Sanità

Chiude la subintensiva pneumologica a Merate. Interrogazione in Senato

A causare la momentanea chiusura dell'unità semi-intensiva della Pneumologia di Merate la grave carenza di infermieri

Chiude la subintensiva pneumologica a Merate. Interrogazione in Senato
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Sta destando non poche preoccupazioni la chiusura - al momento temporanea - dell'unità di terapia subintensiva pneumologica dell'ospedale Mandic di Merate, annunciata nei giorni scorsi dal direttore sanitario dell'Inrca Riccardo Luzi. Nelle scorse ore, in una nota, la stessa Asst di Lecco ha manifestato preoccupazione, auspicando soluzioni celeri, mentre il senatore lecchese di Sinistra Italiana Tino Magni ha presentato un'interrogazione in Senato.

Mandic, chiusura subintensiva pneumologica: il comunicato dell'Asst di Lecco

A causare la momentanea chiusura dell'unità semi-intensiva della Pneumologia di Merate la grave carenza di infermieri. Quelli rimasti sono stati assegnati all'unità di rianimazione pneumologica, tutt'ora attiva.

La preoccupazione di queste ore proviene dal fatto che quella gestita dall'Inrca di Casatenovo, cui è affidato il reparto di Pneumologia del Mandic, è un'unità tra le poche in Italia specializzata e organizzata per le acuzie respiratorie dei pazienti con sindrome di Duchenne.

Il direttore generale dell'Asst di Lecco Marco Trivelli

Attraverso una nota diffusa ieri, mercoledì 19 giugno 2024, la direzione dell'Asst di Lecco ha fatto sapere di essere "preoccupata per la temporanea chiusura causa carenza di personale infermieristico decisa da Inrca dell’unità di terapia subintensiva respiratoria che ha posizionato presso l’ospedale di Merate". "Apprezziamo come questa unità abbia lavorato all’interno del Presidio Mandic in questi anni e la specificità dei suoi servizi - prosegue Asst - Pur essendosi ampliata l’offerta di letti di pneumologia, Asst sta cercando di trovare soluzioni organizzative interne per creare un'offerta alternativa di assistenza subintensiva entro breve tempo anche in collaborazione con il personale medico e la Direzione di Inrca".

L'interrogazione del senatore lecchese Tino Magni, di Sinistra Italiana

Il senatore Tino Magni, al megafono, con il consigliere regionale Gianmario Fragomeli e il sindaco di Merate Mattia Salvioni lo scorso ottobre, nel corso del flash mob organizzato dal Pd in piazza Prinetti in difesa dell'Ospedale di Merate

Martedì 18 giugno 2024 il senatore lecchese di Sinistra Italiana Tino Magni ha invece presentato un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Salute Orazio Schillaci. Di seguito il testo integrale:

Al Ministro della salute. - Premesso che:

l'interrogante ha appreso da notizie di stampa locale della preoccupazione destata nella comunità brianzola dall'improvvisa decisione dell'INRCA di sospendere l'attività del reparto di terapia semi- intensiva pneumologica, allestito nelle corsie dell'ospedale "San Leopoldo Mandic" di Merate;

la decisione sarebbe motivata dalla grave carenza di infermieri, così l'ospedale chiuderebbe, temporaneamente, il reparto di terapia semi-intensiva pneumologica, gestito dall'INRCA di Casatenovo dentro l'ospedale cittadino;

il provvedimento è stato comunicato dal direttore sanitario Riccardo Luzi al direttore della pneumologia e ai vertici dell'ASST di Lecco. La scelta è stata giustificata per la "grave criticità" relativa alla "carenza di personale infermieristico". Quello disponibile è stato spostato tutto nel reparto di rianimazione pneumologica;

risulta all'interrogante che quello di Merate fosse l'unico centro in Italia specializzato nelle crisi del respiro, unico nel suo genere, pensato e organizzato in funzione delle acuzie respiratorie dei pazienti con sindrome di Duchenne. Si tratta della struttura più adeguata per rispondere ai bisogni di pazienti sovente pluripatologici;

risulta altresì che il reparto fosse stato costruito alcuni anni fa, dopo l'apertura della pneumologia, attraverso la collaborazione tra il primario e l'Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, l'associazione nazionale di riferimento per le persone con distrofie e altre malattie neuromuscolari: grazie alla sua posizione strategica, poteva essere comodamente raggiunto da numerose province e garantire un fondamentale servizio ad un'ampia zona del Paese;

risulta chiaro che questa scelta organizzativa avrà conseguenze pesantissime per tante famiglie che sino ad oggi potevano contare sull'esperienza qualificata di personale specializzato nelle procedure di emergenza necessarie per questa tipologia di pazienti, che dopo la chiusura del reparto in caso di necessità dovranno recarsi presso il pronto soccorso e sperare di essere accolti nel modo corretto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda;

quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire il diritto di cura di tutti i malati e nel caso specifico se non ritenga di dover intervenire per garantire che l'ospedale San Leopoldo Mandic possa somministrare le procedure di emergenza relative ad acuzie respiratorie sofferte da persone con distrofie e altre malattie di natura neuromuscolare.

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