LETTERA AL GIORNALE

A Ballabio, un gesto di "estrema inciviltà e mancanza di rispetto"

Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di una nostra lettrice

A Ballabio, un gesto di "estrema inciviltà e mancanza di rispetto"
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A Ballabio, un gesto di "estrema inciviltà e mancanza di rispetto". Riceviamo e pubblichiamo la lettera che una nostra lettrice ci ha inviato in merito ad un episodio accaduto a Ballabio nei giorni scorsi.

A Ballabio, un gesto di "estrema inciviltà e mancanza di rispetto"

"Buongiorno,

vi scrivo per segnalarvi un gesto di estrema inciviltà e manzanca di rispetto avvenuto alla Chiesetta degli Alpini di Ballabio e spero che possiate pubblicare la mia lettera.  Il 31 gennaio 2024 la nostra adorata gattina ci ha lasciati. Avendola trovata in paese a Ballabio, abbiamo voluto celebrare la sua vita con una piccola e intima cerimonia alla Chiesetta degli Alpini.

Avevamo trovato uno spazio piccolino che si offriva naturalmente come "altare" e qui avevamo posato dei fiori, messo una piccola croce fatta da noi con dei rametti trovati nel prato, e nei mesi tornavamo a trovarla regolarmente ogni settimana.

Abbiamo potuto ammirare il paesaggio cambiare con il finire dell'inverno, i fiori sbocciare e gli alberi tornare a ricoprirsi di foglie e ci siamo accorti, con sorpresa e gratitudine, che questo piccolo spazio sacro non solo rimaneva intatto, ma che qualcun altro portava dei fiori alla nostra gattina.

Addirittura ci è capitato di incontrare alcune persone che si sono felicitate con noi per avere avuto quest'idea e ci hanno ringraziati per aver creato un luogo e un momento di raccoglimento in un angolo già dedicato a quello. Era davvero molto umile e poco ingombrante, come si può vedere dalle foto, ma per noi aveva un gran significato immaginandoci che la nostra gattina potesse riposare baciata dal sole e protetta dalle montagne sulle quali abbiamo vissuto per tanto tempo insieme.

Alcuni amici ci avevano poi regalato due piccole conifere, una da tenere a casa e l'altra da piantare vicino a lei alla Chiesetta. E non ci è sembrato di fare nulla di male, aggiungendo natura ad altra natura. Vita ad altra vita.

Fino a che, all'inizio di luglio saliamo dopo esserci assentati per 2 settimane e troviamo la desolazione: è stato tagliato tutto, tutta l'erba, tutti i fiori del prato... E nemmeno la nostra conifera è stata risparmiata. È stata butatata via la croce (cosa che in realtà era capitata altre volte ma avevamo dato la responsabilità al brutto tempo, mai pensando che l'uomo possa essere così ignorante).  Non è rimasto nulla.

E allora ci chiediamo: possibile che non fosse chiaro cos'era quel piccolo spazio che avevamo anche delimitato con alcuni sassi posati in cerchio? In montagna vengono innalzate enormi croci che mortificano la meravigliositá della Natura, senza che si chieda a nessuno il benestare, tantomeno al paesaggio che è poi l'unico che soffre delle colate di cemento che vengono fatte per sostenere questo universale segno di fede dell'uomo.

E il nostro piccolo spazio, per noi sacro, dava così fastidio? Siamo scioccati, amareggiati e tristi.

Se nemmeno tra i frequentatori della montagna, tra chi si occupa di curare questi luoghi e che dovrebbe avere quindi una sensibilità in più perlomeno limitatamente alla Natura, esiste il rispetto per ogni forma vivente, la consapevolezza delle proprie azioni, da chi possiamo aspettarcelo?

Grazie,
Giulia"
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