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Cinghiali: manifestazione di protesta degli agricoltori lecchesi

"Un problema. quello della fauna selvatica, che nelle due province di Como e Lecco ha assunto proporzioni gravissime"

Cinghiali: manifestazione di protesta degli agricoltori lecchesi
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Oltre un migliaio di  agricoltori e di allevatori giunti da tutta la regione, alcuni anche con i trattori, erano presenti questa mattina, martedì 18 giugno a Milano in piazza Duca d'Aosta, di fronte a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio Regionale, per lanciare il loro grido d'allarme contro la diffusione incontrollata dei cinghiali e, in generale, della fauna selvatica. Tra loro anche una nutrita delegazione di Colidiretti Como Lecco.

Cinghiali: manifestazione di protesta degli agricoltori lecchesi

Ammontano ad almeno sei milioni di euro i danni provocati in un anno dai cinghiali nelle campagne lombarde con assalti e raid che distruggono raccolti, produzioni, pascoli, e costringono gli agricoltori a intervenire per ripristinare quanto rovinato, adoperarsi periodicamente per fare manutenzione agli strumenti installati per cercare di fermare le incursioni, oltre che fronteggiare le perdite di produzione, di quote di mercato e redditività. È quanto stima  proprio Coldiretti Como Lecco.

Il presidente di Coldiretti Lombardia Gianfranco Comincioli con Fortunato Trezzi

"Un problema. quello della fauna selvatica, che nelle due province di Como e Lecco ha assunto proporzioni gravissime, senza contare – sottolinea il presidente di Colidretti Como Lecco Fortunato Trezzi – che in molti casi gli agricoltori decidono di non denunciare, per stanchezza e rassegnazione. I danni causati dagli animali selvatici, infatti, non vengono rimborsati se non in minima parte. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto”. Ad esempio, un produttore di vino che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva. L’obiettivo della mobilitazione di Milano è far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”.

Presente alla manifestazione anche il Consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini. " I dati parlano chiaro, si tratta ormai di un’emergenza. Sono 2,3 milioni i cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale, che oltre ai danni sui campi, causano numerosi incidenti stradali, talvolta fatali. Regione Lombardia ha sempre tenuto molto alta l’attenzione verso il problema, predisponendo un bando per il rimborso dei danni ai veicoli e/o lesioni derivati da collisione con fauna selvatica. Solo nel 2023 sono state presentate oltre 2000 richieste di indennizzo, dalle quali si desume però che il numero di incidenti sia stato anche superiore. Solo per citare un episodio, nel gennaio 2019 un ragazzo di soli 28 anni è morto a causa dello scontro con un branco di cinghiali che stava attraversando la carreggiata tra Lodi e Casalpusterlengo - ha sottolineato  - La fauna selvatica si spinge fino all'interno dei centri urbani, comportando seri pericoli per la sicurezza stradale e quindi per l’incolumità delle persone, anche per gli stessi animalisti che questa mattina ne inneggiavano alla difesa incondizionata. Ringrazio l’Assessore all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, Coldiretti, in particolare la sezione Como-lecco, e tutti gli agricoltori che ci hanno messo la faccia per difendere il loro indispensabile lavoro. Troppo spesso, in passato, le loro voci non sono state prese in considerazione. Adesso il vento è cambiato, la Lombardia è una regione che non solo ascolta ma che cerca soluzioni concrete".

“Gli allevatori  chiedono di iniziare un serio processo di eliminazione dei cinghiali. Da un lato per impedire che la peste suina possa diffondersi, dall’altro per evitare che i campi lavorati siano distrutti dall’eccessiva presenza di animali. Regione Lombardia ha dimostrato questa volontà, se è vero che abbiamo emesso tre ordinanze che vanno nella direzione del contenimento delle specie invasive - ha detto il presidente della Giunta regionale, Attilio Fontana, a margine della manifestazione di Coldiretti -  Siamo molto preoccupati  sia per la sorte dei campi ma anche dalla presenza della peste suina nei territori interessati".

“In questi anni – ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi –  Regione Lombardia ha fatto di più e meglio di tutti per contenere la fauna selvatica invasiva e in particolare i cinghiali. Nelle prossime settimane adotteremo il piano straordinario per il controllo della fauna selvatica, che nei fatti è già concretamente attuato, a partire da 3 ordinanze operative firmate dal governatore  Fontana”.

“I dati – ha aggiunto Beduschi –  ci dicono che dal 2021 a oggi la capacità di contenere i cinghiali è più che raddoppiata. In 3 anni e mezzo ha raggiunto i 46.000 abbattimenti, ma è anche vero che dobbiamo scontrarci con sacche di resistenza da parte di alcune province. Di fatto possono decisamente fare più e meglio. Le norme sono da rispettare e chi non lo fa si assumerà tutte le responsabilità del caso”.

Nel suo intervento dal palco allestito da Coldiretti, l’assessore Beduschi ha ricordato che l’ultima ordinanza di Regione Lombardia, in vigore da sabato, è una risposta concreta per agevolare la lotta ai cinghiali. Con meno vincoli burocratici, procedurali e di gestione delle risorse economiche. A partire dal 2019 sono stati investiti oltre 13 milioni e mezzo per le attività di prevenzione e ristoro dei danni.

“Il popolo del settore primario – conclude l’assessore Beduschi – con la consueta concretezza ha manifestato la sua preoccupazione. Che facciamo nostra, a difesa dei raccolti minacciati dalla fauna selvatica ma anche del patrimonio suinicolo che dobbiamo difendere dalla Peste Suina. Le strumentalizzazioni, anche politiche, servono a poco. La missione di tutti è quella di combattere un’anomalia che nel tempo si è stratificata.  Determinando in aree non vocate la presenza di quasi 2 milioni e mezzo di capi in zone dove storicamente non sono mai stati”.

 

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