accendere i riflettori sulla terribile patologia

La vita con la Sla

Vivere nel braccio della morte, senza sapere quando verrà, ma con la certezza che prima o poi, arriverà a ghermirti. Solo i malati di Sla, l’infida Sclerosi laterale amiotrofica, sanno cosa significhi vivere prigionieri di un corpo di cui, giorno dopo giorno, pezzo dopo pezzo, si perde il controllo. Solo loro sanno cosa significhi vivere, lucido e cosciente, prigioniero di una crisalide che anziché schiudersi verso l’esterno in una nuova vita, si cristallizza in un involucro letale.

La testimonianza

«Il mio corpo che credevo protetto e corazzato è stato svuotato dalla Sla - scrive Luciana, che abita a Mapello - Ora lo devo di nuovo riempire. Di cosa? Sogni, rimpianti, ricordi non ancora vissuti… Molte volte il declino, molte altre la rinascita».

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